Nella storia recente dell’Inter, da quando più o meno si è cominciato a vincere qualcosa, i colori nerazzurri diventano una seconda maglia per chi li indossa. E la riprova di ciò la si ha nel fatto che, una volta che nerazzurri non lo si è più, per mille motivi, si tenda a parlare, o a fare riferimento all’Inter.

Prendiamo, a mo’ di esempio, gli ultimi cinque allenatori: partiamo da Roberto Mancini e dal suo tumultuoso addio, esonerato dopo aver vinto uno scudetto o da Josè Mourinho che ruppe il contratto, appena dopo una Champions vinta, per non rinunciare alla chiamata del Real Madrid.

Non passa settimana senza che non ci sia da parte di quest’ultimi, nelle tante conferenze stampa pre e post partita un accenno all’Inter. E vada per loro due, tecnici che hanno vinto e hanno portato l’Inter in alto, a livello nazionale e  mondiale.

La questione, però, comincia a farsi un po’ spinosa quando Rafa Benitez, 6 mesi all’Inter con due coppe al seguito, a distanza di un anno continui imperterrito a delegittimare, da fuori, la società, rimproverando Moratti di essere troppo tifoso, o di cambiare allenatore un po’ troppo spesso.

Il tutto viene reso ancor più pesante quando lo stesso Leonardo, che per i suoi modi garbati e la sua eleganza – ed una striscia di risultati positivi – è venerato da una certa parte della tifoseria, si stupisce dell’attuale periodo di difficoltà dell’Inter, non menzionando però che ad aprire ufficialmente la crisi nerazzurra è stato proprio lui, quando lasciò vacante la panchina per correre dai qatarioti proprietari del Psg.

In ultimo, e questa è storia fresca, se non freschissima, il buon Gian Piero Gasperini che, nel corso di una trasmissione sportiva, nell’ultimo fine settimana, vuota il sacco e accusa l’Inter di non aver avuto pazienza, di averlo abbandonato in balìa di una situazione difficile.

Come abbiamo detto all’inizio di queste righe, andare via da Casa Inter non è facile, per mille motivi. Ma certo è che tutte queste dichiarazioni, più o meno felici, più o meno scontate, non restituiscono quella serenità che ci vorrebbe all’ambiente.

Ogni giorno un profluvio di dichiarazioni, a cui si fa fatica anche a stare dietro, in un momento in cui ci vorrebbe solo il silenzio – e tanto lavoro – per non far andare in malora una stagione che, almeno in campionato, denuncia tutta la sua precarietà.

Lo si è visto anche nel corso delle ultime gare: si va a strappi, a momenti di esaltazioni alternate a pessimismo. Ci vorrebbe, lo ripetiamo, un silenziatore per tutti, con un unico obiettivo: lasciare lavorare in pace Claudio Ranieri, che da buon normalizzatore riuscirà a trovare la chiave di volta per sistemare l’Inter e riportarla laddove compete. Insomma, più silenzio per tutti: al massimo ci sono gli sms, vero Mou?

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 19 ottobre 2011 alle 20:05
Autore: Giuseppe Granieri
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