Nelle ultime ore è tornata in auge la difesa a quattro. Tormentone estivo in quel di Pinzolo, nel 'ripostiglio' con l'inizio della stagione e nuovamente attuale dopo la debacle contro il Cagliari. Una soluzione adottata dalla maggior parte delle squadre europee, Inter quadrata, concreta e, soprattutto, vincente degli anni scorsi compresa. Ma la squadra di oggi come si comporterebbe con un cambiamento così radicale in corsa? Doverosa premessa ammettere che non sarebbe modifica facilmente attuabile. Per più di un motivo:
1. ALLENATORE - Walter Mazzarri è profondo conoscitore del 3-5-2 (e sfumature varie), modulo che ha utilizzato in tutta la propria carriera. A Livorno nel 2003-2004 conquistando una storica promozione, a Reggio Calabria con la coppia d'attacco Amoruso-Bianchi, a Genova con la potenza-fantasia di Pazzini-Cassano e a Napoli consacrando giocatori divenuti poi campioni come Hamsik, Cavani e Lavezzi. Ma l'aspetto fondamentale di questa disamina non riguarda il reparto offensivo, ma una chiave tattica che ha fatto la differenza per WM in tutti questi anni: l'importanza degli out laterali.
2. ESTERNI - Un ruolo che, con il passaggio al poker difensivo, cambierebbe totalmente. Meno spinta e più accortezza alla fase difensiva, perché il 3-5-2 può trarre in inganno: i 'soli' tre difensori di ruolo possono aumentare proprio con i due esterni offensivi, per il cassico 3-5-2 in fase di spinta e 5-3-2 in fase difensiva. Un modulo camaleontico, insomma. Ma per essere espresso al meglio occorrono idee e movimenti tattici assimilati al 100%, altrimenti sarebbero notevoli le difficoltà, soprattutto contro avversari che dispongono di esterni molto bravi a offendere. A quattro, invece, i centrali puri sono solamente due. Ma molto dipenderebbe dalle caratteristiche dei terzini (rievocando l'Inter del Triplete, per fare un esempio, agivano Maicon da una parte e Chivu dall'altra. Totalmente diversi tra loro, in modo tale da compensare la grandissima spinta offensiva del brasiliano e l'attenzione difensiva del rumeno).
3. TEMPISTICHE CONTRO - Movimenti tattici assimilati al 100%, copia-incolla del concetto di cui sopra. Sarebbe doppio l'ostacolo per questa Inter in versione a 4 perché, oltre a un mister che ha sviluppato la propria carriera con la difesa a tre, occorrerebbero tempistiche che, forse, l'Inter attuale non può permettersi. Troppo rischioso addentrarsi in un processo sì potenzialmente vincente, ma altrettanto complicato se si considera che la stagione è già iniziata. Più opportuno, sarebbe stato, optare per soluzioni diverse già in periodo pre-season, ma i 3 dietro sono rimasti tali per tutta l'estate. Segno che il mister non hai creduto fino in fondo in questo progetto tattico. Con il doppio impegno che diventerà triplo con una Coppa Italia in arrivo non sarebbe facile per Mazzarri studiarlo a tavolino, sperimentarlo sul campo per poi impiegarlo con decisione senza alcun dubbio e rischio.
4. INTERPRETI - Nella rosa attuale WM può contare su quattro esterni di ruolo: Dodò, Nagatomo, D'Ambrosio e Jonathan, con Juan Jesus e Andreolli adattabili nella difesa a quattro. Senza inoltrarsi in discorsi superflui, balza subito all'occhio la poca propensione di questi quattro profili nell'essere impiegati come esterni bassi. Il brasiliano ex Roma ama spingere e lamenta ancora lacune evidenti nel difendere e sarebbe un rischio, almeno a oggi, schierarlo come terzino sinistro; copia-incolla per il collega brasiliano Jonathan, che si è concentrato, dal momento dell'arrivo di Mazzarri all'Inter, ad affermarsi come esterno nel 3-5-2, aumentando il livello delle prestazioni rispetto al battesimo in nerazzurro e diventando via via un fedelissimo del tecnico. Più adattabile, invece, il giapponese. Non sarebbe la prima volta vedere un Nagatomo schierato nella 'mattonella' di sinistra a quattro perché già a Cesena e nell'Inter pre-Stramaccioni con Leonardo e Ranieri (Gasperini non ha mai abbandonato la difesa a tre) ha agito proprio in quel ruolo. Ma l'attitudine alla spinta pare evidente e, probabilmente, il solo D'Ambrosio potebbe adattarsi come quarto. Il classe '88 di Caivano, infatti, potrebbe agire sia a sinistra che a destra in un ruolo a lui familiare, perché già a Torino si è adoperato, e bene, in questa zona. Citazione ultima, non per importanza, per Medel: in poco tempo si è guadagnato l'identikit di fondamentale e titolarissimo, indipendentemente dal modulo. Se il motore cileno non dovesse essere al top, difficilmente la macchina Inter ingranerebbe. Come si è visto nel ko interno contro il Cagliari. Con un Pitbull a mezzo servizio la squadra è affondata. Troppo importante la protezione davati alla difesa del mediano della Roja, con il conseguente accantonamento, almeno per il momento, della possibilità di utilizzarlo come mezzala, per favorire il rientro in pieno forma di Hernanes come regista davanti alla difesa. Perché questa Inter non può permettersi di aspettare.
5. PRECEDENTI - Senza riavvolgere il nastro troppo a ritroso nel tempo, in questa stagione sono due le occasioni in cui il tecnico ha utilizzato il poker arretrato, seppur a gara in corso. E per motivi differenti. A Palermo per cercare di segnare il gol-vittoria e contro il Cagliari, 'rattoppando' per necessità. Al Barbera, dopo il consueto 3-5-2 di partenza, Mazzarri ha sostituito Kovacic con Palacio, Juan Jesus con Hernanes e D'Ambrosio con Dodò, per un assetto molto offensivo con Icardi, Osvaldo, il Trenza, il Profeta e Guarin in campo contemporaneamente, con Nagatomo-Dodò terzini, Medel, Hernanes e il colombiano in mediana e il tridente italo-argentino davanti. Risultato? Infelice, con la la squadra che ha certamente cercato il vantaggio (Osvaldo vicissimo al gol con il super intervento di Sorrentino allo scadere), ma che ha rischiato, altrettanto, la sconfitta. Discorso a parte nel match contro Zeman, con i piani di Mazzarri che si sono sgretolati dopo il rosso a Nagatomo, anche se incomprensibile l'atteggiamento generale della squadra, chiamata a reagire, ma ,al contrario, è andata via via scomparendo dal campo.
6. QARABAG-FIORENTINA - Parlando di stretta attualità e immediato futuro, nell'agenda nerazzurra ci sono due impegni, differenti per difficoltà, ma equivalenti a livello di importanza: giovedì a Milano arriva il Qarabag per una partita che si presenta come ghiotta occasione per fare il passo decisivo verso la qualificazione al turno successivo in Europa League, mentre domenica a Firenze l'Inter cercherà di non perdere un ulteriore treno con destinazione 'zone che contano' in campionato. Per quanto riguarda la gara contro gli azeri, le ultime hanno avanzato l'ipotesi che Mazzarri possa utilizzare il 4-3-1-2, anche se in pole rimane il 3-5-1-1 rivolto a far rifiatare un attaccante. Per il campionato, invece, quasi scontato il classico 3-5-2. Anche se le idee del tecnico potrebbero cambiare di giorno in giorno, a seconda delle condizioni dei giocatori.
EUROPA LEAGUE: due le possibilità, con il sicuro utilizzo di Nagatomo (squalificato al Franchi) e il probabile turno di riposto per Vidic:
a) 4-3-1-2: Handanovic; D'Ambrosio, Andreolli, Ranocchia, Nagatomo; Kuzmanovic, M'Vila, Obi; Guarin; Icardi, Bonazzoli. (Possibile anche l'inserimento di Krhin al posto di una delle due punte, con Guarin che andrebbe a fare la seconda punta a supporto. Attenzione anche Mbaye come possibile titolare).
b) 3-5-1-1: Handanovic; Andreolli, Ranocchia, Juan Jesus; D'Ambrosio, Kuzmanovic, M'Vila, Obi (Krhin), Nagatomo; Guarin, Icardi.
CAMPIONATO: a Firenze, invece, possibile che siano i seguenti i giocatori che cercheranno di battere i viola di mister Montella:
3-5-2: Handanovic; Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; D'Ambrosio, Hernanes, Medel, Kovacic, Dodò; Osvaldo, Icardi.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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