È uno dei nomi più chiacchierati dell'Inter. Da quando è arrivato (estate 2015) è stato quasi sempre in copertina. Vuoi per meriti (pochi), vuoi per prestazioni negative (troppe), Geoffrey Kondogbia ha dato modo di scrivere, parlare e discutere a non finire. Con tantissimi discorsi che hanno sovente avuto un'unica origine, un preciso punto di partenza nelle analisi del caso: l'esborso economico per strapparlo al Monaco, ovvero 31 milioni di euro. Non 40, come qualcuno pensò a suo tempo.

Tanti, in ogni caso. Fin troppi, al netto del rendimento offerto in questi mesi dal classe '93 di Nemours, che purtroppo non è riuscito a rispettare le attese. Scrivo queste righe con dispiacere, perché l'anno scorso un po' tutti, diciamo la verità, eravamo entusiasti del suo arrivo. Ma oggi, 12 gennaio 2017, la presentazione e il saluto da top player del giugno 2015, quando si mostrò al popolo interista dalla facciata dell'Hotel Meliá di Milano, sembrano lontani anni luce.

La sensazione (ma probabilmente qualcosa di più) è che i bonus siano finiti. Lo status da grandissimo centrocampista sembra tanto lontano, o comunque difficilmente raggiungibile a Milano, dove la pazienza sembra quasi giunta al termine. Ci sono tantissimi casi in cui determinati giocatori si rilanciano cambiando maglia, perché la credibilità nella società precedente è andata via via azzerandosi. È successo a Ranocchia, potrebbe accadere al francese. Al quale auguro di riuscirci, magari vedendolo finalmente protagonista in qualche altra big d'Europa.

E forse non è un caso che si parli insistentemente di cessione, anche se sarà molto complicato rientrare dalla spesa fatta al momento dell'acquisto. Anzi, quasi impossibile. Ripeto, il dispiacere c'è. Io stesso ho cercato di difenderlo fino all'ultimo, ma ormai credo si sia arrivati a una conclusione ben precisa, dalla quale penso sia molto difficile esulare.

O consideriamo Kondogbia un giocatore 'normale', senza particolari pretese di rendimento e prestazioni (e quindi giudizi e considerazioni dovranno essere formulati di conseguenza), oppure si potrà continuare ad aspettarlo. Ma con il rischio di vedere lo stesso, identico 'film' degli ultimi tempi: aspre critiche al primo stop sbagliato, al primo passaggio impreciso, al primo tiro sbilenco.

Detto con tutta onestà, sposerei la prima idea. Lo status da top è lontano, ritengo sia giusto considerarlo un buon giocatore, magari ottimo. Niente di più. Almeno all'Inter. Nonostante le ultime lo diano ancora in nerazzurro (ma in presenza di un'offerta congrua, la società ci penserebbe), per quel salto di qualità che non è ancora arrivato sarebbe meglio cambiare aria. Anche se, economicamente parlando, la situazione non sarebbe per nulla facile per la società. I 31 milioni di euro spesi continuano a essere tanti.

A Milano il vero Kondogbia non si è mai visto, e la domanda sorge spontanea: ma qual è il vero Kondo? Magari un giorno altri avranno modo di ammirarlo. Finalmente. Da queste parti sarà molto difficile.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 12 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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