Ieri Adem Ljajic è entrato solo a pochi minuti dalla fine della partita contro il Chievo, ma oggi è lui il protagonista della puntata di InterNos, format della tv tematica nerazzurra. Ecco le parole del serbo, che si racconta - in base alle domande dei tifosi - ai microfoni di Inter Channel. 

Quando ti ha chiamato l’Inter, cos’hai pensato?
“Il mio procuratore mi ha chiamato per dirmi dell’interesse, io ero molto contento e ho detto subito di sì. Io stavo molto bene a Roma, ho passato due anni fantastici e ho lasciato amici fantastici. Non era facile lasciare la città e la squadra, ma questo è il nostro lavoro. Ero concentrato sul futuro e sono felice di essere qui”. 

Come ti trovi con gli altri giocatori nello spogliatoio?
“Siamo prima di tutto un grande gruppo, quando giochiamo ci sacrifichiamo gli uni per gli altri e c’è un’ottima armonia generale, siamo una famiglia. Ci sono tanti ragazzi di origine slava, come quand’ero alla Fiorentina”. 

In quale posizione preferisci giocare?
“Non è il modulo a far la differenza, è l’atteggiamento. Tutti i moduli che abbiamo usato ci hanno aiutato in qualche modo, ma l’importante è essere concentrati sulla vittoria. Da bimbo giocavo dietro le punte, ma da quando sono in Italia mi fanno partire da esterno sinistro. Mi piace avere la responsabilità di toccare tanti palloni”. 

Perché hai scelto il numero 22?
“Ce l’ho da quando sono andato al Partizan, l’ho chiesto non appena sono arrivato in prima squadra. Era del mio idolo Sasa Ilic”. 

Che ricordi hai della guerra vissuta da bambino?
“I miei ricordi sono annebbiati, ero molto piccolo. Mi viene in mente il terrore delle bombe, quando suonavano le sirene e dovevamo scappare nei rifugi. Non capivo perché succedeva tutto questo, mi allenavo e poi dovevamo scappare”. 

Cosa ti ricordi dell’Inter del Triplete? 
“Giocavano in una maniera incredibile, mi ricordo perfettamente com’erano squadra. Loro hanno fatto la storia, ora tocca a noi. Vogliamo preparare ogni partita guardando al minimo particolare, anche se contro di noi ogni squadra si difende in maniera feroce e i portieri si esaltano. Noi dobbiamo trovare soluzioni per vincere. Seculin ieri ha fatto una partita pazzesca, io ero con lui alla Fiorentina quand’era giovanissimo e sono contento che abbia fatto una partita del genere, soprattutto perché abbiamo vinto”. 

Che rapporto hai con i tifosi?
“Il calcio è della gente, dei tifosi. Spero vengano sempre in tanti allo stadio, noi lavoriamo per loro”. 

Cosa ti dice Mancini? Ti parla di come battere i calci d’angolo e le punizioni?
“Siamo in quattro-cinque a poter battere i calci da fermo, decidiamo al momento. Andiamo lì in due e poi scegliamo tra chi sta meglio in quel momento. Mi arrabbio quando la palla non va dove voglio”. 

Rimarresti all’Inter anche l’anno prossimo?
“Io voglio rimanere, spero di essere riscattato. Ma è presto per parlare di questo, devo dare tutto per la maglia e rimanere qui”. 

Come vedi il momento dell’Inter?
“Nel calcio esistono momenti di difficoltà. Nei primi 3 o 4 mesi altre squadre hanno avuto un piccolo calo, poi è arrivato anche per noi. Dobbiamo continuare ad allenarci bene ogni giorno per uscirne. Spero che la vittoria di ieri possa aiutare a ripartire con una serie di vittorie”. 

Preferisci segnare o fare l’assist?
“Preferisco passare la palla ad un mio compagno che fa gol. E’ uno dei piaceri del calcio far segnare un compagno in modo semplice, come contro il Frosinone o il Bologna”. 

Cos’hai come hobby?
“Mi piace molto guardare la NBA, guardo le partite e mi informo. Poi quando vengono i miei amici giochiamo alla playstation, oppure ascolto la musica serba”. 

Quali sono i tuoi idoli?
“Kakà e Sasa Ilic”.

Sezione: Copertina / Data: Gio 04 febbraio 2016 alle 21:34
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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