Anche Nicola Rizzoli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, analizza la prima volte del Var e, più in generale, l'esordio degli arbitri in Serie A. "Metterei in evidenza subito un aspetto molto positivo e per nulla scontato: giocatori, allenatori, dirigenti e pubblico hanno accettato il cambio di alcune decisioni con grande serenità - puntualizza il nuovo designatore -. E questo può solo far bene al calcio. Siamo ancora in fase di rodaggio, dobbiamo oliare il meccanismo, ma uno degli obiettivi, forse il più importante, che ha portato all’introduzione della tecnologia è proprio quello di restituire un clima migliore, disteso. Adatto alle famiglie. E se la Var contribuisce in modo così evidente a questo cambio culturale, siamo sulla buona strada. A Torino e a Crotone sono state cambiate giustamente due decisioni contro le squadre di casa senza nessuna contestazione".

Che cosa invece non ha funzionato?
"Migliorare è sempre possibile, specie quando siamo di fronte a una novità. E dobbiamo tutti contribuire al salto di qualità. Siamo in una fase di transizione, avevo messo in conto circa 2 mesi per trovare l’assetto giusto. Dopo la prima giornata dico che ne basterà uno, ma non mi nascondo: alcuni sbagli sono stati commessi".

Tipo?
"Si è perso troppo tempo per controllare le azioni e questo ha rallentato il gioco. Recuperare i replay giusti è stato in alcuni casi più faticoso del previsto. Ci vuole pazienza, anche i tecnici strada facendo diventeranno più rapidi. Ma occhio, l’obiettivo è fare meglio, ma avere sempre più decisioni dell’arbitro e sempre meno dalla Var".

Tagliavento a San Siro ha concesso un rigore e poi ha atteso la conferma prima di farlo battere. Era necessario?
"Il controllo va fatto, ma dovrà diventare silente. A Milano è passato troppo tempo e a quel punto per trasparenza era giusto renderlo pubblico".

Sempre Tagliavento ha poi aspettato 2’ sul contatto in area tra Miranda e Simeone giudicato non punibile. Dopo la conferma del Var ha fatto riprendere il gioco senza rivedere l’immagine. Giusto così?
"Il protocollo prevede anche questa soluzione, sicuramente Paolo avrebbe potuto anche andare al monitor, ma non sarebbe cambiato il risultato: quel contatto può essere interpretato in modo soggettivo e quindi non è un episodio chiaro, condizione essenziale per il ricorso alla tecnologia. Ma agli occhi degli spettatori il fatto che l’arbitro in campo vada a controllare il replay è più rassicurante. Perché è lui che decide, non il Var".

Giancarlo Antognoni ha parlato di «mancanza di rispetto» nei confronti della Fiorentina?
"Questo è un termine che non posso accettare: nessuno manca o ha mancato di rispetto. Come ho spiegato, Tagliavento poteva anche non rivedere il replay perché aveva ritenuto non punibile il contatto. E il Var ha valutato non fosse un chiaro errore. È tutto previsto dal protocollo, sul discorso che possa essere opportuno rivederlo in certe situazioni ne parleremo e faremo tesoro delle esperienze. Siamo all’inizio e qualche sbavatura potrà pure esserci. Quello che da parte nostra non ci sarà mai è proprio la mancanza di rispetto".

Sezione: News / Data: Mar 22 agosto 2017 alle 15:28 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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