In una lunga intervista concesso al quotidiano spagnolo Marca, il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha affrontato diversi temi di rilevante importanza riguardante il futuro del calcio europeo. A partire dal nuovo formato della prossima Champions League: "Non so se sia necessario o meno, ma è logico perché la vita, il sistema cambia e anche il calcio. Quattro o cinque paesi generano più dell’80% del denaro ed è per questo che c’è stato un cambiamento, destinando più soldi alla solidarietà. Il calcio non può essere una competizione chiusa. Oltre l’80% del denaro è distribuito in tutta Europa». Magari ci sarà la possibilità di spostare qualche gara fuori dal continente europeo, ad esempio in Asia: "In futuro è possibile. Non ne abbiamo discusso. C’è un problema che è quello dell’orario, è diverso da quello europeo e questo rende tutto difficile. Non sarebbe logica una finale alle due del pomeriggio. Quel che è certo è che la prossima finale sarà a Kiev e quella dopo a Madrid".

"Il calcio alla UEFA non è solo Italia, Inghilterra, Francia, Germania o Spagna - prosegue lo sloveno -. Ci sono molte federazioni, molti Paesi. Per le piccole federazioni, l’80% del budget proviene dalla UEFA. Il sistema di solidarietà è buono perché rende il calcio migliore in Europa..

Capitolo Financial Fair Play: "Stiamo discutendo di un nuovo Financial Fair Play. La prima cosa potrebbe essere limitare il numero di giocatori per club e proibire le cessioni e introdurre una forma di luxury tax, comminando una multa a chi spende più di quanto può permettersi, soldi che andrebbero agli altri club. Spese pazze? Secondo me non è questo il problema. Mi piace che il calcio sposti i soldi, ma il problema è la distribuzione di quei soldi. Puoi spendere 200 milioni, ma quei soldi non dovrebbero lasciare il calcio. Un club può investire molto per comprare Ronaldo e Messi, ma tre anni dopo? Non può essere che io sia il proprietario, io investa denaro, spendo e poi niente. Uccidi il club. Devi essere trasparente e mostrare tutto ciò che fai e avere un piano. Il calcio è qualcosa di più dei cinque grandi campionati, il calcio gioca per strada, è dei bambini. Le regole sono le regole e sono le stesse per tutti. Per me, il mandato principale è quello di preservare il calcio".

Chiusura dedicata alla violenza nel mondo del calcio: "Mi preoccupa. Lavoriamo da molto tempo per la sicurezza negli stadi e penso che siano sicuri, ma il problema è all’esterno e tutti dobbiamo lavorare insieme. Governi, polizia, autorità locali, club, la UEFA, dobbiamo mettere un freno lavorando insieme. L’Europa sta cambiando. Vi sono terrorismo, hoolligan, estremisti … La UEFA raccoglie informazioni, ma è giunto il momento di agire insieme. Anche i club hanno le loro responsabilità perché molte delle situazioni si verificano davanti ai loro stadi. Il problema è quando non controllano i tifosi. La soluzione non sarà sanzionare con 100.000 euro o 200.000 o chiudere lo stadio e andare oltre. Escludere un club dalle competizioni europee? Spero di no, ma tutto è possibile".

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Sezione: News / Data: Mar 24 aprile 2018 alle 18:08 / Fonte: Calcio & Finanza
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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