Tante novità piacevoli nella vittoria netta dell’Inter a Cagliari: il primo gol di Gagliardini, un rigore anche per i nerazzurri e susseguente ritorno al gol in trasferta di Icardi, una rete su punizione (che l’Inter non sfrutta mai), autore l’ottimo Banega e una doppietta di Perisic il quale in trasferta trova più spazi. La partita ha detto alcune cose e ne ha puntualizzate altre. La squadra di Pioli è un diesel e non entra quasi mai in partita dal primo minuto, i giocatori vanno ad un ritmo che pare compassato ma hanno nei piedi la capacità di trovare verticalizzazioni che soppiantano le combinazioni difensive degli avversari. È accaduto anche questa volta in occasione del gol di Perisic, ottenuto grazie a Banega, il quale, oltre a trovare il raddoppio su calcio da fermo, ha dimostrato che non sarà mai un recuperatore di palloni ma se la squadra si muove intorno e gli toglie l’imbarazzo del sacrificio tattico, lui diventa un meraviglioso anarchico. Avere Banega è come disporre di un trequartista in ogni zona del campo, capace di inventare un gioco sovversivo in mezzo all’ordine e dunque la banalità del passaggio facile in orizzontale. Il fatto che non abbia trovato, fino a poche settimane fa, un'occupazione stabile tra i titolari e un rendimento che lo rendesse più luminoso degli altri, dipende senz’altro dal difficile ambientamento ma anche ad un ruolo, il suo, che storicamente non riesce ad essere colto da decine di allenatori. All’Inter è successo molte volte e gli interisti ancora oggi guardano con sufficienza a Recoba, Coutinho, Kovacic mentre hanno dovuto arrendersi all’evidenza almeno con Seedorf e Pirlo. Oggi Banega è un giocatore indispensabile come lo era al Siviglia, lo è nella Nazionale argentina e lo deve essere nell’Inter di oggi, ma senza un gioco cucito su misura, anche per lui sarà difficile mantenere una continuità di rendimento. Troppo “facile” far complimenti alla squadra in una giornata in cui è girato tutto bene, al contrario di situazioni in cui è andata al contrario, come la scorsa settimana. Giusto ricordare la prova a due facce di Kondogbia partito davvero male per poi rifarsi nel corso della partita ma soprattutto la continua crescita di D’Ambrosio che ha però commesso un errore grave nella marcatura su Borriello, non creando alcun problema all’attaccante del Cagliari, in occasione del gol. Resta il fatto che l’esterno sta dimostrando di avere ancora margini di crescita nonostante i suoi 29 anni. Dimostrazione che l’intelligenza va oltre i mezzi tecnici e ti spinge a crescere. A distanza di sette giorni è possibile rileggere la sconfitta interna con la Roma anche con un'altra interpretazione. Per una settimana si è disinvoltamente detto che Pioli è bravo ma ha dimostrato i suoi limiti facendosi asfaltare tatticamente da Spalletti. Si è anche detto e scritto che l’Inter era inferiore alla Roma. Vero, Pioli ha sbagliato e l’Inter è parsa dare ragione agli scettici che, come me, sostengono che la squadra debba ancora fare un salto di qualità mentale e l’organico sia forte ma non fortissimo. Tuttavia è indispensabile ricordare che la Roma ha perso con il Napoli non riuscendo ad organizzare una partita con un avversario che tatticamente ha stravinto la sfida. Non si è parlato di Spalletti ridimensionato perché il tecnico toscano ha già mostrato il suo valore in panchina. Al contrario tutti i salamelecchi che vengono spesi per Pioli quando vince si trasformano in perplessità senza ritorno se perde. La partita persa una settimana fa è improvvisamente diventata la verità delle cose, a dimostrazione che quell’ipocrita stupore, quell’incapacità di capire come il tecnico non avesse ancora convinto, proveniva dagli stessi che lo hanno ridimensionato. Pioli mi piace umanamente e come professionista, ma qui si tratta solo di capire se e quanto l’allenatore può andare oltre i suoi stessi limiti ed essere all’altezza di una squadra e una società che tra tre mesi inizierà una campagna acquisti poderosa. Non c’è nulla di male nell’aspirare ad avere qui Conte o Simeone e nel contempo avere qualche dubbio su Pioli. Lui e l’Inter si stanno conoscendo ed è inevitabile cercare risposte in ogni partita. È possibile che tra una settimana, se non dovesse esser battuta e superata l’Atalanta, il tecnico venga di nuovo riportato in un contesto di mediocrità. Lo sa lui e lo sapete voi ma io rinuncerei a Pioli solo se dovesse arrivare un fuoriclasse in panchina. Se l’Inter l’anno prossimo vorrà lottare per lo scudetto dovrà essere realista e sapere che Juve, Roma e Napoli hanno progetti che vanno avanti da molto più tempo. Oggi godiamoci il 5-1 in trasferta sapendo che con l’Atalanta la prossima settimana sarà bene avere due o tre piani partita. Gasperini è avvelenato con l’Inter all’inverosimile e se le cose dovessero complicarsi vorrei vedere una squadra tosta che reagisce con risolutezza, senza panico. Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 marzo 2017 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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