"La bellezza dell’Inter? Adesso è un po’ difficile trovarla, sta nella stravaganza e unicità dei tifosi, i più incontentabili del mondo. Amano la perfezione ma non la vogliono, puntano a tutto o niente, o disperati o al settimo cielo, mai calcolatori, mai mediocri. Mi sa che siamo tutti del cancro". Roberto Vecchioni torna a parlare di Inter e lo fa alla Gazzetta dello Sport. "Mazzarri? Detto che a volte non è il capo che conta, ma la gente intesa come squadra, tifosi e dirigenti, il tecnico ha avuto colpe evidenti. Innanzitutto non corrisponde al carattere dell’interista, bisognava capirlo subito che aveva un modo di fare diverso". Ora c'è di nuovo Mancini: "Ha tante qualità, conosce l’Inter, ma ha trovato tutto cambiato. Mi piace perché ha una precisa idea di gioco, per esempio parte dalla difesa a 4, e perché gestisce ed è bravo a cambiare il gioco anche in corsa. Però è certo che noi siamo particolari. Il Milan in fondo ha solo un punto più di noi, ma quando va male non è mai in crisi. Ai tifosi rossoneri va bene tutto, accettano tutto, perfino in Serie B sorridevano. Noi l’opposto, c’è un problema e siamo già disperati". Sui singoli: "Ranocchia è cresciuto, è un buon capitano. Se Palacio torna in forma è insostituibile. Kovacic ha talento e tempo davanti a sé. Juan Jesus fa qualche cavolata, ma mi piace. Un pronostico? 2-2". E gli allenatori recenti? "Prendiamo spunto dalla filosofia. Mourinho è come Nietzsche: al di là del bene e del male. Mazzarri ha un’idea fissa del gioco, ma non la sviluppa. Crede nell’essere e non nel divenire, come Parmenide. Mancini è un idealista un po’ romantico. Per lui scelgo Hegel: porsi, opporsi, superarsi. Sempre in divenire, deve dare ancora il meglio di sé". E Moratti? "Mi butterei nel fuoco per lui. Ha mantenuto la forza giovanile del credere sempre, è un Peter Pan più evoluto. Immagino il suo dispiacere per aver lasciato l’Inter, ma ci avrà pensato tanto concludendo che il suo gesto sarebbe servito". Che idea si è fatto di Thohir? "Non lo conosco bene. Se dall’Indonesia arriva a Milano per assistere a certe partite inguardabili la passione ce l’avrà. Aspettiamolo. Come ho preso la battuta del presidente Ferrero sul 'filippino'? Non sono convinto che sia stata una battuta: per me è ignorante, non sa la geografia". 
 

Sezione: News / Data: Gio 20 novembre 2014 alle 20:46 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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