Cinque punti in tre partite non possono soddisfare, anche se l'Inter ha giocato due volte fuori casa. Le trasferte di Torino e Palermo, per l'oggettiva modestia di granata e rosanero, non  rappresentavano muri insormontabili. Eppure i nerazzurri  hanno sbattuto la testa, rischiando sì di vincere, ma anche di perdere, soprattutto in Sicilia. La gara del "Barbera" arrivava dopo il giovedì di Kiev. Dal freddo al caldo nel giro di 72 ore. Inutile illudersi, l'Europa League toglierà energie e purtroppo punti. Ma il mancato decollo di una squadra che dispone di soluzioni e uomini, non può dipendere solo da un'escursione termica. Mazzarri intanto è sempre sotto la lente di ingradimento, lui nega, però il "popolo" non lo ama, basta leggere i commenti sui social dopo le mancate vittorie. 

A Palermo, dopo lo svantaggio iniziale, l'Inter ha subito l'organizzazione tattica dell'avversario, la sua velocità, la sua intraprendenza. Ecco, ai nerazzurri nelle due trasferte di campionato è sembrato invece mancare quel coraggio e quella mentalità vincente che non si acquista nelle sessioni di calcio mercato, ma durante il lavoro quotidiano, dando ogni tanto  uno sguardo a quella maglia nerazzurra carica di blasone.

Analizziamo ora il bicchiere mezzo pieno. Solo una rete subita in cinque partite e per di più dopo un'incredibile topica di un campione come Vidic che, pur meritandosi il 5 in pagella per lo svarione, ha poi disputato un grande gara come se nulla fosse successo. Altra nota positiva emersa a Palermo, la capacità della squadra di rimanere comunque in partita, rischiandola di vincerla a fil di sirena. Ma è proprio il fatto di disporre quest'anno di un potenziale importante a far aumentare rabbia e rammarico per trovarsi già a quattro punti di distacco dalla vetta e con due punti in meno di un Milan oggettivamente inferiore in difesa e a metà campo. Solo l'attacco rossonero può essere considerato competitivo come o più di quello a disposizione di Mazzarri, ma il verdetto, in questo senso, lo darà come sempre il campo. 

Quanto scritto finora sarà probabilmente superato dagli eventi alle 22.30 di questa sera. Turno infrasettimanale di campionato, quarta giornata, al Meazza arriva l'Atalanta, reduce dalla sconfitta interna con la Fiorentina. Partitaccia, i bergamaschi  hanno fatto festa in modo clamoroso nelle ultime due apparizioni a San Siro. Due stagioni fa, vinsero contro l'Inter di Stramaccioni per 4-3, dopo che i nerazzurri di Milano si erano portati sul 3-1 a favore. L'anno scorso la banda Colantuono si impose per 2-1 con doppietta del neo milanista Bonaventura, gol decisivo allo scadere dopo ben quattro pali colpiti dalla Beneamata. Evitare il tris per favore. Anzi, è d'obbligo conquistare i tre punti per poi bissare domenica, sempre a San Siro, contro il Cagliari di Zeman. 

Il calendario offre quindi all'Inter la grande occasione per un importante scatto in avanti in classifica, prima di tornare, ancora in casa contro gli sconosciuti azeri del Qarabag a tentare di mettere in ghiaccio con largo anticipo la qualificazione in Europa League. Contro l'Atalanta tornerà in campo dal primo minuto Rodrigo Palacio in coppia con Icardi. Lo ha ufficializzato ieri Mazzarri in conferenza stampa. Salvo l'improbabile scelta del tridente pesante, Osvaldo partirà dalla panchina. Palacio in condizione garantisce quei movimenti utili alla squadra che non si possono chiedere a due prime punte abituate ad aspettare il pallone giusto nel cuore dell'area di rigore avversaria.

Ma al di là delle alchimie tattiche, l'Inter attuale deve innanzitutto migliorare e crescere sotto l'aspetto mentale. Non ascoltare gli elogi dopo le vittorie, non farsi condizionare dalla critiche quando le cose non vanno per il verso giusto. Va costruita la “mentalità”. Fondamentale per raggiungere l'obiettivo, il lavoro di società e allenatore. Thohir da ieri è nuovamente a Milano, ha assistito all'ellenamento del pomeriggio e sarà in tribuna questa sera e contro il Cagliari. Mazzarri, che sa di poter contare sulla fiducia della proprietà, scelga la formazione che ritiene più competitiva senza guardare in faccia a nessuno. Ma che scatti finalmente la scintilla per una stagione da protagonisti. Altrimenti rischiano di aver ragione gli scontenti per professione e che, nella galassia del tifo nerazzurro, sono sempre troppi.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 24 settembre 2014 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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