A volte per cercare di porre rimedio a un errore se ne commette uno anche peggiore. Nella fattispecie, si peggiora ulteriormente una posizione già di per sé discutibile. Mi riferisco ovviamente a Nicola Rizzoli da Bologna, al centro delle polemiche dopo l'arbitraggio in Juventus-Inter contestato con fermezza ma nei modi corretti dal club nerazzurro e cavalcato dal club bianconero per lanciare frecciatine senza averne alcun diritto o autorizzazione etica. Ma bypasso questa situazione che, francamente, ha stufato un po' tutti e mi focalizzo sulle parole che il suddetto Rizzoli, uno dei massimi esponenti della classe arbitrale italiana anche in ambito internazionale (a proposito, perché l'AIA su Twitter risponde alle critiche anche oneste bloccando preventivamente chi le muove?), ha rilasciato nelle ultime ore.

Ebbene, intervistato da Le Iene, il diretto interessato ha voluto, o meglio ha provato a chiarire uno dei casi più contestati e sorprendenti della gara dello Stadium: il fischio che ha tempisticamente salvato Chiellini dal lanciare in porta Icardi nella ripresa. Un fatto che non trova spiegazioni a livello regolamentare e di cui il sopra citato ha voluto condividere la propria versione. Innanzitutto, dubito ci fosse l'autorizzazione dell'AIA a rilasciare questa intervista, eppure il regolamento lo prevede. Anche perché parrebbe strano che un arbitro desse spiegazioni alle pur efficaci iene del biscione, non certo la massima espressione istituzionale del giornalismo sportivo. Però non ho la certezza e vado avanti.

Nello specifico, secondo Rizzoli il difensore juventino Chiellini mette a posto con il piede il pallone e lo passa a Buffon per battere il calcio di punizione, con la sfera che non è mai stata ferma (falso, il buon Giorgio la blocca col destro prima di passarla al proprio portiere). Pertanto, quando Icardi ha ricevuto il gioco non era ancora iniziato. Eppure, se così fosse, l'arbitro avrebbe dovuto ammonire Chiellini per aver perso tempo gigioneggiando con Buffon per effettuare un banale calcio di punizione (azione ripetuta poi una terza volta con ulteriore spreco di secondi preziosi). Invece per il centrale nessun cartellino giallo. Pace, questa è la versione di chi avrebbe dovuto far rispettare le regole e, volenti o nolenti, a prescindere da immagini che parlano chiaro, bisogna accettarla. Anche se il dubbio che Rizzoli abbia fischiato per interrompere un'azione pericolosa dell'Inter non appena manifestatasi è forte, molto forte.

C'è poi una seconda questione, in merito all'intervista rilasciata dal suddetto alla trasmissione di Italia Uno, che lascia ancora di più esterrefatti. In altre parole, provando a domanda diretta a motivare le ragioni che hanno spinto l'Inter a rendere noto il filmato di cui sopra, l'arbitro ha insinuato che dietro ci fosse la volontà della società di influenzare il Giudice Sportivo prima che emettesse le proprie sentenze su Icardi e Perisic. Occhio, Rizzoli non lo ha semplicemente lasciato intendere, lo ha detto. E così ha dato adito all'idea che ci sia un mal celato sistema che permetta di usare determinati artifizi mediatici al fine di ottenere dei vantaggi da parte di un ente giudice, quindi imparziale e super partes. Se solo lo si pensa, evidentemente è possibile. A questo si aggiunge l'asso di briscola che mette in discussione la correttezza della società Inter, sempre per l'atto sopra descritto.

Anche qui siamo nell'ambito delle insinuazioni e per tempistiche e informazioni ricevute dall'interno posso smentire serenamente tale assunto: dietro la scelta di trovare (il giorno dopo la partita era già in atto la ricerca dell'episodio taciuto e ignorato dai più) quel filmato e di mandarlo in onda c'era semplicemente l'intenzione di sottolineare ulteriormente l'ambiguità di una direzione arbitrale nettamente al di sotto delle aspettative.

Riassumendo, in attesa di capire se l'intervista a Le Iene era autorizzata (ma dormo bene lo stesso, tranquilli), ho la sensazione che Rizzoli non dirigerà più una partita dell'Inter e con queste parole abbia peggiorato, e di molto, una posizione non certo inappuntabile. Eppure sarebbe bastato ammettere l'errore, come avvenuto dopo un derby in cui aveva assurdamente concesso un rigore al Milan per fallo insistente di Julio Cesar su Boateng. Allora fu apprezzabile il mea culpa, allo stesso modo sorprendono negativamente le affermazioni rese note ieri, interpretabili come un (vano) tentativo di legittimare un operato opinabile cercando di mantenerlo inattaccabile.

Infine, mi auguro che le parole che mettono in dubbio la credibilità/correttezza della società Inter non si perdano nel nulla, perché le ritengo personalmente molto gravi. Ma adesso pensiamo all'Empoli, che a questa storia abbiamo dedicato fin troppo tempo e ci sono 13 partite da vincere entro il 28 maggio. 

 

PS - Perplessità: perché Rizzoli risponde in terza persona alle domande che gli vengono poste? 

PS 2 - Agli amici juventini: non ho citato volutamente la vostra squadra del cuore. Fate a meno di condividere con me ciò che ne pensate.

Sezione: Calci & Parole / Data: Dom 12 febbraio 2017 alle 00:10
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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