E' un'Inter che spaventa il campionato. Nella notte di Halloween, quando gli incubi disturbano il sonno e le streghe svolazzano sopra le teste degli ignari, la squadra nerazzurra si prende con forza i tre punti al Bentegodi e porta a casa la nona vittoria su undici partite: record da quando il torneo è a tre punti a vittoria. Mai prima d'ora il club di Milano aveva raggiunto quota 29 dopo 11 turni di campionato.

Un dato che è lì e racconta bene l'impatto di Luciano Spalletti su questo gruppo. A Verona, risultato risicato a parte, si è vista una squadra vera, convinta, padrona nonostante un avversario tutt'altro che arrendevole – al netto degli evidenti limiti – e scelte individuali non sempre precise. Eppure, Handanovic ha trascorso una serata tranquilla come non gli accadeva da tempo immemore in trasferta e il carattere è ancora venuto fuori nel momento più difficile, ossia dopo aver subito un pareggio davvero inaspettato. Lì si è vista la netta differenza con il recente passato: altre Inter avrebbero perso la testa e, magari, anche la partita; questa si è rimboccata le maniche, si è riversata in avanti con intelligenza, ha colpito un palo con Vecino e poi trovato il fisiologico 2-1 con Perisic.

L'Inter, in poche parole, sembra aver finalmente ritrovato il suo Dna di squadra cattiva, cinica, forse non bella ma dannatamente efficace. A volte sembra di vedere un camaleonte, capace di adeguarsi allo spartito della gara: coriaceo se c'è da difendere come a Napoli; spumeggiante in partite aperte come con la Samp; chirurgica nelle ripartenze se di fronte c'è un avversario sbilanciato come a Roma; umile per affrontare trasferte 'sporche' come Benevento e Verona.

Raramente l'Inter ha portato a casa stagioni positive col gioco arioso e appariscente. Quasi sempre lo ha fatto grazie al gruppo, alla coesione d'intenti, allo spirito di sacrificio e alle qualità umane prima ancora che tecniche (che comunque in questo gruppo mancano, occorre specificarlo). Spalletti l'ha capito subito, a differenza di moltissimi suoi colleghi che hanno guidato la barca dal 2010 a oggi. E le risposte stanno arrivando convinte, sotto tutti i punti di vista: dai risultati, dalle prestazioni, dallo spogliatoio e dall'ambiente. Magari c'è qualcuno che ancora storce il naso, ma di certo non lavora all'interno di Appiano Gentile. Gli spifferi esterni rimangono, qualcuno lo chiamava "Il rumore dei nemici". Tra classifiche virtuali, graduatorie dei pali, presunta fortuna, allarmismi di bilancio, critiche al mercato e riduzione dei meriti.

Undici partite, ventinove punti. Nella notte di Halloween, qualcuno si sta spaventando. Buh!

Sezione: Editoriale / Data: Mar 31 ottobre 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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