Chiamatelo "shock positivo", per dirla alla Tavecchio. Dopo la sciagurata trasferta in Brasile la Nazionale azzurra cambia volto. L'Italia si affida ad Antonio Conte per risollevare le sorti di una squadra e di un Paese che anno dopo anno perde punti e prestigio a vantaggio di chi avanza e sembra non volersi più fermare. Tecnico che in tre anni ha riportato in alto la Juve, con altri tre scudetti conquistati sul campo in un campionato - va detto - ben lontano per valori tecnici da quello conteso dalle sette sorelle. E a proposito, il neo ct sa come ci si libera in fretta dei tratti più ruvidi della propria juventinità: "Gli scudetti vinti? Per me sono otto: i cinque da giocatore e i tre da allenatore"; a conti fatti, come dare torto?

Schivati per un pelo gli anni infetti di Calciopoli, dopo il ritiro inizia subito ad allenare: è vice di De Canio al Siena, poi alla guida di Arezzo, Bari, Atalanta, fino al ritorno in Toscana e la promozione in A. Risultati che, nonostante le macchie del calcioscommesse, gli valgono la panchina della sua amata Juve. A Torino Conte dimostra di essere forse il miglior tecnico italiano in circolazione. Il Mourinho del bel paese, secondo alcuni, un altro Special vincente, tanto arrogante quanto quello portoghese, anche se con meno feeling con l'Europa. In Champions i bianconeri deludono chi attendeva la nuova fioritura del nostro calcio, complice il sensazionalismo dato alle vittorie ottenute in una quanto mai modesta Serie A. In Italia, si sa, non nevicherà mai come ad Istanbul.

"Avevamo bisogno di un'eccellenza", tuona Tavecchio contro chi critica la scelta di ingaggiare per 4,1 milioni di euro annuali lo storico condottiero bianconero. Ingaggio che verrà compensato con gli sponsor, in primis la Puma, che non condizionerà le chiamate del ct: "Chi conosce Antonio Conte sa che niente e nessuno potrà mai decidere al posto mio", assicura il tecnico su di sé. Punterà sul blocco Juve, un biglietto da visita non troppo entusiasmante per le altre tifoserie, sebbene l'unità del gruppo è sempre stata la sua arma migliore. In azzurro Conte è chiamato a quel salto internazionale che non è riuscito a compiere a Torino. Personalmente sono curioso di constatare quali saranno i primi input del terzo ct più pagato al mondo. In attesa dei risultati che ci diranno quanto aveva ragione Tavecchio. C'è chi scommette già che sarà un successo.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 agosto 2014 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
vedi letture
Print