L’annata storta è tutta lì, in quell’azione sciagurata: Hernanes effettua il consueto gioco di gambe, accelera, salta il suo uomo e calcia. Palo. Sulla ribattuta, Brozovic anticipa Bertolacci, penetra in area di rigore, calcia. Traversa. Poi, ancora: altra giocata del Profeta, tiro diretto all’angolino basso di sinistra, Perin non vede partire la palla ma si stende e ci arriva. Infine: Icardi lotta a centro area, si libera del suo marcatore spostandosi sul primo palo, si coordina e colpisce di testa. La palla sfiora il palo ed esce. Maurito - dopo che la sfera ha sbattuto sui cartelloni pubblicitari - la prende e la calcia con forza, nervoso. Dulcis in fundo: il gol di Kucka, beffardo a siglare la vittoria del Genoa. Ma no, non è finita qui: Icardi all’ultimo secondo scatta in avanti, va verso la porta di Perin, vuole tirare in porta e risolverla: Burdisso gli entra da dietro, senza toccare la palla. Il tocco c’è, l’attaccante argentino si sbilancia e cade. Ma Tagliavento non fischia. E l’Inter perde, ancora. E dire che la partita sembrava vinta due volte, quando l’Inter è passata in vantaggio grazie alle reti di Icardi e Palacio. Poi, blackout: due errori difensivi hanno concesso al Genoa di rientrare in partita e prima Pavoletti (che gol!) poi Lestienne hanno impattato la partita. Ma non è solo sfortuna: all’Inter manca precisione, cattiveria, cinismo. Limiti ormai tristemente noti, ma ora che si fa? C’è una squadra da rifare.
LA SENTENZA DEL BOMBER - La nota lieta della partita di Genova è senza dubbio Mauro Icardi, il quale ha virtualmente segnato tre gol (due annullati nel giro di dieci secondi, il secondo molto molto dubbio) e realizzato un assist al bacio a Rodrigo Palacio per il gol del momentaneo 2-1. Insomma, il giocatore continua a crescere, anche se ha ancora qualche passaggio a vuoto in certe partite. Ma non ieri sera. Cinico, cattivo, lotta su ogni pallone ed è l’ultimo a mollare: si sarebbe anche guadagnato un calcio di rigore all’ultimo secondo per un fallo di Burdisso, ma Tagliavento non è dello stesso parere. Peccato, perché la sua serata avrebbe meritato esito migliore. Negli ultimi vent’anni chi ha superato quota venti gol con la maglia dell’Inter? Ronaldo, Vieri (due volte), Ibrahimovic, Milito ed Eto’o.
IL CAMPIONE RISPONDE. MA… - Quattro parate pazzesche, sintomatiche di una reattività incredibile, soprattutto per un portiere della sua stazza. Dà il meglio di sé anche su Bertolacci, al ventesimo del secondo tempo. Poi, inciampa e - cadendo - frana addosso all’Inter. Partita strana quella di Samir Handanovic, fondamentale nelle circostanze di cui sopra, per poi crollare in occasione di un’uscita sciagurata in cui manca il pallone e - a causa di una deviazione di Ranocchia - viene punito da Lestienne. Due errori in due partite così grossolani non possono essere commessi. Si sa che quello del portiere è un ruolo complicato, però, Handa, così non ci siamo.
È QUESTIONE DI… POSIZIONE - Quante volte ne abbiamo parlato nel corso di questa stagione? Pensatela così: è la penultima volta che leggerete della disastrosa difesa dell’Inter. Sì perché anche ieri sera al Marassi si è assistito all’ennesima compilation di errori di posizionamento, di anticipi, di impostazione di gioco… e via dicendo. Guardate l’azione del primo gol del Genoa: Medel sbaglia l’anticipo, così - a rigor di logica - dovrebbe essere Juan Jesus a coprire su Pavoletti, ma il brasiliano è impiegato a chiudere sul taglio di Iago Falque sulla sinistra, così è Ranocchia a dover tamponare l’emorragia, ma il capitano nerazzurro sta guardando la palla e non l’uomo. In tutto questo, dov’è Nagatomo? Per non parlare delle svirgolate di Juan Jesus, condite dalla consueta insicurezza di un reparto che deve ancora trovare i suoi cardini. Difatto, l’Inter è questa: una squadra che non sa fare la fase difensiva, commette tanti errori in fase di impostazione e non riesce ad imporre il proprio dominio sul campo. Sì, l’undici del Mancio gioca bene, ma alla fine contano i punti. E il treno per l’Europa è ormai perso. Ora l’Empoli, l’ultimo giro di giostra, ma negli occhi non può che rimanere il gol di Lestienne, causato da un errore tragicomico - fantozziano, verrebbe da dire - che rispecchia perfettamente una stagione fallimentare come quella nerazzurra. Sperando - questa volta per davvero - che il meglio debba ancora venire.
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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