Niente campionato a turbarci le nottate in questo fine settimana; quindi, al di là delle chiacchiere trite e ritrite sulla Nazionale, con le solite interviste piene di retorica a riempire pagine dei quotidiani, nessuno che si sforzi di non rispondere banalità - non si sa mai cosa gli può succedere, magari la gogna nella piazza principale del paese – è ovvio che il mercato torni ad impazzare. E, perché no, ad impazzire. Così, dal momento che ad oggi gli asiatici veri, quelli con un’azienda solida alle spalle ed un considerevole conto in banca, li abbiamo a capo della nostra Società e non in altri lidi, ovvio che F.C. Internazionale si sia trasformata, improvvisamente, da povera nobile decaduta coi famosi libri in tribunale in uno dei porti più sicuri dove piazzare la propria mercanzia. A costo di sparare cifre iperboliche senza rendersi conto che si, questi signori vengono da Nanchino dunque sono nati a 8.874 (ottomilaottocentosettantaquattro) chilometri in linea d’aria dal capoluogo lombardo, ma parliamo di grandi industriali, dai tempi di Marco Polo fantastici venditori e con uno spiccato senso degli affari. Insomma, inutile pensare di affibbiare tizio o caio ad un numero imprecisato di milioni giusto perché qualcuno crede di essere furbo; questi, sereni, sono più furbi ancora. Comunque, dicevamo, in periodi di vacche magrissime il mercato torna a farla da padrone. Perché sognare non costa nulla, perché chiunque desidera poter immaginare il meglio per i propri colori. Ed anche noi, vestiti del cielo e della notte, non siamo diversi dalle altre tifoserie. Con un vantaggio; nessuno, sottolineiamo nessuno, ha attualmente in Italia la potenza economica del gruppo Suning, il resto è soltanto chiacchiericcio da bar, pure risibile ed a tratti patetico. Questa improvvisa opulenza può portare a bussare all’uscio una lunga serie di teatranti di marionette, pronti a piazzare il chiunque di turno pur di spillare qualche soldarello. Quando sei potente, è la storia del mondo che lo insegna, vieni circondato da ogni genere di umanità, assai variegata; ciascuno con la sua merce da proporre. Dal più grande tra i procuratori ai venditori di balsami del vecchio west. Ecco, Suning e la dirigenza nerazzurra devono essere in grado di discernere con cura ed attenzione chi prendere e per quale motivo. Comprare figurine, nel calcio, non è sinonio di vittoria; pensate al Real Madrid. Non quello attuale, beninteso; quello di qualche tempo fa, di prima dell’avvento di Mou, quando i blancos setacciavano a mani larghe il mercato acquistando qualunque presunto pseudo talento si presentasse in qualsiasi luogo emerso della terra. Milioni e milioni e milioni buttati via per essere estromessi, per anni, agli ottavi di Champions League. Non vorrei che il benessere, diciamo opulenza, che regna ora in Società porti a fare scelte frettolose. Passo dopo passo, solo e soltanto così sarà possibile costruire una grande squadra; nessuna fretta, nessuna ansia da prestazione. Calma, serenità, mente sgombra e conoscenza calcistica debbono e dovranno essere il leitmotiv che accompagnerà la famiglia Zhang e lo staff tecnico nerazzurro nei prossimi mesi. Proprio per questo è necessario fare chiarezza, possibilmente da subito. Scegliendo, adesso e non fra un mese o due o a quindici giorni da inizio campionato - abbiamo già dato, grazie - chi siederà in panchina nella prossima stagione; i sussurri ed i mormorii sembrano dare credito ad un nuovo nocchiero. Senza tralasciare la possibilità, mica troppo remota, di un Pioli bis; tutto, ovvio, sarà legato ai risultati ma non solo. Il terzo posto, ad oggi, sembra una chimera quasi impossibile da raggiungere; il pareggio in casa del Toro ha contribuito a rendere ancor più difficile la rincorsa interista. Pioli ha fatto non bene, di più fino ad ora. Certo, ha sbagliato qualcosa ma chiunque, e sottolineo chiunque, fa degli errori in panchina: è parte del gioco. E non trovo nemmeno troppo corretto rinfacciargli partite perse malamente, tipo quella con la Lazio in Coppa Italia, sconfitta più attribuibile ad una serie di congetture sfigate che ad una lezione di gioco avversaria. Il problema, casomai, è che quelle davanti non hanno perso un colpo, viaggiando a velocità stratosferiche; ad ogni nostra vittoria ne corrispondeva una degli avversari diretti, sicché abbiamo potuto rimontare solo sulle squadre che ci sono inferiori a livello di organico. Perché, dal mio punto di vista ovviamente, Napoli e Roma hanno qualcosa in più rispetto a noi. Acquistare deve essere sì il verbo da coniare per i nerazzurri nella prossima estate; ma comprare tanto per non porta benefici. Casomai la domanda è: chi acquistare? Ogni giorno il taccuino di Ausilio si riempie di nomi nuovi; stessa cosa per i cervelli di noi tifosi interisti, bombardati da ogni dove con esclusive dell’ultimo secondo, storie di panchine bollenti, talenti esplosi improvvisamente non si capisce bene come mai. E così, a fianco di profili più che credibili per ciò che sarà, si accostano improbabili scenari. Rodriguez sì Rodriguez no, Verratti sì Verratti no, Berardi costa centomila miliardi (ce lo ha fatto sapere direttamente Squinzi), serve un centrale quindi si prende Manolas; però, un minuto, Manolas non è detto che se ne vada da Roma. Perciò dirottiamo immediatamente su Marquinos o, meglio ancora, su De Vrij, come se trattare con Lotito sia impresa facile. Poi, poi, poi…aspetta un po’ che mi sfugge…ah, scusate, Strootman. Però no, dai, Strootman rinnova; e quindi? Quindi c’è Nainggolan, testina. Per finire, davanti che facciamo? Aguero. No, Aguero non va bene. Griezmann è meglio. Aspe’, c’è libero Sanchez, che ha rotto con l’Arsenal… Ecco, questo è quello che è successo soltanto settimana scorsa. Ne mancano più di una dozzina ad inizio luglio; foderatevi le orecchie e lasciamo che chi di dovere lavori tranquillamente. Guardate, peggio dell’ultimo quinquennio sarà impossibile fare (tocchiamo ferro e quant’altro). E, in fondo in fondo, sognare costa zero. Buona domenica a Voi. Amatela. Sempre!
Sezione: Editoriale / Data: Dom 26 marzo 2017 alle 00:00
Autore: Gabriele Borzillo / Twitter: @GBorzillo
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