Si parla già con grande insistenza della campagna acquisti che verrà, secondo una prassi consolidata e stucchevole che vede ormai il calciomercato non più come un satellite del pianeta pallone ma come un corpo celeste con una sua completa autonomia, che non sempre viaggia parallelo alle cose di campo. Si parla di primi nomi, di giocatori pronti a dire sì o di chimere irraggiungibili al primo di aprile, una data che ormai pare avere perso il suo senso storico tanto ormai si sentono ogni anno decine di nomi accostati all’Inter che diventa un’impresa impossibile distinguere tra pesci d’aprile e trattative vere e proprie. Se c’è una cosa che invece è verificata, tangibile, certificata da più voci, è la solidità delle nuove fondamenta poste dalla nuova proprietà al club nerazzurro. Sembra una storia nota, potrebbe risultare quasi noioso parlarne ancora; eppure il gruppo Suning, del quale circa un anno fa si cominciava a vociferare in qualità di possibile ingresso nel pacchetto azionario del club di Corso Vittorio Emanuele, non smette mai di stupire e di offrire spunti.

La settimana appena trascorsa, per esempio, è stata contraddistinta da un fatto di una rilevanza non da poco: la notizia del viaggio della famiglia Percassi a Nanchino per toccare con mano quello che è il mondo di Suning, con tanto di visite guidate nella sede centrale e nel megastore del gruppo ed incontro col numero uno Jindong Zhang, accompagnati da Liu Jun e da Steven Zhang. Steven che ormai sta davvero diventando il pivot, l’anima di tutto quanto fa Suning in Italia; lui ha costruito il solido legame con la famiglia proprietaria dell’Atalanta, in modo particolare con il delfino Luca, sbocciato con l’operazione che ha portato alla corte di Stefano Pioli Roberto Gagliardini, operazione benedetta da Antonio Percassi che nelle scorse settimane parlò del giovane fresco di debutto in azzurro come del “migliore centrocampista dei prossimi 10 anni” in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove colse l’occasione per annunciare il preludio ad una collaborazione tra i due gruppi che andasse anche al di là del mero aspetto calcistico.

È bastato davvero poco tempo per capire che quelle parole non erano dettate dal semplice entusiasmo per un affare andato in porto, che ha generato una bella plusvalenza per le casse della Dea. E il regalo tutto interista di Luca Percassi a Steven Zhang, che ha voluto pubblicizzare il tutto su Instagram, non era che un semplice aperitivo. Poche settimane ed ecco lo sbarco dei Percassi all’ombra della Grande Muraglia, dove si sono fatti completamente incantare dalla grandezza dell’universo Suning al punto da pronosticare per l’Inter “uno sviluppo futuro senza limiti”. Suning parla poco, ma fa tanto; in un anno Jindong Zhang ha pronunciato solo un “Fozza Inda” che per altri può essere un motivo per ironizzare ma che per il popolo nerazzurro è ormai diventato una bandiera, ma nel frattempo ha fatto altro. Ha agito sul mercato ma anche sul benessere societario, ha concretizzato alcuni progetti sulle infrastrutture e altri ne intende fare, lavora sull’Inter ma anche sul mercato italiano, studiando collaborazioni con imprese e istituzioni offrendo loro una vetrina di primissimo piano nel mastodontico mercato cinese. Tutto questo mentre Steven parla ancora meno ma non c’è attimo in cui non segua le vicende della squadra, segua allenamenti, vada in trasferta appena può, dando un segnale di costante presenza e vicinanza a tutto il gruppo.

Quasi una rivoluzione, se si pensa anche solo agli impacci e alle problematiche anche grottesche dell’estate di fronte alle quali la famiglia Zhang ha voluto dare una sterzata netta. Quell’Inter senza capo né coda è ormai un lontanissimo ricordo, e lo testimonia anche il primo beneficiario del cambio di rotta, quel Stefano Pioli arrivato con l’etichetta di semplice traghettatore e che invece ha saputo ristabilire le sorti di un’annata che pareva disgraziata, grazie anche all’attenzione e alla cultura del lavoro citate dal tecnico emiliano a proposito dei proprietari, che gli hanno garantito da sempre appoggio e vicinanza ottenendo risultati importanti. Pioli sul cui futuro ora non sembrano aleggiare più fosche nubi, e che sul suo futuro si espone con grande serenità. 

L’Inter del futuro ha tirato su le fondamenta e per tutti tornerà ad essere una squadra di primissimo piano, perché la ritrovata solidità finanziaria e societaria promette di sfociare in grandi investimenti. Tutto bello, sicuramente; se non fosse che c’è un’Inter del presente che da lunedì è impegnata in una difficile volata finale all’inseguimento di quella chimera chiamata terzo posto: una ‘Mission Impossible’ degna di Tom Cruise, uno sprint dove non si possono commettere più passi falsi anche perché l’ultimo pareggio di Torino non ha fatto il gioco dei nerazzurri. La scalata pare ardua ma sarebbe disdicevole mollare proprio adesso, quindi per parlare dell’Inter che verrà c’è ancora tanto tempo. Perché Pioli, a ragione, dice di essersi meritato l’Inter, ora sta all’Inter meritarsi di godere di cotanta potenza proveniente dalla Cina

 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 01 aprile 2017 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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