Giovane e forte per la sua età. Potente e concentrato sul proprio obiettivo. Tranquillo e amante della famiglia. Una Pantera quando scende in campo. Moises Eboko Cordoba, il promettente attaccante classe 2000 delle giovanili dell’Inter, segnalato da tutti gli addetti ai lavori come un potenziale (o quasi certo) crack, si gode il momento, senza montarsi la testa. Il bomber, chiamato da Spalletti per allenarsi con la prima squadra, non si è montato la testa, ma anzi lavora ancora più sodo per assicurarsi un brillante futuro. Sergio Barila, l’agente del calciatore, in esclusiva per FcInterNews.it, racconta la storia del giovane spagnolo con origini della Guinea Equatoriale.

Dove lo ha scoperto?
"Conosco Moises da quando aveva 12 anni. Anche se ho iniziato a lavorare con lui tre anni più tardi, quando ne aveva 15, dopo essermi consultato con la sua famiglia. Prima ha seguito la sua traiettoria a Valencia. La prima volta l’ho visto giocare con la Selezione della Comunità Valenciana. Era una ragazzino molto potente e rapido. Che ha sempre avuto il vizio del gol".

Da dove è nata l’idea di trasferirsi a Milano?
"Nelle quattro stagioni a Valencia Eboko si è messo in luce segnando più di 160 gol. In più aveva fatto molto bene anche in vari tornei giovanili disputati in Italia, bucando, tra le altre, anche la rete dell’Inter. Da lì la società nerazzurra, tramite Pierluigi Casiraghi che lo aveva visionato, ci ha comunicato l’interesse verso il mio assistito. Ne ho parlato con la sua famiglia, l’idea è piaciuta e il trasferimento si è concluso".

Tutti lo chiamano la Pantera. Chi gli ha affibbiato questo soprannome per la prima volta?
"Lo chiamano così da quando era piccolino. Quando l’ho conosciuto, proprio perché era potente e aggressivo in campo fin dalla tenera età, già tutti si riferivano a lui con questo appellativo. L’altro giorno si è allenato con la Prima Squadra. Direi che si tratta di una bella soddisfazione… Sì, la politica dell’Inter è quella che l’allenatore conosca tutti gli elementi più interessanti pure delle giovanili. Noi dobbiamo vedere questa chiamata come una cosa normale, utile per la formazione del giocatore. Si tratta di una buona politica del club. E di un primo passo per il giovane".

Pensa che nel giro di breve tempo potrebbe arrivare l’esordio in Serie A?
"Adesso penso solo che Eboko debba fare bene nelle Giovanili. È lì che dovrà dimostrare le proprie capacità. Poi arriverà la tappa seguente. Non ha senso pensare ora di giocare nella Prima Squadra. Ed è su questo che è focalizzato. Senza fretta, perché quando hai fretta le cose non vengono bene".

A quale calciatore professionista possiamo paragonarlo?
"Credo a Lukaku. Per potenza, rapidità e facilità di segnare".

Come va a Milano?
"È molto felice, si trova bene con tutti i compagni. I primi mesi sono stati un po’complicati perché era la prima volta che si trovava lontano da casa e della famiglia, in un club nuovo e con una lingua da imparare. Ora si è integrato. I suoi cari vengono spesso a trovarlo. E punta a disputare una bella stagione".

Si può già avere un’idea di dove possa arrivare?
"Posso solo dire che per la sua mentalità e per quanto si impegna in quello che fa ha tutte le caratteristiche per sfondare nel calcio professionistico. Però adesso deve solo lavorare e continuare sulla strada intrapresa. Ha compiuto un sacrificio lasciando casa e trasferendosi a Milano, consapevole che adesso i suoi obiettivi siano l’allenarsi al meglio e lo studio".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 15 settembre 2017 alle 21:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
vedi letture
Print