Ebbene sì, nonostante le Sibille di turno siamo arrivati a Brunico ed al pareggio di bilancio; senza calarci le braghe di fronte a niente e a nessuno, dettando casomai le regole di un inizio mercato che mi lascia non la speranza ma la certezza di aver trovato, finalmente, qualcuno che cercherà davvero – e non solo a parole – di riportare l’Inter in luoghi più consoni ed al nome ed al blasone. #InterIsComing non è un modo di dire buttato lì tanto per scrivere qualcosa, non è il solito slogan studiato da esperti di marketing per far sentire il tifoso più vicino alla squadra e vendere abbonamenti, una chimera promessa salvo poi sgattaiolare a destra e sinistra; semmai rappresenta ciò che verrà, che capiterà, una sorta di “stiamo lavorando per voi” se volete più Figo (quanto ci manchi Luigi) ma sempre con quel senso. E l’area tecnica nerazzurra mi sembra si stia dando parecchio da fare, raccattando gioielli e gioiellini in ogni angolo del globo terracqueo. Perché oggi, 9 luglio 2017, il mercato è appena iniziato e si sta pasturando, rubo il termine alla pesca, in attesa che i grossi calibri passino accanto all’amo per cercare di acciuffarli. Ma, si sa, i Cecchini o i Facundo Colidio di turno (ammesso che arrivino), gli Odgaard o gli Zaniolo, i Pellegri o i Salcedo (gli ultimi quattro già portati a casa) non contano; così come non conta il fatto che Suning abbia investito nei giovani (parliamo di ragazzi nati dal 1999 in avanti) ben 35 milioni di euro. Così, tanto per fare qualcosa; perché, mi sembra evidente, una proprietà che investe nel suo primo VERO mercato 35 milioni di euro in tanta bella gioventù è il classico profilo del fake, di personaggi che se ne fregano dei colori che rappresentano, tanto – mica son parole mie ma di qualche grande conoscitore pallonaro – questi son venuti in Italia per aprire nuovi supermarket dell’elettronica. Giuro, mi è toccato perfino sorbirmi filippiche insensate, più televisive che altro, riguardo all’argomento. Con chiosa standard, di quello che tutto sa e tutto conosce; il vedrete finale pronunciato con lo sguardo ed il cipiglio del James Bond di noialtri. Ci manca il classico ve lo dico io poi siamo apposto. E vedremo, sono curioso per natura quindi aspetto con pazienza. Nel frattempo continua ad esistere una fetta di tifoseria, per fortuna ho notato parecchio diminuita, che insiste nel martellarsi i gioielli di famiglia non si capisce bene alla ricerca di chi o di cosa. Oh, sia chiaro, questi personaggi sono presenti dappertutto, non abbiamo l’esclusiva all’Inter, ma da noi raggiungono vette difficili da ipotizzare. Non posso nemmeno stare a far l’elenco di ciò che leggo – leoni da tastiera, alla prima vittoria mettono la foto del mister in cornice sul comodino a fianco del letto e lo ringraziano cantando inni e peana salvo poi mollarlo alla prima disgrazia – ma molte cose non ti fanno sorridere, direi più sbellicare dalle risate che rende meglio. C’è anche, giurin giuretta, chi pensa seriamente che il colosso cinese – una azienda con circa 45 miliardi di dollari di fatturato, che manco sapete con quanti zeri si scrive 45 miliardi di dollari a momenti – sia una compagnia di poveri disgraziati, capitati qui per caso o venuti a distruggere le armate nerazzurre; il troppo risiko da bambini li ha ridotti così, purtroppo. Che poi, detto per inciso, sono sempre quelli che pensano davvero al povero Perisic maltratto dalla Società e costretto a far valigie. Perché lui, il croato – loro lo sanno, il cognato del fratello del nipote del custode del palazzo dove vive il cugino di terzo grado dell’arrotino che passa da Appiano una volta ogni due settimane glielo ha spifferato in assoluta segretezza – ama il nerazzurro più di ogni altra cosa al mondo; pensate, raccontano che abbia ancora la gigantografia di Mazzola in cameretta, modello Ibrahimovic per intenderci, quello è il cliché. Che poco o nulla, più nulla che poco, trapeli dalle segrete stanze di Corso Vittorio Emanuele mi sembra fin troppo palese; lo si può notare dalla velocità con cui vengono, più volte al giorno, cambiati i soggetti che dovrebbero interessare Sabatini e Ausilio. Un momento è Di Maria, il momento dopo Sanchez, passano cinque minuti ed ecco Vidal poi Nainggolan e così via, in un turbine continuo di nomi, cognomi, soprannomi ed affini. Insomma, è noto a tutti che l’Inter e Suning vogliano portare in nerazzurro due o tre elementi di prima, facciamo primissima, fascia; quindi la ridda di supposizioni alla fine partorirà qualcosa di reale. Per poter affermare, in tutta certezza, io lo avevo detto. E bravo, complimenti vivissimi. Ho notato anche una certa insofferenza da parte di molti nei confronti delle bocche cucite di cui sopra; e però bisogna decidersi, belli miei. Perché se si parla troppo…e che palle, questa è una società di incapaci, troppe gole profonde, tutti sanno tutto. Se non si parla…e che palle, meglio gli altri che dicono tutto ed informano i tifosi (che poi a memoria non ricordo grandi società parlare con i media raccontando i fatti loro ma sarà senz’altro così, un attacco di arteriosclerosi il mio, l’età inizia ad avanzare). Piaccia o meno le cose stanno esattamente in questo modo; non va mai bene una mazza. Se dicono bianco è meglio il nero, se dicono nero meglio il bianco, se dicono grigio il grigio non esiste. Ultimo pensiero per Luciano Spalletti; io non amo profondamente Ranocchia, diciamo che non sono uno dei suoi fans più sfegatati. Ma esiste una cosa che si chiama educazione ed appartenenza; far dei chilometri in auto per urlare al Ranocchia di turno – attualmente ancora vestito di nerazzurro – di andarsene merita l’esatta risposta del nuovo condottiero interista; ma levati tu dalle palle (edulcorato). La sensazione, a pelle e non a palle, è che molto stia cambiando e che il manico non sarà particolarmente indulgente con chi seguiterà ad esprimersi sulla falsariga della stagione appena trascorsa. Siamo all’inizio di qualcosa di nuovo, chiunque vesta i colori del cielo e della notte va supportato; se non si è in grado beh…prendere una bella bottiglia, vestirsi di nero, comprare una conchiglia e martellarsi i maroni, possibilmente saltellando. Amatela, sempre! Buona domenica a Voi.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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