Alzi la mano chi in Italia non tifa Croazia in questo Mondiale. Direi praticamente nessuno. Gli underdog suscitano un supporto spontaneo, un’empatia che porta i tifosi a sostenere lo sfavorito anziché il probabile vincitore. Poi c’è l’antipatia a pelle per i cugini transalpini, che se dovessero conquistare il loro secondo titolo lo sfoggerebbe probabilmente più della Gioconda. E rimarcherebbero ancora di più quel: “Siccome sia francesi, siamo i migliori”. Questa volta però con cognizione di causa e dati freschi e oggettivi da mostrare con orgoglio. Tutti poi sappiamo che gli interisti abbiano un motivo in più per sostenere la Nazionale a Scacchi. Che poi sono due. Ivan Perisic e Marcelo Brozovic. Non perché si spera che così il prezzo del loro cartellino si alzi e possano essere sbolognati al miglior offerente, ma proprio per una questione di empatia con la casacca della Beneamata, che tanto per dire, insieme al Bayern Monaco, è l’unica squadra in tutto il globo ad aver almeno, dal 1982 a oggi, un rappresentante nell’ultimo atto delle competizioni mondiali.

Ok, parliamo di due giocatori non sempre costanti. Anzi. Va bene, quando non sono in giornata sono irritanti. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma vogliamo parlare di quando giocano? Fanno una differenza mostruosa. Ivan è il prototipo dell’ala moderna. Tecnico, forte fisicamente, col fiuto del gol. Marcelo un macinatore di chilometri, ruba palloni dai piedi buoni che da quando è stato schierato nel suo ruolo più congeniale non ha sbagliato una virgola. E pensare che qualcuno li aveva definiti pacchi. Fossero tutti così quelli scarsi… I tifosi nerazzurri sono speciali. In tutto. Come gli Dei dell’Antica Grecia riescono a ingigantire ogni cosa. Soprattutto se le cose vanno male. Bastano due partite sbagliate e si parla di giocatore finito e non capace. Per poi ricredersi dopo un goal pregevole o una giocata di classe.

Vi svelo un segreto. Dall’altra parte del Naviglio c’è chi pensa che Bonaventura sia nettamente superiore a Perisic e Brozovic. Nonostante quello che dica il campo. E il ruolo ancora non così definito del buon Jack. Chiariamoci: ognuno è libero di pensarla come vuole. Ma poi parlano i risultati. Da qui mi riallaccio a quel: “Inter beffata” che prima o poi emerge sempre nelle sessioni di calciomercato. Mai come quest’anno non si può dire. Ausilio ad oggi ha centrato gli obiettivi di bilancio e non gli manca poi molto per completare quella relativi alla rosa. Spalletti voleva Nainggolan ed è stato accontentato. Lautaro arriva da miglior giovane attaccante d’Argentina. Un muro è meno granitico di De Vrij. Asamoah e Politano torneranno utili. Eccome. E chi non è arrivato a Milano, vedi tanto per dire Nico Gonzalez, non è mai stato davvero cercato dai nerazzurri. E chi segue FcInterNews.it lo sa bene (e anche per primo).

Ragazzi, l’Inter si è rinforzata parecchio. E in casa aveva già alcuni calciatori in grado di fare la differenza in Serie A. Mi sembra lapalissiano che quella programmazione di cui si parlava tempo fa stia avendo quello sviluppo auspicato dagli appassionati del Biscione. E occhio perché con i ritocchi giusti la squadra potrebbe davvero diventare ancor più forte del previsto. Una sorta di Croazia meneghina. Fortissima e probabilmente sottovalutata. Pronta a rispondere con un marameo mondiale a tutti quelli che l’avevano criticata anzitempo.

VIDEO - BROZOVIC HA ANCORA LA FORZA DI SALTARE: L'INTERISTA SCATENATO PER I FESTEGGIAMENTI DELLA CROAZIA

Sezione: Editoriale / Data: Ven 13 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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