Che questi siano stati tra i giorni più fragorosi degli ultimi tempi è fuori discussione, ma non è assolutamente azzardato pensare che quelli post Cesena possano esserlo ancora di più. Perché, checché se ne dica, il campo è e resterà per sempre il giudice supremo e una malaugurata sconfitta al 'Dino Manuzzi' creerebbe una situazione di difficile interpretazione. Ovviamente parto da Walter Mazzarri, il cui momento è da definire molto particolare, tanto per usare un eufemismo. Il tifo non è con lui, i risultati nemmeno e sicuramente l'uscita pre Saint-Étienne ha accelerato l'uscita come presidente onorario di Massimo Moratti (attenzione: non generato, perché la decisione dell'ex patron era presa da tempo e non mi sono assolutamente sorpreso quando è arrivata l'ufficialità).

Si parla molto di un esonero del tecnico, ma ricordo che il momento attuale mal suggerisce una soluzione di questo tipo, per due motivi: l'ingaggio pesante che percepisce (Erick Thohir sarebbe disposto a pagare due allenatori contemporaneamente sborsando una somma così considerevole?) e la mancanza di soluzioni immediate, pronte per guidare l'Inter sin da subito. La decisione spetterà solamente a ET, adesso più che mai. Walter Zenga non aspetta altro, ma ad oggi non è stato contattato, Sinisa Mihajlovic è strada complessa perché sia lui che il Doria mal vedrebbero un'interruzione del rapporto a stagione appena iniziata, al contrario della prossima estate quando se ne potrà riparlare con scenari totalmente differenti, mentre Roberto Mancini (probabilmente il più desiderato dal popolo nerazzurro) è tecnico da progetto e non da campionato in corso. Senza dimenticare la pista estera, che al momento resta ancora un rebus. E quindi?

Esprimo la mia personalissima ipotesi: in caso di sconfitta in Emilia il tycoon qualche domanda se la farà di certo e non escludo che possa prendere il telefono e contattare qualche altro allenatore, almeno per sondare il terreno. Ok il portafogli, altrettanto il progetto, ma ambiente e, soprattutto, risultati hanno peso fondamentale. Questo provando a entrare nella testa di mister T. Personalmente, invece, mantengo la mia linea e mai sposerò una scelta 'a metà' (in questo senso Moratti qualcosa ha certamente insegnato): via Mazzarri in favore di un uomo con il quale si getteranno le basi per i prossimi anni? Ben venga. Al contrario di un 'traghettatore', di un allenatore che molto probabilmente sarebbe messo alla porta al termine della stagione, con il rischio di avere a libro paga ben tre allenatori (nuova panchina per WM e/o altro tecnico permettendo).

Cesena è alle porte, dire che 'fino ad ora è la partita più importante della stagione' sarebbe come copia-incollare quanto detto anche per le scorse gare, ma quando le cose non vanno bene automaticamente ogni match assume importanza vitale. E quello contro gli emiliani, fondamentale, lo è veramente. Per l'ambiente e per un tecnico che, forse, ora rischia veramente qualcosa per la prima volta da quando siede sulla panchina dell'Inter.

Appuntamento a domenica: Cesena, stadio 'Manuzzi', ore 20.00 circa. Quei minuti post partita diranno molto, sia un senso che nell'altro.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 ottobre 2014 alle 00:01
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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