Quante Inter esistono al 5 agosto 2015? Almeno tre. C'è quella che scende in campo nelle amichevoli estive, che è ancora un ibrido tra le incertezze ereditate dalla passata stagione e le speranze rinnovate riposte nei volti nuovi, quella che ha in testa Mancini, ''la migliore delle Inter possibili' per dirla con Candido, e infine la FantaInter, quella disegnata dagli esperti di mercato che potrebbe essere ma anche no. In tutto questo bailamme di Inter cangianti, tra sogni pronti ad essere cavalcati e incubi ricorrenti che tornano a bussare alla porta, quel che emerge è che non esiste un terreno comune di discussione per cui tutti possano convenire su quale versione di Inter vedremo nel 2015-2016. E allora cosa si fa in queste situazioni? Si aspetta e si giudica dopo le prime giornate di campionato, oppure, più correttamente, si provano a scorgere i prodromi prima che il dato di fatto si palesi dinanzi ai nostri occhi.

Chiariamo subito: non abbiamo tutta questa presunzione, ma almeno possiamo permetterci di scorgere tra le righe i discorsi di chi, per mestiere, sta provando a capirci qualcosa di più su questa squadra. L'uomo in oggetto, nonché il vero demiurgo di questa creatura ancora informe, è ovviamente Roberto Mancini, forse l'unico segno di continuità tra il vecchio e il nuovo corso nerazzurro. Al tecnico di Jesi, ora più che mai, si chiede di restituire un'immagine fedele di quello che è la sua Inter 2.0, anche a costo di evidenziare alcune lacune, senza continuare a rimandare il problema a data da destinarsi. Un errore, quello di non dirsi la verità allo specchio, che il coach nerazzurro commise già qualche mese, quando parlando di 'obiettivo Scudetto per la prossima stagione' diede in pasto alla stampa e all'ambiente un messaggio distorto rispetto alla prova provata in campo di un'Inter persino in difficoltà a guadagnare i preliminari di Europa League.

Questo atteggiamento, ancora latente, è tornato a galla qualche giorno fa, quando il Mancio ha sentenziato: “A un mese dal campionato non possiamo farci condizionare da quello che non va”. Dichiarazione, questa, che non può e non deve diventare il manifesto di questo pre-campionato, perché il primo passo per capire cosa sarà di questa Inter è darle un'identità. Mancini , quindi, non giochi al 'gioco delle tre Inter' e cerchi al più presto di svelare pregi e difetti di quella vera.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 05 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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