Massimo Moratti a 360 gradi negli studi di 'Mondo Inter', il nuovo talk show di Inter Channel del giovedì sera.
Il presidente dell'Inter, in attesa del Consiglio di Amministrazione del 25 ottobre, si concede ai microfoni dell'emittente tematica del club nerazzurro e affronta numerosi argomenti, tra passato, presente e futuro.

MASSIMO MORATTI, IL PRIMO - Il primo presidente che ha lanciato un sito Internet di una società calcistica, il primo a dare il tocco "internazionale" alla squadra, il primo a non legarsi ad un mondo calcistico che ci ha fatto arrabbiare, il primo a centrare il Triplete, primo a lanciare un messaggio come Inter Campus, il primo a credere nel settore giovanile e, soprattutto, il primo a livello di trofei, battendo Milan e Juventus. In fondo, nel 1908, iniziò tutto così: Noi siamo fratelli del mondo.

TRA INTER...NET E INTER...CAMPUS "Internet è merito di mia moglie, mentre il resto è frutto del lavoro. La cosa che mi rende più orgoglioso, anzi, che mi diverta di più è la parte sugli stranieri, mentre l'orgoglio è rappresentato dai tifosi e dalle vittorie. In particolare è Inter Campus, un'iniziativa rivoluzionaria che mai si era vista prima, poichè seria e riconosciuta. Questo è veramente bello".

SIAMO UNICI - "Il calcio lo si vede come uno strumento per esprimere quello che di bello hai dentro di te. A volte riesci, a volte no. Ciò vuol dire capire quello che vuole il tifoso, che non è solo il grande giocatore - cosa ovvia - ma tante volte vuole un segno della società particolare, e questo c'è sempre stato: siamo diversi e unici, ogni tifoso è partecipe, si sente un po' "presidente". Il marchio ha un grande significato: quando sono arrivato mi dissero di non prendere i giocatori di colore per colpa della curva ma, al contrario, presi Paul Ince. L'Inter è veramente una società unica e il pubblico come ha risposto? In modo fantastico! L'inglese è stato veramente amato".

I TIFOSI - "Con me i tifosi sono sempre stati affettuosi e comprensivi, non ho nessun ricordo negativo. Quando protestavano avevano ragione. Va bene considerare la proprietà, ma quello che fa vivere una società sono i tifosi e loro con me lo hanno capito. Nostalgia della firma del '95? Quella volta l'ho sentita come una gioia e una responsabilità. Non so se posso parlare di nostalgia, ci sono stati dei bei momenti ma è anche stata una bella rottura di scatole...".

CINESI E THOHIR - "L'Inter ha una sua storia e deve continuare ad averla con chiunque vuole farla continuare. Dopo il Triplete è stato un anno buono, nonostante avessimo cambiato allenatore e quindi si era creato un clima strano. Sia Benitez che ha vinto due trofei sia Leonardo hanno fatto bene. Poi ci sono state delle scelte sbagliate ed è stato giusto guardarsi in giro. È nata questa opportunità con i cinesi, era interessante perché volevano costruire lo stadio. Ma si è creato un problema a casa loro e l'accordo è saltato. Alla fine si sono fatti vivi questi signori, molto entusiasti e con un mercato notevole che si può sviluppare con il marchio dell'Inter . La cosa è iniziata così e poi è andata avanti. Essendo abituato ad avere un ruolo di responsabilità è difficile ora avere altri ruoli. Loro continuano a chiedermi di restare come presidente. Questi signori vogliono che io rimanga all'interno per aiutarli, ma poi chiunque deve farsi la sua esperienza. L'unica differenza con gli altri è che questi signori vivono lontano dall'Italia, per questo mi chiedono di restare. Sanno che questo è un salto importante, motivo per cui trattano la faccenda con delicatezza, ed è bene che sia così. Ma non vorrei essere io a mettere in difficoltà la società, quindi obbedirò agli amici (ndr). Quando c'è stato l'approccio di questi signori mi è venuto in mente l'affetto e l'entusiasmo della tournée in Indonesia. Questo ha aiutato anche loro a fare un investimento del genere".

I TROFEI - "Sarei snob a mettere sotto la Champions. La partita di Madrid l'abbiamo affrontata tutti con una serenità incredibile, sapevamo già di vincerla prima ancora di giocare, a differenza di Siena dove la sofferenza era infinita. Anche il campionato vinto a Parma nel secondo tempo è stato fantastico, una gioia enorme. E ppi la seconda Coppa Italia che abbiamo vinto è stata valorizzata perché nello stesso tempo il Milan perdeva la Champions a Istanbul (ndr). Ma la nostra Champions è stata la conferma della forza della squadra".

CHI È THOHIR - "L'ho visto sia al tavolo da lavoro sia come amico. È una persona tendenzialmente allegra, quindi fa simpatia. È ambizioso e questo va bene per la società. E poi è un lavoratore perché dalla mattina alla sera è in giro a fare i suoi interessi. Ha molto senso dell'amicizia, ha accanto a sé questi due soci, che conosce da 25 anni, entrambi molto interessanti. È un gruppo che può dare molto, vivono lontano e lavoreranno con prudenza. Non vogliono essere invadenti né fare la figura dei prepotenti. Qualche volta mi ha chiamato dicendomi che lui non è come veniva descritto da alcuni giornali. Thohir è a disposizione della gente e vuole capire i tifosi. Non ha alle spalle 50 anni di storia dell'Inter, ma ci metti poco a diventare un vero presidente dell'Inter con la sofferenza che sei costretto a provare (ride, ndr). Cercano di capire cosa vuole il pubblico dell'Inter e questa è la cosa migliore. In Inghilterra ci sono i russi, gli americani, orientali. Vengono da tanti paesi diversi. Lì è qualcosa che ha preso piede, sta crescendo una certa parte di professionisti che lavorano per conto di. Qui è una cosa nuova, solo la Roma è straniera ma ha avuto una storia tutta diversa. Qui è una cosa nuova. Voglio spezzare una lancia a favore delle persone che lavorano in società. Hanno spessore, esperienza e sono interisti. Questo non serve per mettere distintivi, serve perché la musica funzioni sempre nella stessa maniera. Al di là del presidente il pubblico dell'Inter è quello. Le persone in società sanno lavorare bene. Poi chiunque arrivi avrà le sue preferenze. Ma non credo che abbiano intenzione di fare stravolgimenti perché è un rischio. Un socio italiano in questa avventura interista era difficile da trovare. In Indonesia sono impazziti all'idea di questa società e mi fa piacere. Abbiamo allargato il pubblico, in Italia era difficile trovare un sostituto. Io ho fatto il mio tempo dopo 18 anni. Credo che ogni tanto ci vogliano visi nuovi e idee nuove".

IL COLPO RONALDO - "Nessuno credeva che fosse possibile prenderlo, era considerato un acquisto impossibile. Questa mancanza di concorrenza ci ha aiutato. Poi l'abbiamo venduto non più integro ricevendo il doppio di quanto speso. E in termini di sponsor oltre che per popolarità siamo stati ripagati. Ronaldo è stato un grande affare".

MESSI - "All'inizio fu soltanto una mia battuta, ogni tanto mi manda la sua maglia firmata perché avevo detto guardandolo 'questo è fortissimo'. Abbiamo tentato ma lui era molto legato al Barça perché l'aveva aiutato quando lui era in difficoltà. E sarebbe stato brutto anche da parte nostra separarli".

I SENATORI - "Il pubblico dell'Inter adora i giocatori che hanno vinto il Triplete, lo noto a San Siro ogni volta che toccano la palla. Quelli che sono rimasti possono ancora dare tanto, non è facile sostituirli. Diventi quasi geloso di come si muove Milito. Zanetti poi è fantastico, ho sentito che si sta allenando già da oggi. È incredibile, pensavo avesse bisogno di altri due o tre mesi, invece è quasi pronto. Parliamo di campioni legatissimi all'Inter al 100%. Cambiasso è un esempio di professionalità e serietà. Samuel poi... Saranno ancora utilissimi".

MAZZARRI E CAMPIONATO - "In queste ultime tre partite non siamo stati baciati dalla fortuna ma abbiamo anche fatto degli errori. Ma Mazzarri si è fatto un'esperienza fortissima, è una persona molto reattiva messa in un ambiente nuovo. È molto apprezzato dai giocatori. È un lavoratore fenomenale perché sta vicino ai giocatori dalla mattina alla sera. Ha questa capacità di aprire un dialogo con tutti i giocatori. Saprà concretizzare il tutto con delle prestazioni che ci faranno felici".

SFIDA AL VERONA - "Di una squadra che viene dalla B ed ha subito questo successo non ci sono molto esempi. Mandorlini? Se pensa che si può perdere anche con l'Inter, se entra in quest'ordine di idee mi va benissimo (ride, ndr)".

ITURBE - "Avevo letto sul giornale che eravamo interessati a questo nome. La sua storia è simile a quella di Wallace. È stato ceduto in prestito con un riscatto altissimo. Botta invece è un bel giocatore, se torna con noi può fare bene. La butto lì, poi vediamo...".

I FIGLI - "Parliamo di Inter come amici. La cessione è state presa peggio da mia moglie perché lei è una costruttiva che pensa sempre che si possa fare un passo in più. Anche la Bedy non è felicissima, ma è buona e non mi dice cose che mi fanno stare male".

ALLENATORE - "Ho sempre pensato che fosse un mestiere difficile e io ne ho condannati parecchi. Faccio fatica a parlare di cose tattiche, non vi perdete nulla...".

GLI UNDICI DI MORATTI - "Rinuncerei a due squadre, quella di mio papà e quella del Triplete. In porta metto Zenga, terzini Brehme e Roberto Carlos, a centro metterei Cordoba, Bergomi e Passerella. In mediana Ince e Matthaeus. In attacco sono troppi. Senza dubbio Ronaldo e Ibrahimovic. E poi per non offendere nessuno mettiamo Recoba, di cui tutti sanno che ho una mania (ride, ndr)".

IL SALUTO - "L'Inter ha la sua storia bellissima e continuerà ad averla. Sembra una cosa stupida da dire ma come saluta il tifoso non ti saluta nessuno. Porta dentro ciò che hai dentro anche tu. Anche nei momenti difficili come il 5 maggio è stato fondamentale avere il sostegno dei tifosi. Io devo inchinarmi e ringraziare i miei tifosi, sono assolutamente debitore".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 24 ottobre 2013 alle 23:12 / Fonte: Inter Channel
Autore: Francesco Fontana
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