"La sentenza va rispettata, ma è andata diversamente da come ci si attendeva". È il primissimo giudizio di Marco Di Lello, ex procuratore aggiunto della FIGC che già si era espresso in merito alla questione Acerbi-Juan Jesus, subito dopo Inter-Napoli. "Forse il Giudice della Lega ha ritenuto opportuno potersi distaccare dal massimo organo di Giustizia Sportivo, ovvero la Corte d’Appello Federale. Ricorderete il caso Marconi-Obi, che aveva fatto giurisprudenza e aveva mostrato come era possibile punire di razzismo un calciatore seppur in mancanza di prove" ci tiene ancora una volta a ricordare ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

"Lì bastarono tre fattori che facevano leva sulle prove logiche, dal comportamento dell’offeso per esempio - continua -. Fattori che c’erano anche nel caso Acerbi-Juan Jesus. Il principio fondante della Giustizia Sportiva non prevede lo stesso garantismo della Giustizia Penale, questa sanzione è una novità assoluta. È una novità perché se ci fosse bisogno sempre della prova regina per deliberare una sentenza nella Giustizia Sportiva, racconteremo quasi o solo di assoluzioni".

Il Napoli o Juan Jesus possono fare ricorso?
"Bisogna fare attenzione. La clausola compromissoria spinge i calciatori della FIGC a risolvere le cose all’interno degli organi federali. Se si vuole sconfinare nel penale, bisogna chiedere autorizzazione alla Federcalcio. Ricorso al Coni si potrebbe fare, ma andrebbe impugnata da una delle due parti: formalmente non c’è una persona offesa e sarebbe complicato. In astratto si potrebbe, in pratica meno".

Sezione: News / Data: Mer 27 marzo 2024 alle 16:44
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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