E' il perno di quest'Inter che sta nascendo. Forza, tecnica e grinta: un giocatore compatto e di livello mondiale. Arrivato all'Inter a gennaio con un ginocchio da curare, ha esordito ad aprile in Italia. Ovviamente, non risentendo alcun problema di ambientamento. La sua grande carica traspare anche nelle parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport.

Fredy come sta andando questa preparazione italiana?
Benissimo, non ero abituato a un lavoro così impegnativo. Ma avevo bisogno di mettere chilometri nelle gambe.

Quali differenze ci sono rispetto al Portogallo?
Il calore dei tifosi è eccezionale. Altrove è impossibile che la gente imposti le vacanze per seguire la propria squadra del cuore.

L'Inter è composta da giovani e ultratrentenni. Lei è uno dei pochi nel pieno della maturità.
E' una responsabilità in più. Dobbiamo seguire i veterani, Zanetti in primis con cui condivido la camera. Lui ci permette di giocare col 4-2-3-1 facendo l'esterno offensivo ma aiuta anche me e il Cuchu a centrocampo. Dobbiamo sfruttare questo mese per mettere le basi per vincere lo scudetto.

Dopo aver chiuso a -26 dalla Juve e a -22 dal Milan, non le sembra di essere troppo ottimista?
Possiamo farcela. La stagione scorsa è stata particolare, ma ora ripartiamo con un progetto chiaro e definito. Stramaccioni è preparato sotto ogni punto di vista. Juve e Milan resteranno ai vertici, ma ci saremo anche noi.

Anche perché il Milan perde due pedine fondamentali, ma lei li ha già battuti nel 4-2 dello scorso 6 maggio.
Ero molto arrabbiato alla fine, non capivo come l'Inter potesse chiudere con oltre 20 punti di ritardo rispetto a loro. Sulle partenze di Ibra e Thiago dico che non è un problema nostro.

La gara contro la Juve la vide dalla panchina.
Era la mia prima convocazione dopo l'infortunio. Facemmo un grande primo tempo, poi segnò Caceres e la partita cambiò. Loro avevano una carica speciale, erano vicini all'obiettivo e non avrebbero mollato la presa. Se avremo lo stesso sangue agli occhi faremo grandi cose.

Un po' come vincere scudetto, Europa League e coppa nazionale col Porto?
Ogni trofeo è difficile, ma perché no? Certo, in Portogallo il titolo se lo giocano poche squadre, ma l'Inter può reggere più fronti.

E se dovesse partire Sneijder?
Wes è fantastico, fa la differenza.

Che impressione le ha fatto in questi primi giorni di ritiro, Palacio?
Lo conoscevo dai tempi del Boca, quando giocava con Silvestre. Sono da Inter.

Eppure Rodrigo non ha ancora segnato.
Si muove con intelligenza e velocità. Tecnicamente sa fare tutto e segnerà nei momenti giusti.

Anche lei cerca il primo gol in nerazzurro. Il suo famoso tiro deve ancora trovare la porta.
Non è un problema. Assist o gol, l'importante è festeggiare tutti insieme. Il miglior tiro è quello di Stankovic.

Ci racconta come mai ha iniziato in attacco e poi l'hanno arretrata?
E' stato il ct dell'Under 17 colombiana, Eduardo Lara. Là davanti c'era anche Falcao, che vedeva la porta più di me e Lara ha preferito sfruttare la mia visione di gioco. Il mio idolo dopo Ronaldo è Vieira, cattivo al punto giusto ma elegante. Ho il 14 di maglia in suo onore.

Anche Cordoba è un suo mito.
E' il mio riferimento. Ho sempre voluto l'Inter anche quando si era fatta avanti la Juve. Questo perché c'era Cordoba e una squadra da sempre sudamericana. Ora fatico a vedrlo fuori dal campo. Quando parliamo di documenti e burocrazia mi viene da ridere.

Le viene da ridere anche vedendo tutti quei gol di Milito?
Diego è un fuoriclasse. Il suo è un momento d'oro.

Ed è argentino. E' vero che comandano loro?
Qui comanda Moratti. E visti i risultati degli ultimi anni, mi sembra lo stia facendo anche bene.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 15 luglio 2012 alle 08:30
Autore: Mario Garau
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