Gol di Guarin ed Hernanes, assist... del cuore. In poche parole ecco riassunti i 90' di ieri, anzi, gli ultimi che hanno cambiato una partita che si apprestava a essere l'ennesima beffa stagionale, ma che invece l'Inter è riuscita a non farsi sfuggire di mano. Proprio come una bella donna da conquistare, contesa da due rivali: un continuo botta-risposta di gesti affettuosi per avere la meglio, e proprio quando la vedi ormai persa, allontanandosi con l'altro, ecco che provi l'ultimo, disperato tentativo. Riuscendo a uscirne vittorioso. O quasi, nel caso dell'Inter. Perché se di tre punti non si può parlare, e forse nemmeno di prestazione, di attaccamento alla maglia certamente sì.
APPROCCIO E... CESENA - Il tallone d'Achille che mette ko i nerazzurri nelle ultime due uscite ieri non c'è: Inter in partita, squadra attenta e vogliosa già dal primo minuto, con un Napoli che si trova spiazzato dalla partenza-sprint dei nerazzurri che mandano un messaggio chiaro all'avversario, sia di oggi e, chissà, per la stagione. "Noi ci siamo" sembrano dire gli undici che Mazzarri manda in campo, con Medel che stringe denti e Kovacic che prova a illuminare un Meazza sempre più suo. Sicuramente un passo in avanti generale, uno dei non pochi aspetti positivi che il match di ieri sera porta, il primo segnale di una ripresa che dovrà essere proseguita a Cesena, in una gara assolutamente da vincere. Perché dopo il doppio ko, un pareggo come quello di ieri sera il passo da compiere ora si chiama vittoria. Ok la prestazione, e per ieri sera va bene così, ma dall'Emilia Romagna sarebbe opportuno tornare con i tre punti. La classifica, d'altronde, ha un certo peso e la vittoria manca ormai dallo scorso 28 settembre: 2-0 in casa contro la Dea.
FISCHI... TRASFORMATI? - Inutile nascondere e mascherare ciò che alla vigilia si presentava come uno dei momenti più attesi: saranno fischi per Mazzarri? La risposta, inesorabile, è arrivata intorno alle 20.40: lo speaker annuncia le formazioni ufficiali, con tanto di coreografia innovativa in mezzo al campo, e la WM del tecnico toscano viene sommersa da bordate di fischi (anche dal settore dei tifosi ospiti, corretto sottolinearlo): tutto come, purtroppo, preventivato. Il match poi dice che l'Inter gioca, o almeno ci prova, rimane sempre in partita, prova a mettere sotto il Napoli ed evita nel giro di pochissimi minuti la terza sconfitta consecutiva. Non in modo comune, ma con i denti, la grinta, la forza del 'leone' ferito. Doti da Pazza Inter che da tempo mancavano al Meazza, uno stadio che a fine partita non può fare altro che applaudire, osannare e inneggiare i propri beniamini. A quel punto, però, Mazzarri non c'è più, è già nel tunnel per una protesta nei confronti di Orsato che decide di mandarlo 'sotto la doccia', ma sicuramente uno dei mille applausi piovuti in campo era anche per lui. C'è da scommettere.
CHI SI RIVEDE E... CHI SI RIVEDE - Obi e Guarin, la strana coppia che a San Siro si rivede proprio nel momento del bisogno. Il classe '91 di Lagos impiegato per l'emergenza totale nella 'zolla' di destra non fa rimpiangere D'Ambrosio e Jonathan, parte bene e ci mette tutto, lui che nerazzurro lo è da una vita. Il colombiano, invece, sigla il momentaneo pareggio con il tap-in che vale il secondo gol in campionato e che, soprattutto, dà la scossa alla squadra nel momento peggiore della partita, proprio quando gli spettri spagnoli di Callejon sembravano puntualmente avere ancora ragione dopo quelli sardi e toscani nelle ultime due settimane. Se si vuole, la strana coppia è una delle risposte più belle che i 90' contro i Rafa boys portano: non saranno esterno e quarta punta puri, ma quando in un gruppo le seconde linee si fanno trovare pronti immediatamente in un momento così delicato, beh, c'è da essere soddisfatti. Vero WM?
CUORE, DI TUTTI - Mazzarri, giocatori, Meazza, Thohir e Moratti. Tutti contenti, soddisfatti e felici, una cornice che da tempo non si vedeva da queste parti. Romantico vedere MM sorridente in tribuna applaudire come nei tempi belli la squadra, segno che anche le malelingue che davano l'ex numero uno sempre più distante dalla causa interista erano pura fantasia. E tutto questo con un pareggio, aspettando la vittoria della svolta. E a quel punto, altro che applausi...
NOIOSA? NO, GRAZIE. MEGLIO PAZZA - Ben tornato, caro, vecchio amico dna. L'Inter torna Pazza, forse un po' in ritardo rispetto alla reintroduzone dell'inno tanto amato, ma il proverbio dice 'meglio tardi che mai'. Settima giornata, prime risposte significative un popolo che a fine gara è già entusiasta. Basta poco per tutto questo? Forse sì, segno che l'interista ha fame e che il Triplete è ancor di più storia lontana, ma nell'attesa di trionfi chissà quanto (per ora) lontani per il momento può andar bene anche così. Un pareggio che vale molto, un pareggio pazzo, degno del vero, autentico dna interista, e nonostante la X finale, i copiosi applausi dei tifosi possono essere considerati come la prima, vera e grande vittoria stagionale, i primi segnali di un dna da ritrovare. Inter-Napoli, la prima tappa di riavvicinamento alla Pazza squadra che era e che, si spera, tutti si augurano torni a essere.
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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