Nell'anticipo delle 12.30 l'Inter ospita la Spal, sicuramente la più convincente delle tre neopromosse in Serie A. Dopo il brutto primo tempo di Roma, Spalletti dà ancora fiducia a Gagliardini, schierato in mediana al fianco di Borja Valero. Riposa invece Vecino, tornato pochi giorni fa dall'impegno con la nazionale uruguaiana. Spazio anche per Dalbert, che esordisce dal primo minuti a sinistra; per il resto la squadra è la stessa che ha battuto Fiorentina e Roma. Semplici invece schiera la sua Spal con il consueto 3-5-2, con Lazzari e Costa sugli esterni. Borriello e Paloschi sono le due punte. 

PRIMO TEMPO - Il copione della partita, prevedibile sin dalla vigilia, si conferma nei primi minuti. L'Inter prova a costruire, la Spal vuole chiudere ogni spazio per ripartire in velocità, sfruttando soprattutto la buona corsa di Lazzari. Nella prima parte di partita l'Inter si rende pericolosa due volte con Gagliardini, desideroso di mettere da parte gli oribili 45 minuti dell'Olimpico contro la Roma: l'italiano dimostra buona gamba per inserirsi, mancando solo di precisione al tiro. La Spal organizza la propria difesa cercando di schermare, con Viviani o Mora, il raggio d'azione di Joao Mario, che tende così ad abbassarsi. Questo però non rende felice di Spalletti, che chiede al portoghese di restare in posizione più avanzata così da non pestare i piedi a Borja Valero. Il movimento ad indietreggiare di Joao Mario, inoltre, spinge Perisic ma soprattutto Candreva ad accentrarsi molto, cercando di occupare la posizione di campo da lui lasciata scoperta; questo però limita lo sviluppo del gioco sulle corsie esterne, cosa invece molto cara a Spalletti. L'Inter riesce a mettere in discesa la partita al 20', quando il breve scambio tra Icardi e Joao Mario genera il rigore che Maurito trasforma. Dopo il gol l'Inter non riesce però a dilagare come sperava, perché la Spal rimane comunque fedele al proprio piano di gioco, attendendo con pazienza lo spazio per ripartire. Occasione ghiotta per Paloschi, che scappa via a Miranda in profondità e solo il disturbo di Skriniar gli impedisce di colpire bene il pallone. Disattenzione della difesa nerazzurra, che soffre gli attacchi alle spalle, soprattutto dalla parte di Miranda. 

SECONDO TEMPO - La ripresa riparte senza cambi. L'Inter nei primi minuti riesce a far girare a vuoto il pressing della Spal, trovando sbocchi di gioco importante soprattutto dalla parte di Perisic, mancando però nell'ultimo passaggio. Nella parte centrale del secondo tempo è la Spal a rendersi pericolosa: gli spallini non creano vere occasioni da gol, ma ottengono una serie di calci piazzati che tengono in apprensione la difesa dell'Inter, che non riesce più a gestire il pallone come vorrebbe. Borriello ma non solo sono una bella gatta da pelare in queste situazione di gioco e qui spicca ancora una volta Skriniar, sempre preciso e puntuale su tutti i palloni aerei. Quando recupera il possesso, l'Inter prova a rallentare il ritmo, ma spesso sbaglia e cala di concentrazione. Questo fa innervosire Spalletti, che riprende Dalbert per un cambio di gioco grossolano. Il brasiliano si rende artefice di una buona partita, attenta in fase difensiva gestendo bene un giocatore sicuramente di qualità come Lazzari ma timida quando si tratta di attaccare. Ancora tutto da scoprire il Dalbert in proiezione offensiva, dato che l'ex Nizza non ha quasi mai raggiunto il fondo. Spalletti fa rifiatare Borja Valero, che come di consueto attorno all'ora di gioco finisce l'autonomia e inserisce Vecino. Semplici butta nella mischia Grassi e Antenucci, ma la Spal non riesce più a rendersi pericolosa. In realtà neanche l'Inter, che prima dello splendido raddoppio di Perisic era arrivata al tiro solo con Skriniar da distanza siderale (traversa). Alla fine l'Inter porta a casa una vittoria importante, diversa dalle precedenti due: un successo sudato, figlio di una partita dove l'Inter è stata padrona del gioco e non libera di far esplodere il proprio talento offensivo in contropiede, come successo a Roma invece. In questo la squadra deve migliorare, come Domenichini (il vice di Spalletti) ha sottolineato: la bravura di trovare la chiave giusta per aprire anche le difese più chiuse. La costruzione di palle gol non solo alla velocità della luce ma anche a ritmi ridotti. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 10 settembre 2017 alle 20:55
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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