Ospite della trasmissione di Mediaset Premium 'La tribù del calcio', l'ex centrocampista e allenatore nerazzurro Marco Tardelli ha avuto modo di ripercorrere i suoi percorsi da giocatore svelando qualche chicca legata al suo mancato approdo all'Inter a inizio carriera: "Da piccolo ero interista per esclusione, perché i miei fratelli tifavano uno per la Fiorentina, uno per il Milan e uno per la Juve. Ma il mio idolo era Gigi Riva: era mancino e grazie a lui sono diventato ambidestro. Io ero destro ma volevo calciare come lui e allora passai sei o sette mesi a giocare con gli amici calciando solo di sinistro. Ma il problema che avevo era un altro: ero piccolo, magro, esile e nessuno mi dava credito. Feci diversi provini: con la Fiorentina, il Bologna, il Milan, ma tutti mi chiusero le porte in faccia. A credere in me alla fine fu il Pisa, poi arrivò il Como e a 21 anni il passaggio alla Juventus, anche se a dire il vero prima della Juve era tutto fatto con l’Inter: ricordo che Fraizzoli aveva già fatto le foto con me. L’accordo col Como era di 700 milioni più Guida. Ma a un certo punto arrivò Boniperti con il cash: un miliardo. Ovviamente il Como accettò. Ricordo che a contratto siglato Boniperti chiese a Beltrami (allora direttore dell’Inter, ndr) se lo avesse fregato o meno. E Beltrami gli rispose che sarei andato al Mondiale già nel ‘78. E così fu. Firmai per la Juve a 21 anni e quell’estate arrivai in sede con la catenina al collo, il braccialetto e i capelli lunghi. Boniperti, quando mi vide, mi disse di togliermi tutto e tagliarmi i capelli. In quel momento capii che la mia vita stava davvero cambiando".

Sezione: News / Data: Gio 30 ottobre 2014 alle 20:23
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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