Li rivedo, tutti in fila a prendere il bigliettino per ridicolizzare la nuova proprietà. E ricordo ancora, rovistando nei cassettini della memoria, battute che neanche nei teatri di terz’ordine, quelli dove la rivista era un miraggio e ci si accontentava di improbabili cabarettisti quali stelle della serata. La boutade che suscitava maggiore ilarità, ripeto che sono ricordi lontani quindi potrei anche sbagliarmi, era quella che riguardava il bonifico. Perché ripetere…è arrivato il bonifico… con aria di chi sapeva tutto del mondo e della vita, improvvisati economisti bocconiani, provocava una reazione immediata di ammiccamenti. Un po’ come i grandi esperti per i quali; Gagliardini? Ma come si fa a pagare un ragazzo che ha giocato tredici partite in serie A tot milioni di euro? Magari chiedere scusa ai tifosi. Magari. Ebbene sì, rassicuro lettori e cabarettisti; bonifico arrivato. Insieme ad un gruppo industriale che si chiama Suning, per quanti fossero ancora alla ricerca disperata di qualcosa da dire sui signori con gli occhi a mandorla che in dodici mesi, forse meno, ha iniziato una vera e propria rivoluzione nel fantasmagorico mondo del pallone italiota; meglio, diciamo che sta iniziando, siamo sulla buona strada ma quest’ultima è piena di ostacoli, trappole, falsi amici ed affini. Inutile che stia qui ad elencare le buone cose fatte dal colosso asiatico per il colori nerazzurri e l’universo che lo circonda; per questo, casomai, rimando alla lettura di un esaustivo articolo sul tema dell’amico Fabrizio Biasin, che cito con piacere. Ha già detto e scritto tutto lui, quindi lungi da me scopiazzarlo o far passare per mie notizie e pensieri che non mi appartengono, ma che condivido appieno. Su un paio di cose, però, vorrei soffermarmi. Jindong, lo chiamo per nome perché per me è come un conoscente stretto, ha idee chiare e molto ben delineate; ad esempio, giusto per citarne una, la riqualificazione del Meazza, uno degli argomenti principe della nuova dirigenza nerazzurra. Milano ha la fortuna di possedere uno stadio che trasuda storia. Parliamoci chiaramente, gli ammodernamenti eseguiti per Italia ’90 sono obsoleti e, pur trasmettendo fascino non appena la vedi ergersi maestosa nel telaio meneghino, la costruzione va ammodernata. Io non so se Vi è mai capitato di andare a visitare un impianto di proprietà di una qualche Società, parlo di impianti con almeno 50.000 posti a sedere, sia chiaro. Beh, eccezionali. Null’altro da aggiungere. E a Suning, mi pare di aver letto tra le righe, poco importa di cosa farà l’altra squadra cittadina; ci sono state già delle riunioni con i politici milanesi ed il progetto è lì, sul tavolo, ed è un progetto esclusivamente nerazzurro. Per adesso, in seguito vedremo gli avvenimenti a cosa porteranno. Altro punto importante, al di là di nuovi sponsor, alleanze e partnership, è una considerevole iniezione di moneta sonante nelle casse nerazzurre. Il mercato, questo rituale pazzerello che si ripete per ben due volte l’anno e per periodi compresi tra i sessanta giorni nel periodo estivo e poco meno di trenta in quello invernale, negli ultimi anni era sostanzialmente appannaggio di una sola squadra, che faceva il bello ed il cattivo tempo dall’alto di una egemonia economica data da stadio di proprietà, ottimi investimenti ed un capillare lavoro alla scoperta di nuovi talenti. Le altre, chi più chi meno, si barcamenavano navigando a vista in oceani mossi quando non tempestosi, prigioniere di regole che per fortuna l’UEFA sta rivedendo e rimodellando e di un potere economico prossimo allo zero. Insomma, parliamo di una specie di dittatura – brava la società in questione, meno le altre – dove il divertimento iniziava a venir meno; già si sapeva dove sarebbe finita la giovane promessa di turno. Ecco, forse il vento è cambiato; l’affare Roberto Gagliardini, citiamo nome e cognome, ha mischiato le carte in tavola. E non scrivo Gagliardini a casaccio; non è un segreto che la trattativa in questione abbia portato Steven Zhang, venticinque anni e due palle quadrate (chiedo scusa per il quadrate), a conoscere Percassi. E non è nemmeno un segreto che tra i due si sia creato un rapporto di stima che travalica il mero mondo pallonaro al punto che il presidente atalantino, insieme al figlio ed in compagnia di Steven, sia volato in Cina dove ha visitato direttamente l’azienda e dove, forse, potrebbe essere nata una nuova alleanza; neroblù bergamaschi e nerazzurri milanesi. Per finire, non è neanche un segreto che l’Inter già abbia messo le mani su Bastoni, talentuoso difensore diciassettenne in forza all’Atalanta di cui si dice più che un gran bene. Tra le altre cose, la famiglia Zhang ha tracciato una linea precisa su quel che sarà il futuro della Società coi colori del cielo e della notte; italianizzazione – a proposito, ma com’è che nessuno ha sottolineato i quattro interisti in Nazionale? No, perché fino all’altro ieri tutti pronti a sproloquiare sull’esterofilia nerazzurra, sull’anima italica zero, ma non è un caso se ci chiamiamo Internazionale – della rosa e caccia ai talenti giovani, poco importa il costo. Sentite come suona bene: poco importa il costo. Erano anni che facevamo i conti con la calcolatrice, adesso poco importa il costo… libidine allo stato puro. A tal proposito; ci mancherebbe pure che io dia suggerimenti a chi di dovere, l’Inter è piena di professionisti capaci in ambito mercato, ma attenzione a chi si va a prendere. I Berardi, i Bernardeschi ed altri come loro sono dei prospetti di categoria superiore, senza ombra di dubbio. Il discorso però lo girerei diversamente: vogliamo provare a vincere subito o a costruire per un futuro prossimo, ovverosia con un’ulteriore attesa che potrebbe essere quantificata in due/tre anni? Che volete, appartengo certamente ad una vecchia generazione calcistica, ma coi giovani, solo coi giovani intendo, non vai da nessuna parte. Non nell’immediato almeno. Ecco perché sì, il discorso giovani mi piace parecchio, ma se devi sostituire tre o quattro elementi della prima squadra attuale per diventare competitivo prontamente bisogna andare a prendere gente matura e che, soprattutto, conosca come si declina il verbo vincere. Per il resto possono pure raccontare ciò che vogliono, bonifico con ammiccamenti compreso. Io mi tengo Jindong e Steven. E mi tengo pure il Fozza Inda. Orgogliosamente. Buona domenica a Voi. Amatela, sempre!
Sezione: Editoriale / Data: Dom 02 aprile 2017 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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