"Sembrerà strano, ma la Suning Commerce Group, il gigante dell’elettronica quotato alla Borsa di Shenzhen, non ha mai comprato, direttamente o indirettamente, alcuna azione dell’Inter". Comincia così l'approfondimento del Corriere della Sera dedicato a colosso di Nanchino proprietario del club nerazzurro.

Un viaggio che il quotidiano milanese fa per cercare di capire che posto ha la Beneamata nella galassia dell'azienda di Zhang Jindong: "Pur con qualche serio problema di visibilità e trasparenza la compattezza e la consistenza dell’impero economico di Jindong Zhang non hanno paragoni rispetto all’impalpabilità del patrimonio di Yonghong Li, il cinese di Hong Kong che ha, o forse solo rappresenta, la proprietà del Milan. Tuttavia - si legge - l’atterraggio di mister Zhang in un club di caratura internazionale non è senza sbavature. Infatti, a un anno e mezzo dal closing, dovrebbe essere fondamentale definire esattamente chi è l’acquirente senza lasciare dubbi o incertezze. Da un anno e mezzo, la proprietà dell’Inter viene costantemente associata (dagli stessi cinesi e dirigenti del club) alla Suning Commerce Group, come se la società milanese fosse una controllata del gigante del commercio di materiale elettronico (19 miliardi di quotato alla Borsa di Shenzhen e con principali soci Zhang, alcuni manager e Alibaba di Jack Ma. Non è così per il semplice fatto che l’Inter fa capo a Zhang attraverso la cassaforte Suning Holdings Group, con l’appoggio azionario, secondo alcune fonti, di alcuni suoi fedelissimi riuniti nella Suning Appliance Group.

Eppure, anche nel bilancio dell’Inter, si legge che Great Horizon, la finanziaria lussemburghese titolare diretta del 68,5%, è 'interamente controllata da Suning Commerce Group'. E più avanti si parla del nuovo azionista di maggioranza facente capo al gruppo Suning Commerce Group, multinazionale cinese quotata già attiva nel settore calcio in Cina in quanto pro- proprietaria del club Jiangsu Suning Football Club. L’impero di Zhang, molto sinocentrico negli affari (non esistono bilanci in inglese), poche propaggini internazionali, dev’essere di difficile lettura perfino per gli stessi uomini messi alla guida dell’Inter. Lo Jiangsu, infatti, viene collocato dentro Suning Commerce. Forse per comodità, forse per strategia di marketing. Ma, come per l’Inter, le cose stanno diversamente. Se Mauro Icardi & Co. sono, diciamo così, patrimonio di Zhang, lo Jiangsu, squadra allenata da Fabio Capello, fa capo non alla società quotata ma al suo azionista (20% Suning Appliance di cui la signora Bu Yang è la principale socia (49%), seguita da Zhang (48) e dall’ago della bilancia Sun Weinin (2,8%), tutti manager cresciuti a riso e Suning. Gli stessi che dovrebbero essere anche nella proprietà dell’Inter. È un labirinto, con Suning usato come marchio 'prezzemolo'.

In sostanza, però, l’Inter appartiene a una parrocchia autonoma e ben distinta rispetto alla quotata Suning Commerce (di cui Zhang direttamente ha il 24,3%), anche se la diocesi è la stessa, con mister Z. vescovo. Ed è per questo che Kangyang (Steven) Zhang, giovane di 26 anni senza esperienza ma molto in gamba e figlio del 'vescovo', ha ricevuto dall’Inter ampie deleghe operative anche perla compravendita di calciatori fino a 40 milioni di euro. I nerazzurri sono in mano a un uomo cui Forbes attribuisce oggi 5,7 miliardi di dollari di patrimonio personale e le cui aziende fatturano quanto l’Eni e dieci volte la Fininvest: 54 miliardi di euro, secondo posto tra i gruppi privati in Cina. Lo dice la classifica (con timbro del Partito) della Federazione cinese dell’industria. Bisogna fidarsi, però, perché non è chiaro da dove arrivi quell’Everest di ricavi". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 06 novembre 2017 alle 10:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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