Per l'impegno di Tim Cup Stefano Pioli decide di dare chance importanti ad alcuni giocatori rimasti i margini fino ad adesso, in primis Gabigol. Insieme a lui davanti ci sono Palacio, che agisce al posto di Icardi, ed Eder, oltre all'ormai imprescindibile Joao Mario. In mediana confermato il duo Kondogbia-Gagliardini, mentre dietro c'è l'limportante rientro di Medel al centro della difesa, con al suo fianco Murillo. Donadoni invece schiera i suoi con il classico 4-3-3, con la velocità di Rizzo e Di Francesco ad accompagnare Destro. 

GRANDE RITMO - La partita è caratterizzata fin da subito da un alto livello di intensità, con l'Inter che gestisce il pallino del gioco. A differenza di quanto successo ultimamente in campionato, gli esterni offensivi giocano con il piede invertito, Gabigol, mancino, a destra, ed Eder invece a sinistra. Questa caratteristica offre alla manovra dell'Inter una nuova dinamica, perchè a differenza di quanto fanno Candreva e Perisic, che ricevono la palla sui piedi dopo essersi accentrati, per poi andare al tiro, Eder e Gabigol ricevono palla larghi per, attraverso il proprio movimento a convergere, tagliare al centro del campo, e poi giocare con il proprio piede forte. Questo garantisce maggiore spinta ai terzini e una buona imprevedibilità all'azione della squadra. Il brasiliano è l'unico giocatore in rosa a poter fare con efficacia questo, e forse all'Inter manca un giocatore con le sue caratteristiche. Come contro il Chievo, è Kondogbia il primo a ricevere il pallone dalla difesa, mentre Gagliardini agisce a tutto campo. L'Inter arriva più volte alla conclusione, ma a causa dell'imprecisione trova il vantaggio solo grazie ad una spettacolare rovesciata di Murillo. Al minuto 17' viene palesata una delle difficoltà della squadra: Kondo e Gagliardini sono molto abili ad accorciare in avanti, ma fannopiù fatica a rincorrere gli avversari. Quando vengono presi alle spalle, sono praticamente tagliati fuori dal gioco. Nella prima occasione Medel è bravo a chiudere su Destro; appena prima dell'intervallo invece la squadra tarda a chiudere su Dzemaili, che è fortunato a trovare la deviziano proprio di Kondogbia per dimezzare il passivo del Bologna. Il 2-0 dell'Inter è un sublimato di tecnica e intelligena calcistica: Palacio è il primo a raccogliere una palla vagante in mezzo al campo e con grande visione di gioco, prima ancora di averla in controllo, sa già che Joao Mario è largo alla sua sinistra, pronto a ricevere il pallone. Il portoghese poi è fenomenale nell'aprire il gognometro e servire il pallone proprio sulla corsa di Palacio. 

PAURA E CANDREVA - Nella ripresa il Bologna alza il ritmo del pressing, provando ad arginare la manovra dell'Inter fin dai primi metri. Questo manda in difficoltà Kondogbia, che pressato perde lucidità nella gestione del pallone. Palacio e Gabigol finiscono le energie, e vengono sostituiti da Candreva ed Icardi, senza che cambi niente nello schieramento offensivo. Quando l'Inter sembra essere riuscita ad arginare l'impeto bolognese, senza che Carrizo debba mai fare particolari interventi, arriva il 2-2. Da un traversone dalla destra, Murillo e Medel si preoccupano solo di Destro, mentre Donsah insacca in terzo tempo dopo che il pallone ha superato anche Ansaldi. La responsabilità del gol è sulle spalle di Kondogbia però, perché il centrocampista del Bologna parte al suo fianco fuori dall'area di rigore, ma il francese ha gli occhi solo sul pallone e non se ne accorge. Donsah si inserisce indisturbato, senza che Ansaldi possa intervenire, sia perché anch'egli guarda solo il pallone e sia perché l'avversario arriva alle sue spalle. Ancora una volta si dimostra come il punto debole dell'Inter siano gli inserimenti dei centrocampisti, vedi il gol a Udine, perché la mediana non è in grado di fornire quell'attenzione difensiva necessaria, soprattutto sugli uomoni che partono da posizioni apparentemente non pericolose. L'Inter prova a rimediare e chiudere il tutto nei 90', ma non ci riesce, nonostante l'entrata in campo di Brozovic per Eder, con Joao Mario allargato, per dare maggiore dinamismo alla manovra. Nei supplementari Candreva è fortunato in occasione del gol, perché, dopo aver ricevuto una bella palla da Icardi, calcia di sinistro un tiro che viene sporcato dal difensore avversario, ingannando Da Costa. Alla fine l'Inter scampa il pericolo beffa e passa il turno, con la consapevolezza che molte cose interessanti, anche dalle "riserve", si sono viste. Ma sono stati palesati anche i limiti su cui Pioli deve lavorare. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Mer 18 gennaio 2017 alle 16:10
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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