"Salve a tutti gli interisti.
Vorrei rispondere alla lettera di un tifoso apparsa ieri in queste pagine e che chiede al popolo nerrazzurro di stare unito e vicino alla squadra, soprattutto in questo momento. Io rispetto il suo parere ma vorrei fargli qualche piccolo appunto. Il popolo nerazzurro non si é disinnamorato o allontanato dalla squadra. Ed il solo fatto d’essere noi felici quando si vince e critici quando le cose van male o meno bene, dimostra che in generale i tifosi intersisti sono ed hanno tutt’altra classe, molto piú nobile, di altre tifoserie. IL senso dell’autocritica o autoironia é sinonimo d’onestá verso noi stessi e verso gli altri e dimostra innanzitutto una gran intelligenza.
L’intenzione non é quella di autosputtanarci, bensí vogliamo dare uno scossone a qualcosa o qualcuno che non va come dovrebbe, pur avendone le possibilitá. I grandi allenatori sono i primi in lodare le buone giocate dei propri giocatori, ma anche in partite vinte o stravinte, sono i primi a criticare gli errori degli stessi giocatori, perché non si ripetano, per migliorare, sempre. Per non abbassare la soglia d’attenzione, per mantenere intatta la voglia di vincere e la consapevolezza di sapere che quando si snobba l’avversario…si rischia di perdere e si rischiano figuracce. Per esempio mercoledì, dopo aver sbloccato a 15 dalla fine, una grande squadra non puó commettere un simile errore, errore di disattenzione, pensando che ormai era fatta. Lo stesso é accaduto nel finale di partita a Milano contro il Tottenham e ne abbiam presi tre. E nel ritorno ne abbiam presi altri 3, pur consapevoli della forza dell’avversario e di qualche suo specifico giocatore (non faccio nomi) visto all’andata. Meno male che si gioca con i gironi, perché con la vecchia formula, questa coppa ci avrebbe giá visti a casa per differenza reti. Incredibile, se si pensa che nella prima partita vincevamo 4-0 e con un uomo in piú. E dunque, il tifoso interista si pone certe domande e non solo dopo una sconfitta, ma anche in partite come quelle con Palermo ed Udinese dove di gol potevamo farne 10 ed alla fine le abbiam vinte per un soffio ed in certi casi con qualche (a volte esagerata ma qualcuna giusta) recriminazione dell’avversario.
Il tifoso interista si chiede giustamente dove sia finita quella squadra che non aveva paura di nessuno, era convinta della sua forza e sapeva d’ essere la migliore di tutte e che lo dimostrava con i fatti, innanzitutto rispettando la forza dell’avversario e conscia che se lo snobbi, in qualsiasi momento, ti punisce. Personalmente credo che il tutto venga da colui che dovrebbe trasmettere con le buone e quando non puó, con le cattive, certi concetti a degli uomini che tutto sommato sono dei ragazzi e come tali son propensi a sgattaiolare ed a rilassarsi alla prima ocaasione. Quando Mancini fu licenziato pensai che sarebbe finito il bel ciclo. Mi sbagliai perché inmediatamente arrivó un allenatore ancor piú condottiero del Mancio e vincemmo anche l’impossibile. Quando poi ad andarsene fu Mou, stetti molto male perché come quasi tutti sentivo che ci lasciava un padre, un fratello, un amico e compagno di tante lotte contro i dragoni e la “santa sistema inquisizione” anti-inter del calcio e media italiano. Ma sapevo che i nostri soldati restavano gli stessi, i migliori in circolazione. Mi sentii tradito ed abbandonato. Ancor piú mi sentii sbeffeggiato per il modo ed il momento del suo atto. Se tornasse non sarebbe piú come prima perché un amore si deve vivere intensamente nel suo momento, senza interruzioni che raffreddino la minestra. Al Mou posso solamente dire grazie per le belle e grandi vittorie ma l’Inter e gli interisti restano e dobbiamo guardare avanti e dar fiducia a chi verrá. La fiducia che nessuno ha fatto mancare a Benitez fin dal primo giorno.
Ma qualcosa che non andava e solo s’intravedeva, adesso sta assumendo altre proporzioni e quindi é logico che gli interisti s’interroghino e vogliano risposte e cambi di rotta che spettano al nuovo condottiero, il quale, pur avendo trascorsi vittoriosi in altre squadre ed in altre leghe, qui da noi deve ancora dimostrare di cosa é capace. Ma l’interista e l’Inter vengono ancor prima di lui o dei giocatori ed é perció che il nostro Amore incondizionato ci fa meritevoli del pieno diritto al consiglio ed alla critica, per il bene verso chi amiamo, verso l’Inter e la sua storia. Il tifoso soffre, vede gli errori e vuole dire la sua, tutto qua. Ma mai e poi mai smetterá d’Amare la sua Inter, gridarne il suo nome e farle sentire il suo appoggio incondizionato.
Mi permetto quindi di dire la mia nello specifico tema tattico- tecnico, ma l’introduzione la faccio partendo dalla preparazione che reputo sbagliatissima e causa dei tanti infortuni patiti fin qui, ai quali aggiungo anche quello al ginochhio di Balotelli, che se ne andó al Man.U. dopo aver svolto la preparazione con l’Inter di Rafa. Propio il Rafa ha le sue responsabilitá visto che i preparatori sono uomini di sua fiducia e da lui fortemente voluti. Poi passiamo allo schema, sempre il solito da tre mesi ad oggi, anche quando le tante debacle suggerivano per non dire, obbligavano, a cambi di vedute tattiche prima delle gare. Cambi di schemi che non si son visti e cambi che non si notano nemmeno a partita in corso quando l’avversario é chiuso e giá ti conosce. Di certo, finché gli infortuni non erano ancora troppi, si notava una certa paura tattica del mister nelle partite dove stavamo vincendo, si notava chiaramente grazie ai cambi tattici atti a chiuderci per mantenere il risultato, difensori per attaccanti. Sono dell’idea che questi siano stati i primi segnali arrivati nell’inconscio dei nostri giocatori e di noi tifosi, Benitez taglió i Capelli di Sansone facendogli perdere la forza. Tutt’altro effetto, opposto al nostro, l’hanno avuto i nostri avversari, giocatori e tifosi. É matematico, cio che togli da una parte riempie l’altra parte.
Benitez merita una piccola scusante, quei rinforzi chiesti e non datogli dalla socetá. Per ultimo vorrei soffermarmi sulla realtá dei nostri risultati in funzione del gioco. Sinceramente sono abastanza stufo di sentir parlare di “possesso palla”. Benedetto possesso palla. Ma a che serve? Il possesso palla é forse sinónimo di gol, vittorie e bel gioco? Il “non” possesso palla ci ha fatto vincere 5 scudi, 3 coppe Italia, 2 Super coppa italiana ed 1 Champions in 5 anni ed io sinceramente mi divertivo un sacco a vedere ribaltamenti di fronte e passaggi precisi a liberare l’uomo che segnava. Io sinceramente mi divertivo un sacco a vincere, cosa che per quasi vent’anni avevo dimenticato cosa fosse. Vent’anni passati guardando le vittorie dei cugini e dei gobbi, subendone le loro prese per i fondelli. Adesso si vuole cambiare uno stile che ha fatto vincere non solo l’Inter recente, ma che é stato il nostro marchio di fabbrica e la nostra forza nella nostra intera esistenza. Quando si cercó d’abbandonarla ci affidammo alle innovazioni dei vari Orrico, Cuper e Lippi, con i risultati risaputi. Non voglio dire sia sbagliato un cambio in favore del bel gioco, ma si dovrebbe fare per gradi e solo quando si é certi d’avere a disposizione ed in perfetta salute física e mentale, tutta la rosa al completo e per giunta motivata, le quali motivazioni spetta all’allenatore trasmetterle alla truppa. In questo momento, con tanti infortuni, mi aspetterei piú saggezza ed un provvisorio ritorno all’antico, che non vuol essere un addio alla ricerca del bel gioco, ma solo una pausa ed un far gruppo resistendo alla sfortuna e fronteggiando la bufera in attesa che passi evitandole di far troppi danni (i punti persi).
Concludendo, il mio Amore e quello di tutti gli interisti che la pensano come me, verso l’inter e solo per l’Inter, é incondizionato e pari a quello di tutti voi che siete propensi a perdonare, aspettare, vedere il bicchiere mezzo pieno, apprezzare il possesso palla, che parlate di sfiga e non di preparazione sbagliata, che ci accusate di non Amare l’inter,etc, etc, etc. Signori, l’Inter l’Amiamo tutti ed ognuno di noi lo fa con la sua maniera. Possiamo criticarla o no, ma non é giusto pensare che l’Amiamo piú o meglio di come fanno altri tifosi che hanno una opinione diversa dalla nostra. Io potrei dire che chi si sbaglia e non fa il bene dell’Inter siete voi con il vostro buonismo, ma mai vi accuserei di non Amarla. Di tutta questa situazione son ben contenti i nostri nemici (in termine calcistico), che sono i primi a lodare, utilizando i loro mezzi pubblici privati e statali, il buon carattere di Rafa, la ricerca del bel gioco e del possesso palla dell’Inter, il ritorno ad un campionato piú avvincente ed equilibrato, l’uscita di quel rompipa*** portoghese, etc, etc. Perfino il moderno nemico piú acerrimo dell’Inter, Moggi, sta apprezzando l’odierno cambio di rotta del gioco dell’Inter, certo, sicuramente la rotta é all’indietro, verso anni che vorrei dimenticare a che hanno fatto la felicitá di persone come lui, di socetá corrotte e dei tifosi ciechi ma allegri e vincenti di codeste squadre, a scapito nostro. Da tempo non scrivevo, perché certe avvisaglie le notai giá dai primi giorni di raduno e dalle prime interviste al nostro timido tecnico. Ma quando io ed altri tifosi con il mio stesso parere osammo esternare i nostri timori, fummo additati dal gruppo degli “eterni positivi” come fossimo privi di pazienza, blasfemi, negativi, pessimisti fino addirittura a dirci d’essere degli anti-Inter. Ma ragazzi, se volete che la vostra casa stia in piedi, dovete seguirne la costruzione passo per passo ed i primi vagiti di una vita sono i piú importante, indecisi e degni d’attenzione massima e non di occhi, bocche ed orecchi chiusi. Servono occhi vigili che ci rendano pronti a correggere gli errori in corso d’opera, perché sennó a metterci il tetto sulla vostra casa non ci arrivate, senza che essa vi cada in testa prima.
Ed esempio migliore non cé quando si parla d’autocritica COSTRUTTIVA, senza brenne sugli occhi. Io il dolcetto che la critica avversaria mi regala per farmi star buono, non l’accetto. Ho molta fiducia nel nostro Presidente, in Branca ed in tutti i nostri uomini in socetá, che a volte sbagliano come tutti noi, ma che sempre ci han dimostrato di saper correggere gli errori. Sarei felice che questa mia lettera arrivasse a loro e son certo faranno di tutto per correggere la rotta di questa gran bella barca che é la nostra squadra, la nostra Inter. E comunque andasse, a fine stagione potrei gioire o no, ma il mio Amore per l’Inter resterebbe enorme, assoluto ed immutato. Amore per l’Inter va con la A maiuscola, quella A che é un brevetto acquisito dell’Inter, unica autorizzata tra le grandi in Italia a sventolarlo con onore per la sua indiscussa presenza continua nella massima serie. E rispetto ad alcune, pur senza Vergogna. Fiducia anche a Benitez e spero faccia ricredere gli scettici come me. Ma che cominci, per favore. Grazie. Ciao a tutti e sempre FORZA INTER!!!!"
Corrado
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