Serve il regista, non serve il regista. Il tormentone delle ultime sessioni di mercato dell'Inter è stato quello di trovare il costruttore di gioco, che manca da quando è stato ceduto Thiago Motta nel 2012 al PSG. Prima di tutto bisogna chiarire cosa si intenda per regista: nel calcio moderno il regista non è più, o almeno solo, quel giocatore che agisce al centro del campo, davanti alla difesa. Il regista è colui che prende per mano le redini del gioco, è colui al quale tutti gli altri compagni si appoggiano nei momenti di difficoltà. E' quello che non ha paura di gestire il pallone anche quando questo scotta. Giocatori con queste caratteristiche non giocano solamente davanti alla difesa, basti pensare a Messi nel Barcellona o a Sneijder nell'Inter del triplete. All'Inter 2016/2017 manca questo: l'ancora a cui aggrapparsi nei momenti cruciali delle partite, il punto di riferimento per tutta la squadra

UNICA CERTEZZA - In questo momento il leader del centrocampo nerazzurro è Marcelo Brozovic. E' lui, soprattutto da quando è arrivato Pioli, che trascina la squadra con le sue grandi qualità tecnica e atletiche. E' lui che si fa dare il pallone, è lui che accompagna l'azione, è lui che va a pressare gli avversari. Brozovic nel corso di una partita fa tante cose, e le fa spesso molto bene. Nonostante questo, Brozovic conserva un'indole molto anarchica. Il croato gioca seguendo il suo istinto, non un pensiero logico. La forza di Brozovic sta proprio nel suo essere imprevedibile, sicuramente è uno di quelli che, una volta terminato un castello di carte, vuole aggiungerne un'altra per rendere il tutto più bello, anche se la possibilità di farlo cadere è molto alta. Non ha in sè quella razionalità di cui l'Inter ha molto bisogno. Nel centrocampo ideale di Pioli quindi c'è sì Brozovic, ma con un giocatore molto più ordinato, e anche meno appariscente, al suo fianco. 

LA MANCANZA - Questo aspetto si è visto nelle ultime partite, quando, a partire dal secondo tempo contro il Genoa, Pioli ha messo al fianco del croato non più Joao Mario, ma Felipe Melo. Guarda caso l'Inter non ha preso gol, fattore più unico che raro in questa stagione. La sensazione però è che tutti quei giocatori che l'Inter ha in rosa in quella zona del campo non siano del livello necessario per far fare alla squadra un salto di qualità importante. Felipe Melo ormai lo conosciamo, è un giocatore che sa stare in campo e con una buona gestione del pallone in situazioni di gioco ordinarie, ma non ha la qualità tecnica per prendere in mano la squadra in momenti di difficoltà, aggiungendo inoltre le continue problematiche disciplinari che lo accompagnano ogni volta che scende in campo. Con la Lazio ha fatto molto bene Kondogbia, ma una partita in un anno e mezzo è un po' poco per essere eletto a leader della mediana. Un buon Kondogbia è migliore di Melo, perché più talentuoso; quello che manca però al francese è in primis la personalità, e quella non si compra, e in secundis ha mostrato di essere troppo lento e macchinoso nella gestione del pallone, e l'Inter non si può permettere di aspettarlo ulteriormente. Al momento, va bene come primo rincalzo. Infine c'è Medel, che sicuramente è il migliore per personalità e senso tattico, ma ha troppi limiti tecnici per essere l'uomo al quale i vari Murillo, D'Ambrosio o Ansaldi possano appoggiarsi con sicurezza quando la palla pesa un quintale. Se con giocatori che hanno comunque delle mancanze come Melo e Kondogbia, si è vista la migliore Inter della stagione, proviamo a pensare cosa potrebbe succedere se al loro posto giocasse un giocatore completo, che riassuma in sè tutte le loro qualità.

MERCATO - L'Inter quindi non ha in rosa il giocatore per completare il centrocampo ideale insieme a Brozovic. L'identikit per intenderci è quello del Claudio Marchisio post Pirlo visto alla Juve: non un regista da due all'ora, non un incontrista alla Medel. Ovviamente Marchisio è impossibile da raggiungere e il nome più quotato è quello di Biglia. L'argentino della Lazio ha tutte le caratteristiche che l'Inter richiede, ma ha 30 anni e Lotito vorrà molti soldi per lui, e questo fa perdere fascino alla possibilità di comprarlo. Simile il discorso per Luiz Gustavo del Wolfsburg: il giudizio su di lui dipende da quale sarà la richiesta economica del club tedesco, dato che anche lui va per i 30. Tralasciando Lucas Leiva, l'altro nome caldo è quello di Badelj, che ha il vantaggio di conoscere già il campionato italiano, ma il suo nome è legato con un doppio filo alla trattativa per riportare Jovetic a Firenze. Molto funzionali sarebbero anche Krychowiak del PSG e N'Zonzi del Siviglia. Marco Verratti sarebbe per molte ragioni l'uomo ideale, perché giovane ma molto esperto, e soprattutto perché dotato di un intelletto calcistico superiore, che gli permetterebbe di gestire alla grande tutto il centrocampo nerazzurro. Il concetto è che all'Inter non servano nè solo muscoli nè solo qualità tecniche al centro del campo. All'Inter serve soprattutto cervello e raziocinio per fare di una stagione mediocre una ambiziosa. 

Sezione: Copertina / Data: Sab 24 dicembre 2016 alle 18:41
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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