Il finale del derby è la cosa migliore dei 90 minuti giocati con cuore, incertezza, vecchi problemi e un rinnovato entusiasmo. Dunque l'assassino non era il maggiordomo (allenatore). Pioli forse ha  già capito che la squadra a lui affidata è ancora molto confusa e dovrà essere ridisegnata con scelte coraggiose. Il derby è stato comunque appassionante per quanto zeppo di errori tecnici. A dirla tutta l'Inter avrebbe meritato di più, perché lungo i 90 minuti è quella che ha avuto più occasioni e ha fatto la partita. Pareggiare un derby a tempo scaduto è sempre una gioia immensa ma non riesce a nascondere i difetti di produzione di una squadra pensata per comandare il gioco ma inadeguata nel finalizzarlo e digerire quello degli altri.

Veniamo alla partita. Le premesse sono quelle giuste, perché tra le novità di formazione c'è la posizione di Medel come centrale difensivo, esattamente (o quasi) come il ruolo che occupa stabilmente nella nazionale cilena. Ruolo che tra l'altro nei 30 minuti giocati interpreta benissimo. Il derby è anticipato da diverse dichiarazioni, tra cui spicca quella entusiasta di Icardi, il quale rivela quanto parte dello spogliatoio fosse scontenta di De Boer; Joao Mario mostra passione per l'Inter e il suo progetto, mentre Jonathan Maarek, l'agente di Kondogbia, mostra una totale mancanza di tatto e rispetto per l'Inter e la sua storia riuscendo a dire, cafonamente: "L'arrivo di Kondogbia all'Inter è stato un ulteriore step per arrivare ai più grandi club del mondo". Essere grandi significa sicuramente essere stabilmente in Champions tra le prime sedici ma l'Inter non è da decenni che non ci torna e Kondogbia farà bene ad alzare il suo livello di gioco se vuole davero aspirare ad una big. 

Tornando alla partita, l'Inter inizia il primo tempo giocando prevalentemente nell'area del Milan. La partita sembra indirizzata in una sola porta e infatti la squadra nerazzurra colleziona almeno tre buone occasioni da rete, un numero infinito di cross, per lo più imprecisi, mostrando anche in questa occasione un gioco che, nonostante la mole, risulta spesso improduttivo in fase di conclusione. Il Milan come previsto gioca di rimessa e aspettando di avere qualche spazio prova qualche ripartenza, ma fino all'uscita di Medel non trova varchi. Non è un caso che quando esce il cileno l'Inter improvvisamente si sfilacci e subisca un gol con la squadra spaccata in due.

Nel secondo tempo il Milan entra in campo con più sicurezza mentre l'Inter ha delle titubanze che rischia di pagare caro. Invece trova il pareggio con Candreva. Gol del tutto illusorio perché neanche pochi minuti dopo i rossoneri ripassano vantaggio grazie all'ennesima indecisione di difesa e centrocampo. Da quel momento l'Inter va in loop, ripetendo il consueto giro palla lento e prevedibile, comincia incartarsi in una serie di lanci lunghi e senza più avere il ritmo per poter invertire la rotta della gara. Alla fine con il cuore e la disperazione trova il gol con Perisic e porta a casa un pareggio non utilissimo per la classifica ma sicuramente per il morale.

La sensazione è che Pioli debba fare quello che gli altri non hanno avuto il tempo di finire, ovvero accorciare i reparti e non dover necessariamente aggredire per 90 minuti gli avversari se non si è in grado di farlo. Il calendario dell'Inter resta difficile e prevede anche una trasferta a Napoli. Tanto varrebbe non pensare più alla classifica per almeno un mese, pensare solo a giocare una partita alla volta e poi, a gennaio, intervenire decisamente sul mercato. E' già confortante sapere che Pioli sembra più fortunato di De Boer.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 novembre 2016 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
vedi letture
Print