Dalla celebre maglia 1+8 nerazzurra a un futuro da allenatore, con il sogno di tornare a calcare le tappe della sua carriera da giocatore, Ivan Zamorano racconta il suo calcio in un'intervista concessa a La Prensa Grafica. Partendo da un aneddoto che ha segnato la sua carriera: "Ci sono tanti aneddoti. Uno potrebbe essere la scelta dell'1+8, che in qualche modo ti insegna che nella vita bisogna innovare. Io avevo giocato per tutta la vita con il 9 e quando arrivò Ronaldo all'Inter voleva quel numero. Glielo cedetti, ma non avevo problemi a giocare con la 18 e un segno "+" in mezzo, che fino a oggi rimane la maglia più venduta del calcio italiano".

Prima dell'Inter c'era stato il Real Madrid. "Per me era impensabile arrivare in un club come il Real. Era un sogno che diventa realtà. Il mio periodo a Madrid è stato meraviglioso. Abbiamo vinto il titolo, sono stato il capocannoniere e ho segnato il gol del titolo. Sarò sempre grato a quello che mi ha offerto il Real". La consacrazione alle merengues nonostante le prime difficoltà con Jorge Valdano. "Di solito quando in un club arriva un nuovo allenatore vuole cambiare tutto, ed è stato ciò che è accaduto con lui. Ma è stato molto onesto nel chiamarmi e dirmi che se fossi rimasto al Real sarei stato il quinto attaccante. Io gli chiesi un'opportunità e lottai per essa. All'inizio non giocavo nemmeno le amichevoli, poi entravo nei secondi tempi, fino a quando è arrivata la prima partita della Liga contro il Siviglia e giocai da titolare. Alla seconda partita ero già socio di Valdano, alla quinta ero l'esempio e a fine campionato ero il capocannoniere e quello che siglò il gol del titolo".

L'unico trofeo europeo è la Coppa Uefa alzata nel 1998 con l'Inter. "Mio figlio mi domanda: "Papà, perché non hai mai giocato una finale di Champions League? Io gli spiego che quando uno si sforza al massimo non deve rimproverarsi nulla. Quello che ho vinto o non ho vinto è per le statistiche e i media. La mia visione del calcio di oggi? Il calcio continua a mantenere la passione, però, naturalmente, si è trasformato in un business. A volte si comprano i giocatori per vendere le magliette anziché vincere i titoli. Questo è marketing, non è calcio". Si parla anche dei 120 milioni che il Manchester United potrebbe spendere per Pogba: "Sono cifre esorbitanti: se i club le pagano è perché i giocatori le valgono. Mi sarebbe piaciuto nascere in questo periodo. Non so quanto varrei, però mi sarebbe piaciuto davvero tanto". 

Per chiudere una risposta alla domanda su un possibile futuro da allenatore: "Ho il carné, ho ricevuto offerte. Un giorno sicuramente assumerò questo ruolo, affronterò la sfida di allenare una squadra e lotterò per essere il migliore. Mi piacerebbe allenare le squadre in cui ho giocato".

Sezione: Copertina / Data: Gio 28 luglio 2016 alle 00:05
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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