Un'Inter più italiana è qualcosa che viene auspicato da tanto tempo; un calciatore del Bel Paese è stato appena acquistato uno con un importante investimento, e fin qui ottimi risultati (Gagliardini), e di acquisti azzurri ne verranno fatti altri. Pioli ha recentemente rilasciato un'intervista in cui dice di apprezzare Domenico Berardi e Federico Bernardeschi: un segnale non da poco, considerando che spesso si tende ad essere abbottonati circa eventuali gradimenti. Bernardeschi e Berardi: giovani, italiani, di talento e futuribili. Difficile pensare che possano arrivare entrambi, plausibile credere che uno dei due vestirà di nerazzurro. Entrambi, per ruolo e peso specifico dell'eventuale acquisto, giocherebbero con la casacca numero 10. Attenzione però, sono calciatori ben diversi:

BERARDI - PRO E CONTRO
In caso di un suo eventuale approdo nella Milano nerazzurra, c'è una cosa che piacerebbe ai tifosi: Berardi è interista, e lo ha lasciato intendere nel 2010, quando non era ancora nessuno e sui social non nascose la sua fede e il ripudio al rossonero. Il classe '94, inoltre, fu il protagonista dell'esonero di Massimiliano Allegri quando sedeva sulla panchina del Milan: al Mapei si giocava Sassuolo-Milan, l'attaccante italiano mise a segno 4 reti, la partita finì 4-3. Insomma, l'empatia tra Berardi e l'ambiente nerazzurro non sembra possa rappresentare un problema, ma non basta. Dal punto di vista tattico, è utilizzabile come seconda punta o esterno, ruolo che attualmente ricopre, sulla fascia sinistra, nel 4-3-3 del Sassuolo di Di Francesco. A differenza di tanti talenti che a un buon arrosto abbinano molto fumo, Berardi è un calciatore incisivo: fa gol, sforna assist. Chiedete ai fantallenatori che si fanno la guerra per accaparrarselo al fantacalcio. La dote di vedere la porta e centrare il bersaglio fa si che possa essere utilizzato anche da prima punta, all'occorrenza. Come intuibile dalle caratteristiche tecniche che ne fanno un calciatore centrale nelle trame di gioco, non è un attaccante 'di posizione': svaria sul fronte offensivo, gioca il pallone, catalizza le attenzioni delle difese avversarie grazie alla capacità di tenere il pallone incollato tra i piedi, e, di conseguenza, apre spazi per gli inserimenti. Negli ultimi anni ne hanno beneficiato, a turno, Missiroli, Duncan, Politano. E' un mancino che, come detto, sa giocare bene sulla fascia. Attenzione però: non fa della corsa una delle sue principali doti. Per intenderci, non è un fondista alla Perisic, è un trequartista di fascia: un po' Bonaventura, solo più vicino alla porta. Nell'attuale 4-2-3-1 di Pioli potrebbe ricoprire il ruolo di esterno, al posto di uno tra Perisic e Candreva, o all'occorrenza, quando la squadra è votata all'attacco, alle spalle di Icardi. I contro, però, iniziano qui: Candreva e Perisic danno supporto in fase difensiva. Lui, questo, non lo garantirebbe. E' perfetto se sulla sua fascia, dietro di lui, c'è una mezzala. All'Inter ci sono due interni, perciò dovrebbe sacrificarsi, e non è detto che saprebbe farlo. Un altro dubbio potrebbero suscitarlo le condizioni fisiche: viene da un lungo infortunio che l'ha tenuto lontano dal campo praticamente per 5 mesi e non si è ancora ripreso del tutto, anzi. Quando non è stato assente per infortunio, lo è stato per motivi disciplinari: è fra gli attaccanti più ammoniti del campionato, e spesso gli è capitato di aver perso la testa e beccarsi espulsioni dirette per comportamenti antisportivi. Forse, ciò, deriva dal temperamento e dalla personalità del ragazzo: è uno che se c'è un rigore decisivo da calciare, prenderebbe la palla e la posizionerebbe sul dischetto, e questa è una caratteristica da Inter. Il talento, comunque, non manca: Pomini, portiere del Sassuolo, ha parlato di lui riferendosi al momento in cui venne promosso dalla Primavera in prima squadra, dicendo: "E' stato come scendere in cantina e scoprire di avere un Picasso".

BERNARDESCHI - PRO E CONTRO
Anche lui classe 1994, quest'anno con la maglia della Fiorentina sta facendo il salto di qualità, tanto che il prezzo è schizzato sui 50 milioni circa. E' meno attaccante rispetto a Berardi, sebbene nella sua prima esperienza tra i professionisti, a Crotone, firmò 12 gol in 38 partite. A Firenze la media gol si è abbassata, anche in virtù di un'evoluzione tattica che ha fatto innamorare di lui l'allenatore della Fiorentina, Paulo Sousa. Arrivato a Firenze, Bernardeschi era un trequartista, utilizzabile come ala d'attacco grazie al dinamismo, l'agilità e il dribbling. E' rapido, ma ciò non faceva di lui un calciatore a tutta fascia. Adesso potrebbe esserlo: merito del sacrificio rivolto alla causa quando l'allenatore portoghese, a Firenze, iniziò a schierarlo con continuità come esterno di centrocampo in un 3-5-2. Oltre a questo progresso tattico e di mentalità, il centrocampista/attaccante di Carrara quest'anno ha centrato il traguardo della continuità: è insostituibile nella Fiorentina, sta trovando il gol con continuità e assieme a Chiesa è l'arma in più della trequarti offensiva dei viola. Come detto, tra le sue caratteristiche annovera buona corsa, dribbling, buona capacità di dialogare nello stretto grazie alle elevatissime doti tecniche, e ottime qualità balistiche che lo portano spesso ad essere pericolosissimo con tiri dalla distanza. Nel 4-2-3-1 di Pioli, lui sarebbe senza dubbio un esterno d'attacco, in luogo di Candreva o Perisic. E' diventato un calciatore importante, ma non è sicuro che abbia la personalità giusta per diventare protagonista anche a Milano. Intanto, sebbene le prestazioni sono positive, per la definitiva consacrazione serve finire la stagione al meglio, con la continuità che pare stia trovando.

Sezione: Copertina / Data: Sab 28 gennaio 2017 alle 15:52
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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