Dopo la vittoria del Bentegodi di lunedì scorso, l'Inter domani torna in campo al Meazza e lo fa all'ora di pranzo contro il Torino, reduce dalla vittoria sul Cagliari che ha interrotto un periodo negativo. Di questo e altro parla oggi in conferenza stampa Luciano Spalletti al Suning Training Centre. FcInterNews.it è sul posto e propone le sue parole.

Stamattina ha fatto un posto molto significativo su Anna Frank.
"La volontà era quella di non far succedere che di una cosa se ne parla quando accade e poi torna tutto come prima. A una cosa così importante, a cui giustamente è stato dato spazio ma poi c'è sempre il risultato della gara, è bene darne di più. Una società che sceglie di comunicare attraverso l'odio non può sopravvivere. Per questo ho voluto dare uno spazio in più, così magari se ne riscrive ancora".

San Siro deve essere un fattore in più o può essere pericoloso?
"A noi fa piacere che ci siano tutti i tifosi. Ci fa enormemente comodo averli a spingere la squadra. E' un'altra dimostrazione di fiducia. Dobbiamo trarre da queste dimostrazioni gli ulteriori vantaggi. A Inter Tv ho appena detto che gli anelli di San Siro sono come fedi che dichiarano un atto d'amore per la squadra. E' bellissimo sentire questo affetto".

Questa squadra ha già le spalle larghe per sopportare la pressione dell'alta classifica?
"E' meglio andarci cauti ma delle situazioni in cui si può effettivamente dire che abbiamo a che fare con una squadra che ha personalità ci sono state. In alcune partite abbiamo fatto quel che dovevamo sia come gioco che come scelte individuali. Anche quando la squadra è andata in difficoltà abbiamo ragionato come blocco. Sarà fondamentale anche domani contro il Torino, perché contro di loro al di là del carattere dell'allenatore si ha la sensazione di giocare contro i muscoli della storia di questo club. Se non ci sono distanze di squadra, reazioni veloci, se non si è tosti possiamo andare in seria difficoltà".

Tra i 75.000 di San Siro ci saranno anche le galline del Cioni?
"Quello è un gioco. Io sono affezionato a quella gente e a quel territorio, per cui se non si dicono cose cattive stanno dalla tua parte e danno forza a un modo di fare corretto".

Tanti anni fa lo scudetto dei record dell'89 con Trapattoni arrivò dopo una stagione difficile. Si sta avvicinando il momento in cui vi guarderete in faccia per poter credere a qualcosa di diverso?
"Non ci siamo ancora arrivati. Noi dobbiamo arrivare ad essere stabilmente nelle prime posizioni in classifica. E ancora non ci siamo, o perlomeno non si possono fare discorsi che riguardano l'andare avanti. Ci sono delle insidie. Le posizioni sono quattro, poche per la qualità delle squadre del nostro campionato. Se questa domanda me la rifarà quando saremo sicuri di essere nelle prime quattro sarà un piacere e un dovere guardare oltre. Si parlava sempre di Mourinho, ora addirittura si parla di Trapattoni..."

C'è una mentalità in Serie A per cui si portano a giocare più attaccanti. Per l'Inter è troppo presto per vedere Eder di fianco a Icardi?
"Tutto è possibile, ma ci sono dei tempi di maturazione. Di volta in volta si fanno delle analisi, a volte possono essere da cappello per aria e a volte no. Finora non vedo perché stravolgere, ci sono tutti i segnali che la strada sia quella corretta, ma soprattutto in funzione di un calciatore come Eder... Mi fa piacere che abbia firmato un nuovo contratto perché è come aver confermato tre calciatori. Fa tre ruoli in maniera perfetta e riuscirà a svilupparne anche una quarta perché ha un senso di adattabilità perfetto. Sa fare tutto quel che gli credi. Ci sono rimasto un po' male quando la società mi ha detto del prolungamento perché avrei voluto dirglielo io...".

Cosa pensa di Mihajlovic?
"Rispecchia quel che era da calciatore. Lui la faccia tosta di cui parliamo quando si dice come si deve andare in campo le aveva senza sforzarsi. E' un allenatore molto esperto e conosce l'ambiente dell'Inter perché c'è stato. Penso che il carattere possa essere quel che ci accomuna. Finora ha dimostrato carattere e personalità. Nessuno regala niente in questo mondo e la storia bisogna conoscerla tutta".

Il Torino ha molta qualità. Cosa devono fare i giocatori per evitare trappole?
"Quel che dicevo prima. Le distanze di squadra aiutano il reparto. Le reazioni sulle fughe, quando hai Belotti che finta, bisogna leggerle al momento corretto. Non c'è spazio per accorgersi, quando accade è già tardi. Ma se stai lungo non riesci a prendergli le distanze e lui è uno dei più bravi che c'è. Poi ci sono Iago Falque e Ljajic che sono bravissimi con il pallone tra i piedi. Ti obbligano a essere svelto. In più c'è il carattere di una squadra fisica, forte, che ha ritrovato entusiasmo con l'ultimo risultato e ha tutta la rosa a disposizione. Sono tutte insidie in più, ma noi dobbiamo essere la squadra forte che vuole misurarsi con queste squadre e vuole vincere. E' una posizione scomoda avere addosso questi colori, perché devi provare a vincere fino alla fine".

Sono tornati di moda gli esterni offensivi. C'è una spiegazione per questo?
"Da un punto di vista di lettura generale si sono modificate molte cose in meglio. Si è visto dalle grandi partite disputate da Roma e Napoli in Champions. Si spinge di più con i terzini e si occupa questa piazzola alta sull'esterno o ai lati della linea difensiva avversaria perché fa 'sgranare' la linea attraverso gli scivolamenti. Spesso c'è poi un solo uomo che fa la fascia e si tende più a mettere tra le linee della trequarti gli esterni alti. Però ci sono molti particolari che danno una crescita al nostro calcio nel confronto europeo".

Nell'intervista di Ausilio a Tuttosport sono arrivati molti complimenti per l'allenatore. Sei qui da qualche mese, ti aspettavi di conquistare tutti così rapidamente?
"Io sento l'affetto dei dirigenti e li ringrazio. Li sento molto vicini, considerato cosa mi è successo in precedenza sono quasi preoccupato (ride, ndr). Ausilio è quello che ho conosciuto prima di tutti, in maniera più profonda. E' quello con cui ho parlato assieme a Sabatini ed è sempre stato lo stesso da quando l'ho conosciuto. Abbiamo un contatto quasi quotidiano e siamo quasi in confidenza, il che mi fa piacere. Io sono a posto, non c'è bisogno di fare tanti discorsi che nella realtà non porterebbero alcun beneficio, soprattutto momentaneo. Non dobbiamo perdere di vista l'obiettivo e non dobbiamo cercare niente di più. C'è tutto quello che ci occorre".

Si va verso la quinta formazione consecutiva con lo stesso 11?
"Tutti hanno fatto l'allenamento che dovevano questa settimana. Ho l'imbarazzo della scelta. Ho tutti a pieno regime. Anche Cancelo ha cominciato a non sentire più problemi quando calcia di interno collo, lo stesso Dalbert ha assorbito un po' di metodo. Grosso modo la squadra sarà quella ma si potrebbe fare qualcosa di differente perché sono convinto che la squadra non perderebbe qualità".

Tornando alle parole di Ausilio, per come stanno rispondendo le concorrenti il fatto che l'Inter annunci di non voler fare un mercato dispendioso la preoccupa?
"Io vi ringrazio per le attenzioni nei miei confronti ma noi abbiamo il salvadanaio all'ingresso dello spogliatoio in cui mettiamo tutti i meriti per ogni partita. E a fine anno si dividono in tutte le parti uguali. Io ho fatto quel che deve fare l'allenatore dell'Inter ma senza i calciatori non si fa la buona squadra. In borsa non avevo le qualità da distribuire ai calciatori. Avevo i miei programmi. Questi paragoni con Mourinho non stanno né in cielo né in terra. Io sono differente anche solo per quanto ha vinto lui. Il ricordo suo e di Moratti è una bellissima scultura, noi abbiamo comprato lo scalpellino ma ancora dobbiamo modellare tante cose e in questo momento quel che si può paragonare a quell'Inter sono questi fantastici tifosi. Sono i nostri 'Special 73.000'. Per il resto ho trovato la società che avrei voluto trovare. Sono fortunato. Gente come Gagliardini, Vecino, Borja Valero è tosta. Miranda non dice molte cose, ma per essere un leader basta vederlo, basta vedere a che ora arriva. Non ho meriti, ho gli stessi vostri. Prima si finisce con gli accostamenti e più mi fate un favore. Ci sono soprattutto i calciatori. E il mercato funziona così".

Anche per quanto riguarda un discorso numerico?
"Va fatto un mercato corretto e oculato. Noi ora non vogliamo cambiare niente. Se poi si modificano delle cose o capita un'occasione di portare un giocatore da portare dentro anche chi è qui sa riconoscere le cose guardando dal verso giusto. Lo vedono anche loro che siamo pochi. Non saremo in grado di fare un mercato di follie, è cambiato qualcosa ma non tanto da dover buttare il cappello per aria".

Una domanda sulla difesa: nelle ultime quattro gare avete preso cinque reti. E' cambiato qualcosa?
"Stiamo migliorando anche come linea difensiva. Nella compattezza. Nel reparto. Nelle reazioni sulle fughe o sul prendere campo. Ci sono gli avversari, se fanno grandi giocate quelle due-tre occasioni per fare gol ormai se le creano tutte le squadre e devi essere bravo a sbrogliarle e portare le partite a casa in fase offensiva".

Come pensa di gestire chi ha giocato meno?
"Si fanno degli allenamenti veri. Io chiedo 7-8 giocatori delle giovanili e così l'allenamento è di qualità. Il giorno dopo la gara si fa una partita con chi ha giocato meno e si dà lo stesso carico, emotività a parte, di chi ha giocato la vera gara. Però i numeri ti raccontano qualcosa. E il carico muscolare è lo stesso per tutti. Il modo di allenarsi racconta tutto. Anche se sono parte del gruppo o no".

E' possibile che qualche cambiamento in più si veda dopo la sosta, visti gli impegni delle nazionali?
"Ormai queste complicazioni bisogna essere bravi a gestirsele. Si seguono i dottori, parlano con quelli delle nazionali. Si cerca di mettere a disposizione dei voli per tornare prima. Si cerca di anticipare le 5-6 ore fondamentali per avere la cura del particolare. In alcuni casi è vero che non conta, in altri sì. Di certo dai un ordine al modo di guardare le cose da parte dei calciatori. Si fanno le cose al meglio e ci si aspetta il meglio da loro".

Uno come Torreira può valere una telefonata a Giampaolo?
"Lo conoscono già tutti. Noi abbiamo tre calciatori che hanno giocato in quel ruolo e lo hanno fatto in maniera corretta. Sennò non saremmo là in classifica. Gagliardini è in crescita di minuto in minuto, ora diventa il suo campionato. Di Vecino siamo stra-contenti, dovete ancora vedere il meglio. E' un discorso generale. E' chiaro che si sta attenti per migliorare, sennò resti indietro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 04 novembre 2017 alle 15:29 / Fonte: Dall'inviato Mattia Todisco
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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