Antonio Castronuovo, saggista romagnolo, definisce la lamentela come il cemento sociale, ossia come l'elemento che congiunge fra loro più persone appartenenti a svariate classi sociali. Sulle lamentele si fondano molteplici popolazioni e il microcosmo dei tifosi è il massimo esempio di come queste siano sempre all'ordine del giorno. 

Nel caso specifico nell'occhio del ciclone è finito il derby di ieri in terra cinese: la motivazione? La presenza di svariate riserve schierate da Mancini nella stracittadina giocatasi a Shenzen. C'è chi si lamenta perché non si può ingrandire il brand Inter utilizzando formazioni sperimentali e senza giocatori di spicco, c'è chi invece si appella al valore della partita che deve essere sempre rispettato e per questo non si può ricorrere ai baby in un derby, nemmeno se questo si disputa a luglio.

Seriamente? A che serve lamentarsi per un'amichevole estiva? Perché indispettirsi per la formazione schierata dal tecnico jesino in una gara dell'ultima settimana di luglio? Perché per alcuni senza lamentele non c'è gusto a seguire una qualsiasi partita di calcio, a prescindere dall'importanza o dal valore del match in sé. Il brand dell'Inter si espande con la tournée in Cina solo per la presenza sul suolo asiatico, non per i nomi dei giocatori che partecipano alle partite. Schierare una squadra di riserve in una gara contro il Milan che non porta a nulla (i soldi l'Inter li prende comunque, a prescindere dai risultati) è un buon modo per far riposare i titolari e mettere in evidenza chi di buono gioca all'interno di questa squadra riserve. Dei risultati delle amichevoli estive, sinceramente e personalmente me ne faccio niente. Ricordate la tournée negli States della passata stagione? L'Inter sembrava essere una plausibile e credibile contender alla Juve, poi la storia ha detto altro. 

Di vincere in estate me ne faccio realmente poco. Giocare contro lo Stuttgarter Kickers, contro il Milan o contro il Real Madrid, per me, è la stessa cosa. L'unica differenza è nell'audience televisivo che ovviamente aumenta nelle gare contro il Real Madrid e il Bayern Monaco, ma questo fa solamente differenza in termini di riscontri televisivi. Il nome Inter fuori dall'Italia è amato e riconosciuto a prescindere da chi scende in campo, lamentarsi non serve a niente.

C'era già chi dopo la partita contro il Bayern, oggettivamente superiore, al completo e con 20 giorni di preparazione in più nelle gambe, ha sentenziato che questa Inter oggi è da sesto, settimo posto. Lamentarsi, sempre e comunque. Mai prendere in considerazione tutte le legittime attenuanti come il primo impegno serio dopo Brunico, le gambe pesanti, il valore internazionale dell'avversario e il fatto che il collettivo sia incompleto e ancora da amalgamare.

Ieri l'Inter ha perso anche contro il Milan? Poco male, per dirvela tutta io la partita non l'ho seguita se non tramite live scritti dato che l'estate non è fatta per il calcio, ma per il mare e le vacanze. Io ho preferito stendermi sulle coste assolate della Sicilia nord orientale, le lamentele per il calcio di luglio le lascio volentieri ad altri, così come la gioia effimera di aver vinto un derby inutile come un freezer al polo sud.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 26 luglio 2015 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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