A Genova è il giorno di Samuel Eto'o. Dopo una trattativa non priva di difficoltà, ma allo stesso tempo eccitante per i tifosi della Sampdoria, l'attaccante camerunese è un nuovo giocatore blucerchiato. 2 coppe di Spagna, 3 campionati spagnoli, 2 supercoppe di Spagna, 1 campionato italiano, 2 coppe Italia, 1 supercoppa italiana, 1 coppa Intercontinentale, 3 Champions League, 1 coppa del mondo per club, 2 coppe d'Africa e 1 oro olimpico, senza dimenticare i tantissimi premi individuali ottenuti in carriera. Palmarès ricchissimo e vittorie grandissime, proprio come la sua voglia di rimettersi in gioco dopo le esperienze con Anzhi Makhachkala​, Chelsea ed Everton.

Maglie, tra Premier League e Prem'er-Liga, in cui il suo contributo non è mancato, anche se non può essere paragonato con quanto fatto vestendo i colori precedenti. A Barcellona scrive la storia con Lionel Messi e Ronaldinho, culminata con il Triplete 2008-2009. Poi l'addio al blaugrana, l'addio a quel 'Camp Nou' dove segna gol belli, pesanti, leggendari. Reti 'alla Samuel Eto'o'. Poi Milano e quel nerazzurro che indossa sin da subito senza alcun timore, 'fregandosene' di un certo Zlatan Ibrahimovic che da queste parti aveva lasciato il segno. Lui, vincente per natura, riparte proprio da dove si era fermato: vincendo. Gol e tanto sacrificio, con quel 9 che nella stagione leggendaria si trasforma in 3, il numero dei terzini. Proprio il ruolo che José Mourinho gli chiede di interpretare mettendo da parte orgoglio e voglia di segnare. Detto, fatto. La storia si ripete ed è ancora campionato, coppa Italia e Champions League. Tutto bello, tutto storico, tutto esattamente come un anno prima. Il Re Leone diventa l'unico giocatore ad aver conseguito il treble, oltretutto consecutivamente.

I tifosi dell'Inter non lo dimenticheranno mai, come lui non dimentica i momenti passati con la maglia nerazzurra e la dimostrazione arriva anche nel giorno più atteso, quello della presentazione ufficiale con la maglia del Doria. Prime parole, prime istantanee in questo evento organizzato dal club ligure in grande stile, con una location molto avveniristica: all'Acquario di Genova è Eto'o-mania. La star di Nkongsamba si presenta, con le sue parole riprese dall'inviato di FcInterNews a Genova.

Come ha fatto la Sampdoria a convincerti a tornare in Italia?
"Ringrazio chi ha viaggiato per essere qui. Ho visto Ferrero per la prima volta a Londra e mi ha fatto capire i suoi sogni. Io voglio sognare insieme a lui e a tutta la Sampdoria".

Che ricordo hai della Sampdoria, considerando che l'hai affrontata da avversario con l'Inter?
"Ero venuto qui con l'Inter e ricordo di aver segnato sia a Milano che a Genova. Oggi è tutto diverso e spero di arrivare il più lontano possibile con questa maglia".

Cosa ti ha spinto a tornare nonostante le difficoltà del calcio italiano?
"Quando arrivai all'Inter la situazione era simile. Il momento attuale non è semplice, ma quello che conta è il calcio giocato. Mi auguro che la Sampdoria possa vincere tutto. Quando arrivai a Milano c'erano grandi campioni che stavano lasciando l'Italia, ma con l'Inter vincemmo tutto, in Italia e in Europa".

Te la senti di giocare domenica?
"Sì".

Quali sono le prime sensazioni che hai provato a Genova?
"Non ho parlato di qualche obiettivo preciso. In realtà nel calcio si gioca e lotta per uno scopo: all'inizio il club non pensava di lottare per il terzo posto, ma posso dire che il nostro traguardo deve essere proprio questo".

Sei pronto per essere il leader della squadra?
"Spesso parlo di me alla terza persona e a qualcuno non piace questo. Magari per i miei compagni potrei essere il fratello maggiore. Io cercherò di portare la voglia di vincere perché la cosa importante è crederci. Il mio compito è anche questo".

Lo scudetto nei prossimi due anni è solo un sogno?
"Il mio presidente può sognare, anche io ho realizzato un sogno partendo dal Camerun, il paese più bello del mondo secondo me".

FcIN - Quale messaggio senti di mandare a Massimo Moratti? Che ricordi hai dei tuoi anni trascorsi a Milano con la maglia dell'Inter?
"Lui è un 'papà', un signore del calcio. Io preferisco parlare di un vero e proprio papà, ripeto, non solamente di un presidente. Lui rappresenta tantissimo per me, ho avuto la fortuna di conoscerlo e per fortuna sono ancora in contatto con lui. Lui è come fosse Gesù Cristo, gli sono molto riconoscente e spero tanto di poterlo vedere presto e di riabbracciarlo. Mi auguro che la mia gioia qui a Genova possa essere condivisa anche dai tifosi dell'Inter".

Perché hai scelto il numero 99?
"Il numero della mia carriera è sempre stato il 9, ma qui a Genova è occupato da Okaka, mio fratello minore. Anche in Russia avevo il 99 e non sapevo nemmeno che lo indossasse Cassano a suo tempo. Per me è un onore vestire la sua stessa maglia".

Sei pronto a trasformarti da Re Leone a Squalo?
"Non ho intenzione di cambiare, io voglio solamente lavorare con i miei compagni".

Come sei stato accolto dallo spogliatoio?
"Mi trovo benissimo qui, la realtà è questa. Il mio colloquio con Mihajlovic è stato ottimo, mi ha parlato da uomo vero. Mi ha ricordato Luis Aragones".

Alla Sampdoria potresti sacrificarti come all'Inter con Milito?
"In un campo di calcio ci sono tante posizioni e se dovrò difendere per aiutare la squadra lo farò volentieri. Voglio vincere attraverso il gruppo per sognare insieme".

Secondo te il campionato italiano non è più 'allenante'?
"Il campionato italiano ha ancora grandi squadre, come la Juventus che reputo al pari delle altre big europee. Non sta vincendo e il discorso può essere simile rispetto a quando arrivai all'Inter. Occorre solamente una cosa per risalire: vincere".

Sezione: Focus / Data: Gio 29 gennaio 2015 alle 13:04 / Fonte: Genova - Dall'inviato all'Acquario
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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