Il quotidiano La Stampa ospita un fondo scritto da Hjalti Snær Ægisson insegna Letteratura comparata all’Università d’Islanda. Grande appassionato di lingua e cultura italiane, ha tradotto in islandese due capolavori della letteratura nazionale contemporanea come “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano e “Come dio comanda” di Niccolò Ammaniti. Per il giornale, Ægisson spiega il rapporto tra l'Islanda e il calcio italiano, arenatosi agli anni '90: "'Perché sventolano la bandiera inglese?'. Questo hanno chiesto molti sostenitori dello Stjarnan la settimana scorsa, quando hanno visto la folla milanese tifare e festeggiare la vittoria per 3-0 dell’Inter a Reykjavík. È un equivoco facilmente spiegabile: il pubblico islandese ha una conoscenza estremamente scarsa del calcio italiano - o dell’Italia in generale. Pochissime persone tengono d’occhio i risultati delle squadre italiane ed è dai primi anni ’90 che in Islanda non si trasmettono le partite della Serie A. Se si chiede a un islandese del calcio italiano, si rischia di sentirsi rispondere qualcosa su Roberto Baggio o Michel Platini. I primi anni ’90 sono stati un periodo di declino per l’Inter. Ecco perché non si trova nessun sostenitore entusiasta dei nerazzurri in Islanda, ma alcuni sostenitori del Milan e della Juventus dei vecchi tempi sono ancora in giro".

Ad andare per la maggiore, come in tanti altri Paesi, è la Premier League: "Chiunque abbia mai toccato un pallone ha una squadra preferita nella Premier League. Ecco perché il pubblico islandese ha applaudito ogni volta che Nemanja Vidic è entrato in campo contro lo Stjarnan mercoledì. In Islanda, i tifosi del Manchester United hanno perfino una propria rivista. Viaggi di fine settimana per vedere partite della FA Cup in Inghilterra sono una cosa abbastanza comune tra gli uomini islandesi fra i 25 e i 50 anni. Questi stessi uomini non riconoscerebbero Gianluigi Buffon se lo incontrassero per strada".  

Sezione: News / Data: Mer 27 agosto 2014 alle 22:00
Autore: Christian Liotta
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