Dalle lacrime alla prepotenza in otto giorni. Benvenuti in Italia. La tragedia di Piermario Morosini univa il mondo del nostro calcio solo poco più di una settimana fa, ci eravamo comportati in maniera degna. Anche se l'accenno di polemica per il rinvio o slittamento della giornata era stato uno spiacevole contorno, ma per il calcio italiano era stato già tanto non tramutare la riunione di Lega in una fantozziana riunione di condominio. Quest'oggi, la crème de la crème a Genova. Sponda rossoblù, precisiamo. Tifosi che sequestrano una partita di calcio e le magliette degli interpreti in campo. Abominevole, nauseabondo. Una sconfitta per 4-0 tra le mura amiche non giustifica la profanazione del culto calcistico in maniera così indegna. Merito dei soliti noti, quelli che con la tessera del tifoso andrebbero schedati e fatti marcire dietro delle sbarre, che invece se la spassano da eroi perché si sono impossessati dello sport più bello del mondo e della loro squadra per un pomeriggio. Un oltraggio ai valori sportivi.

La dignità di chi era in campo è stata calpestata da qualche tifoso, o presunto tale. Ma è anche sbagliato escluderli da questa categoria, perché ormai il diffondersi di tali elementi si sta facendo veramente preoccupante. Il calcio italiano è un mare inquinato. Siamo brutti da vedere, siamo la vergogna d'Europa. I tifosi, che hanno tutto il diritto di contestare seppur in maniera civile, sono riusciti ad impossessarsi di una partita di calcio. Un golpe che lasciava esterrefatti tutti. La scena in cui il capitano genoano Marco Rossi omaggia questi personaggi delle maglie dei propri compagni è terribilmente preoccupante. Siamo padroni di un calcio malato, brutto da vedere in campo e stracolmo di episodi allucinanti. Non vedremo i colpevoli dietro alle sbarre, statene pur certi.

Eppure, qualcuno avrà il coraggio di chiedere di portare i bambini allo stadio. Pensate se vostro figlio quest'oggi fosse stato a Marassi, per la prima volta in uno stadio a guardare la sua squadra del cuore. Un trauma per gli adulti, figuratevi per i più piccoli. Il calcio italiano è abominevole, intollerabile, in tutte le sue manifestazioni. Da quella prettamente legata al campo agli spalti, fino a chi lo gestisce dall'alto. Se la violenza fisica sembrava sul punto di essere debellata, quella psicologica è altrettanto grave. In questo senso, un applauso lo meritano tutti i tifosi dell'Inter che sono stati presenti a San Siro quest'anno. Fischi, cori cattivi, uscire dallo stadio prima. Questo significa essere tifosi anche contrari quando la squadra non soddisfa - anche quando perde con il Novara, con tutto il rispetto -, ma rubare il calcio è un reato. Le oscene immagini odierne hanno ricordato i bambini a cui viene sequestrato il pallone dopo aver colpito una finestra, un tòpos del calcio tarallucci e vino dei più piccoli. In questo caso, però, nessuno ha colpito alcuna finestra, o rotto alcuno specchietto di macchine. In questo caso, hanno rotto loro. Quegli pseudo-tifosi. Restituiteci il calcio, quello vero. Perché questo calcio italiano è una vergogna. Per tutti.

E dopo tutto ciò i giocatori dovrebbero fermarsi e scioperare, dopo uno scandalo così grave che calpesta l'onore e gli uomini. Altro che polemiche estive sul contratto dei calciatori e le altre richieste. Questa volta l'umiliazione è stata massima, i giocatori sono stati veri e propri ostaggi. Ma ancora una volta sarà ancora un non è niente per nessuno. Perché siamo sempre noi, sarà sempre little Italy...

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Dom 22 aprile 2012 alle 18:00
Autore: Fabrizio Romano
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