Come dilettanti. Spiace dirlo, ma l'impressione è questa. Dilettantesca appare la gestione del club da parte di chi dovrebbe dirigere con senno, polso e lungimiranza, perché se si arriva a cambiare allenatore a meno di due settimane dal kick-off della prima giornata evidentemente qualcosa non va. Basterebbe questo per nutrire forti dubbi su chi comanda, ma c'è dell'altro. Purtroppo, molto altro. A partire dal mercato: bene Candreva e Ansaldi, benissimo Banega, ma al centro della difesa non manca qualcosa? Il reparto arretrato per ora è composto da Miranda, il non sempre lucido Murillo, l'incognita Ranocchia (ma sempre più una certezza in negativo, ahimè) e l'infortunato Andreolli: oh, non serve aver frequentato il liceo scientifico per farsi due conti. Sperando che l'ipotesi Sissoko sia solo una voce (lì in mezzo serve gente intelligente e non cavalloni 'alla Guarin'), va detto che pure l'attacco è colmo di mezzepunte e mezze... figure. Per tacere di Icardi, tanto imbarazzante nel modo e nei tempi in cui ha chiesto un rinnovo attraverso terzi (Wanda Nara), quanto di nuovo impalpabile in campo: 14 tocchi di palla al Bentegodi. Quattordici. Hai voglia a dire che la squadra non gioca per lui. Eppure Jovetic è rimasto in panchina...

E sarà indimenticabile pure la pantomima per Caner Erkin, che segue quella con protagonista Santon (l'uomo delle visite mediche). Il turco, appena arrivato, pare già essere stato messo in vendita. Una sorta di Montoya-bis. E stavolta Mancini non c'entra. Così come non c'entra sulla difesa a tre messa in campo da De Boer. Il povero Frank ha dovuto scegliere il 3-5-2 per timore e rispetto dell'avversario, evidentemente non fidandosi dei suoi. Qualcuno ha definito la decisione “presuntuosa”: stolti. L'olandese ha scelto per prudenza e non per fare il fenomeno rivoluzionario. Giudicare coi preconcetti porta a rendersi ridicoli. Che poi diciamocelo chiaro: con quell'andamento lento, sicuri che il 4-3-3 o il 4-2-3-1 avrebbero fatto la differenza? Non scherziamo.

De Boer è stato e sarà costretto a utilizzare questi primi match ufficiali alla stregua di amichevoli di luglio: ha una squadra con le gomme a terra e non conosce approfonditamente la rosa. Le sue parole nel post-gara, tra l'altro, hanno confermato quanto Mancini aveva fatto trapelare: pessima organizzazione dell'estate. Perché anche questo – oltre alle ingerenze sul mercato e all'impossibilità di trovare un interlocutore soddisfacente – è stato uno dei nodi mai sciolti tra società ed ex tecnico.

Insomma, l'allenatore non ha brillato, ma è difficile addossargli grosse colpe viste le contingenze. Peggio hanno fatto i giocatori, tra condizione fisica approssimativa e qualità media tristemente confermatasi deficitaria. Ma la più grande responsabilità di questo inizio di stagione orribile – giustamente – ricade sulla società. Su chi comanda e su chi dovrebbe gestire. Va bene salvaguardare i conti, corretto gestire in maniera oculata ogni più piccolo ambito del club. Ma non si può trascurare l'aspetto preminente, ossia quello tecnico. Il campionato è iniziato e non aspetterà certamente i comodi dell'Inter. Un'Inter che, in quest'estate 2016, ha sbagliato quasi tutto. Come dilettanti.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 agosto 2016 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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