Cristiano Ronaldo alla Juve e in Italia si fa prima a giocare solo per il secondo posto. Questo il messaggio che non troppo velatamente sta passando in questi giorni ascoltando la tv e leggendo i giornali. Con l'asso portoghese a Torino, i bianconeri possono cominciare a cucirsi l'ottavo scudetto consecutivo sulle proprie casacche: nessuno sarà in grado di competere. Il gap - già ampio - aumenterà in modo prepotente.

Sicuri sicuri? Chiariamo la premessa: Cristiano Ronaldo è un fuoriclasse assoluto e nessuno lo può negare. Lui e Messi hanno duellato per la palma del miglior giocatore al mondo negli ultimi (tanti) anni e nulla fa presagire un calo delle prestazioni del quasi ex Real Madrid. Per cui, c'è poco da girarci attorno: la Juve - senza stare lì a fare gli economisti - farebbe un colpaccio.

Però il calcio è materia fluida, di difficile lettura. E i Mondiali in svolgimento qualcosa dovrebbero aver insegnato in tal senso. Anticipare gli eventi è pressoché impossibile: tantissime le variabili. Se poi vogliamo fare un discorso prettamente tattico, possiamo dire che la Juve - là davanti - non è che fosse messa così male. Ronaldo ormai è una punta e non più il funambolo che saltava due-tre avversari. Ormai CR7 è un attaccante centrale, uno che partecipa poco all'azione, non ama tanto sacrificarsi e, quando ha il pallone, prevalentemente pensa al tiro (e lo fa divinamente). Insomma, Allegri vede rinforzarsi un reparto già molto ben munito e, ovviamente, la conseguenza sarà qualche inevitabile addio eccellente. Per cui, a mente fredda, si può dire che l'upgrade c'è - visto il valore assoluto del calciatore in questione - ma non così enorme come si potrebbe pensare (e non c'entrano i 33 anni e 5 mesi d'età). In soldoni: i bianconeri avrebbero davvero scavato un fossato con acqua alta e coccodrilli tra loro e la concorrenza in caso avessero preso Courtois, Koulibaly e Modric.

E veniamo all'Inter. I nerazzurri - per vari motivi - non possono presentarsi ai tifosi con Cristiano Ronaldo o con Lionel Messi. E però ad Appiano sono arrivati e già si sono allenati Nainggolan, De Vrij, Lautaro, Politano e Asamoah. Se a ciò aggiungiamo che – riscatti mancati a parte – l'unico giocatore ad essere stato venduto della prima squadra è stato Santon e che almeno altri tre tasselli importanti dovrebbero essere aggiunti da qui al 17 agosto, si capisce bene come l'organico a disposizione di Luciano Spalletti sarà più che competitivo. Giusto tenere i piedi ben saldi a terra e non partire per la tangente, ma è evidente come finalmente l'Inter stia tornando a fare l'Inter, dentro e fuori dal campo. Uscendo "a riveder le stelle" e portandone qualcuna a Milano facendogli indossare la casacca nerazzurra.

Chi ha paura di Cristiano Ronaldo?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 10 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print