Da Kiev a Kiev. Dalla fascia di capitano al vestito in borghese. Ne sono cambiate di cose in 5 anni per Javier Zanetti, che ora veste orgogliosamente i panni del vicepresidente, ma nel 2009 era in campo, come sempre con la fascia al braccio, in quella clamorosa rimonta contro la Dinamo di Shevchenko: "Prima della partita, José ha attaccato ai muri dello spogliatoio la classifica del girone senza avere nemmeno il bisogno di dirci nulla: bastava guardarla, per rendersi conto che eravamo quasi fuori e che quella sarebbe stata la partita della vita", così esordisce Pupi nell'intervista a Tuttosport.

Era una freddissima serata di inizio novembre, quando venne messo il primo mattone nella costruzione di quella bellissima struttura che è stato il Triplete. Ma le cose non si erano messe bene nei primi 45 minuti: "Nel primo tempo, non funzionava niente e avevamo fatto una fatica terribile - ricorda l'ex capitano interista - e Mourinho, senza perdere un attimo ci disse 'Siamo fuori: ora rischio il tutto per tutto'. Tolse Cambiasso e Chivu per mettere Thiago Motta e Balotelli poi, a dieci minuti dalla fine, mise pure Muntari per Samuel e mi disse di fare il centrale, visto che in campo era rimasto un unico difensore, ovvero Lucio".

Il resto è storia, una partita capovolta come una frittata a sei minuti dalla fine col pareggio di Milito e, prima del gong, con il gol-apoteosi di Sneijder, che catapultò l’Inter addirittura al primo posto del girone, poi passato alle spalle del Barça: "Non so se Moratti avrebbe esonerato Mourinho se non avessimo passato il girone - aggiunge JZ - ma certo è che quella notte ci siamo resi conto che nulla sarebbe stato impossibile per quella Inter. Però, già nella stagione precedente, era scattato qualcosa dopo l’eliminazione con il Manchester a Old Trafford quando Mourinho andò da Moratti e gli disse “Ha visto, l’atteggiamento è cambiato: mi dia i giocatori giusti e vinceremo anche in Europa'. E così è stato. Però, senza quella rimonta a Kiev non ci sarebbe stato futuro e, oltre alla Champions, ci saremmo giocati pure il prestigio". 

IL FIL ROUGE CHE PORTA ALL'EUROPA LEAGUE - "L’Europa League può darci prestigio ed è il primo gradino per tornare a vincere tutto in Italia e in Europa. La storia del Triplete dimostra a questi ragazzi come le grandi vittorie si costruiscono negli anni e che, se si riesce a creare un grande gruppo, ogni risultato è raggiungibile". Già, proprio così, perché, conclude il vice presidente nerazzurro: "Quello del Triplete era un gruppo unito anche se c’è chi ha voluto far passare il messaggio che non fosse così. Nei confronti di chi ha vinto tutto e dei cosidetti “senatori” ci vuole rispetto per quello che hanno fatto".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 17 settembre 2014 alle 08:28 / Fonte: Tuttosport
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
vedi letture
Print