Intervistato dalla Gazzetta dello Sport​, il doppio ex della sfida Inter-Roma, Cristian Chivu, ha descritto così lo scontro di domenica tra nerazzurri e giallorossi: "Una partita ad alto ritmo, Inter e Roma stanno bene fisicamente e mentalmente. Una cerca continuità, l’altra di tenere lontano il Napoli e vicina la Juventus".

Lei ha giocato molto tempo con Spalletti in panchina...
"Un grande allenatore, ha un modo di parlare alla squadra e di caricare i giocatori che è unico. E poi è attentissimo ai dettagli, pignolo. Da calciatore spesso non capivo, adesso mi è tutto più chiaro: prevenire è meglio che curare".

Con Pioli invece non ha mai lavorato. Cosa pensa del suo lavoro?
"Sta facendo qualcosa di straordinario e allo stesso tempo credo sia consapevole che dovrà continuare questa striscia per puntare al ritorno in Champions. L’Inter ha perso punti quando invece aveva il dovere di vincere. Eppure quando scegli un allenatore come De Boer sai che dovrai essere pronto ad affrontare le difficoltà. Allora sarebbe stato meglio valutare prima se puntare o meno su di lui".

Tatticamente ci sono diversi aspetti interessanti nella sfida di domenica.
"Parto ricordando ciò che accadde all’andata (2-1 per la Roma, ndr), quando all’Inter mancò l’organizzazione nella fase di non possesso palla. Credo che la Roma cercherà ancora le verticalizzazioni per sfruttare la velocità degli esterni. L’alternativa sarà una scelta “fisica” con continue sponde su Dzeko".

Lei da ex terzino cosa farebbe contro Salah?
"Quando mi capitava di sfidare gente veloce come Messi o Robben preferivo stare un po’ staccato da loro confidando nel raddoppio del centrale del mio lato o in quello del centrocampista di quel settore".

Quindi occhio al fattore Salah. E per l’Inter?
"Perisic, fondamentale nei big match. Ha corsa, visione di gioco e senso del gol. Se la Roma giocherà a 3 dietro, il croato potrebbe affrontare un centrale portato fuori ruolo".

Crede che un giorno Inter e Roma torneranno a lottare per lo scudetto?
"Per arrivare al livello della Juventus non servono soltanto undici ottimi giocatore e un ottimo allenatore. Ci vogliono una società sana che ti difenda, la tradizione e il palmares".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 24 febbraio 2017 alle 11:09 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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