Difficile non considerarlo come uno dei migliori esterni offensivi a livello europeo. Credo siano pochi i dubbi in merito. Determinante, quando sta bene. Tanto a livello fisico, quanto dal punto di vista dell'entusiasmo (dopo capiremo il perché). Potenza assoluta, tecnica non eccelsa, ma sicuramente di ottimo livello. Fisico da atleta vero, stacco da fermo imperioso e buon colpitore di testa, oltre che abile con entrambi i piedi. E soprattutto, velocità e accelerazione spaventose. A tratti devastante in contropiede. Ivan Perisic, che acquisto per l'Inter nell'estate 2015.

Voluto fortemente da Roberto Mancini, ci ha messo un po' il nazionale croato a trovare la 'zolla' ideale per esplodere, ma quando lo ha fatto ha dimostrato di poter essere decisivo in una squadra in cui troppo spesso si è parlato solo ed esclusivamente di Mauro Icardi. Giusto, ovvio. I gol li fa l'argentino (e sono tanti), ma quello che può garantire il ragazzotto di Spalato, beh... può essere altrettanto importante. A parer mio parliamo però di un elemento che forse pecca ancora a livello di leadership, al netto del fatto che spesso è proprio lui che deve essere trascinato. Un po' da tutto e da tutti. Da un gruppo in salute, da un ambiente positivo ed euforico. In poche parole, vincente. Altrimenti rischierebbe di venir meno il concetto appena sfiorato in apertura: l'entusiasmo. E all'Inter negli ultimi mesi è mancato.

Vuoi per i risultati negativi, per la confusione societaria o per qualsivoglia altro motivo, di certo il pubblico interista non ha avuto grandi occasioni per festeggiare. E qui entra in gioco Perisic, che ultimamente ho notato talvolta distante, spesso assente e poco partecipe. Scontento, deluso per i suoi mesi nella Milano nerazzurra che non hanno soddisfatto le attese (Champions League in primis, mancata l'anno scorso).

Un traguardo, quest'ultimo, che nonostante la classifica attuale sarà necessario raggiungere. Il tempo a disposizione c'è, le altre non vanno a mille e l'Inter dovrà svoltare dopo l'arrivo di Stefano Pioli. Senza dimenticare che la squadra dispone di un potenziale che ha poco, pochissimo da invidiare a Roma e Napoli. Perché in caso contrario, senza terzo posto, difficile non pensare a un po' di 'mal di pancia' per il 44 nerazzurro. A maggior ragione dopo i primi sintomi già mostrati in queste settimane.

In estate il solo, vero club che ha provato a strapparlo all'Inter è stato il Chelsea di Antonio Conte (offerti circa 40 milioni di euro), ma non è assolutamente utopia ipotizzare un numero elevato di pretendenti tra pochi mesi, alla riapertura del mercato estivo. E dopo il recente rinnovo di Icardi non si può neppure escludere che l'agente dell'ex Wolfsburg possa presto bussare alla porta di Corso Vittorio Emanuele per pretendere lo stesso trattamento.

Un aspetto, quello economico, che sicuramente incide nella soddisfazione di un calciatore nella piazza di appartenenza, forse al pari dei traguardi sportivi. E se queste due cose dovessero venir meno dura vedere un Perisic carico, motivato ed entusiasta di rimanere a Milano. Un giocatore decisivo, che società e staff tecnico dovranno cercare in ogni modo di 'coccolare'. Perché la rosa del futuro non può permettersi di fare a meno di lui. Fondamentale e difficilmente rimpiazzabile. Ma molto, se non tutto, dipenderà dall'entusiasmo del diretto interessato. Ultimamente po' troppo assente. Starà all'Inter recuperarlo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 novembre 2016 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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