"Ormai sembra evidente che non siamo più capaci di raggiungere i pezzi pregiati del mercato siano essi allenatori o giocatori. Ieri è sfumato Villas Boas. Oggi a 24 ore di distanza anche l'ipotesi Capello sembra ormai diventata una flebile speranza. Sanchez è ormai ad un passo dal vestire blaugrana.
Nonostante le varie dichiarazioni che parlano di una scelta importante, l'impressione che ho avuto sin dall'inizio è che saremo costretti ad una scelta d'emergenza. Naturalmente, chiunque arrivi, ci sentiremo dire che era sempre stata la prima opzione ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Si va avanti per tentativi e i nomi migliori sono ormai una chimera.
La deflagrazione provocata dall’addio di Leonardo rischia di causare effetti a lungo termine che vanno ben al di là della contingenza del momento. Il prossimo tecnico dell’Inter, infatti, sarà comunque una terza scelta (speriamo), non certo un bel biglietto da visita per uno spogliatoio che, anche nel recente passato, ha mietuto vittime illustri (vedi Benitez). Inoltre i Mihajlovic, i Gasperini, i Delio Rossi, avrebbero molto i connotati di traghettatori in vista del 2012, non certo un bel viatico in vista della prossima stagione.
In fondo però continuo a nutrire la speranza di un colpo a sorpresa. Non possiamo sperperare in due anni quanto di buono è stato fatto. Il non-mercato dello scorso anno e la poca convinta scelta di Benitez, ci sono costate lo scudetto, e pertanto devono servire da monito. Per favore non commettiamo altri errori che ci farebbero precipitare nella spirale della mediocrità dalla quale sembravamo esserci definitivamente affrancati.
Colgo l’occasione per complimentarmi per il lavoro ogni giorno e la tempestività con la quale ci tenete informati sulla nostra squadra".
Rosario
"E così siamo tornati punto e daccapo.
Dopo sei anni splendidi culminati con la vittoria della Champions' League a Madrid, il caos sembra tornato a farla da padrone dalle parti di via Vittorio Emanuele, trovando in Massimo Moratti il solito, squisito padrone di casa per un ospite che mancava da poco più di un lustro e che - diciamocelo - non ci mancava affatto.
Ma cosa è successo? Perché la gestione della società sembra tornata quella degli anni bui? E qual'è stato l'episodio, lo spiraglio attraverso il quale la confusione si è infilata e ora serpeggia di nuovo tra le mura nerazzurre? E chi è che ha lasciato la porta socchiusa?
Il responsabile - l'ho già detto - lo identifico in Massimo Moratti, l'episodio invece è proprio la notte di Madrid.
No, non mi riferisco alla pessima gestione dei momenti immediatamente successivi all'alzata della Coppa dalle Grandi Orecchie, ma proprio la vittoria in sé. Quella vittoria era ciò che un'altro grande protagonista della storia recente, José Mourinho, aspettava per poter passare allo step successivo e centrare la sua tripletta personale: tre Champions' con tre squadre differenti.
E così fu, Zanetti alza il trofeo che ci mancava da quarantacinque anni e il profeta di Setubal sale sulla macchina di Florentino Perez, lasciando la guida tecnica e dirigenziale della Benamata. Sì, perché quella notte, oltre ad aver perso un grandissimo allenatore abbiamo perso un grandissimo presidente, un grandissimo team manager, un grandissimo direttore sportivo e un grandissimo addetto stampa. Con il suo arrivo, tre anni prima, Moratti aveva forse inconsapevolmente fatto la più grande mossa della sua carriera di presidente: dare in mano a Mou le chiavi della macchina nerazzurra, doppioni compresi, e affidargli la gestione totale della società, rinunciando ad ogni possibilità di gestire le relazioni esterne (fino ad allora quasi inesistenti, con la squadra eletta dalla stampa a bersaglio preferito senza che fosse approntata una qualsiasi difesa organizzata), il mercato (i giocatori che non servivano o potevano fruttare andavano ceduti, fossero o meno "figliocci" del presidente; mentre quelli che il portoghese riteneva fossero utili alla causa andavano acquistato ad ogni costo, gli stessi "bidoni" furono voluti da Mourinho). Salendo su quella macchina Mourinho ha praticamente sancito la fine del leasing della Inter-mobile e riconsegnato le chiavi al legittimo proprietario, che è tornato al volante con la sua guida incerta e poco razionale. Il risultato: l'Inter è tornata a sbandare, con gli effetti che tutti abbiamo visto.
Per prima cosa si è preso un allenatore del quale il "tifoso Moratti" non era convinto, e pertanto non lo si è dotato della squadra che lui chiedeva adducendo la scusa del mitico FFP. Nonostante i propositi di una gestione più morigerata però, il "tifoso Moratti" ha aumentato enormemente gli ingaggi a tre giocatori ai quali il nostro si era affezionato (Sneijder, Maicon, Milito) che hanno visto le loro pretese economiche essere accontentate al primo ricatto, giocando in cambio una stagione al di sotto delle aspettative, evidenziando come fosse tanta la voglia per loro di cambiare aria. Esonerato Benitez, si è preso un non-allenatore con l'unica credenziale di essere "simpattico" al presidente. Adesso il simpaticissimo ha deciso di andar via e adesso siamo di nuovo al punto di partenza: Moratti lo lascia andare via senza impuntarsi sul contratto, lasciando la squadra senza una guida e senza che questa guida dia segnali di farsi trovare in tempi brevi: fino a ieri c'era da una parte un allenatore, Mihajilovic, come Leonardo privo di qualsiasi credenziale e credibilità ma, al pari del brasiliano, ammirato per le sue qualità "umane" dal Primo Tifoso. Dall'altra una sfida interessante ma, ahimè - costosa come Villas Boas, quindi scartata in nome del FFP. In mezzo un allenatore inviso a tutto il popolo interista, che fino a due mesi fa ha letteralmente insultato la squadra nerazzurra e che tra l'altro pare difficile da raggiungere. E qualora arrivasse davvero a sedersi sulla panchina dell'Inter? Come reagirebbero i tifosi e - di conseguenza - il tifoso più emotivo di tutti, ovvero Moratti? Lo si esonererà a dicembre? Non si comprerà nessuno nemmeno quest'anno (Sanchez è già sfuggito nonostante il vantaggio)?
In conclusione, credo davvero che verranno rinverditi gli antichi "fasti" delle gestioni Tardelli, Lucescu, Cuper e compagnia cantante, e finalmente tutti ci renderemo conto di chi è stato (e chi sarà) il responsabile di tutto questo.
Ciò che è cambiato rispetto ad allora è che il Massimo Tifoso ha nel frattempo vinto una Champions' (non certo per merito suo) e quindi ha tirato i remi in barca, facendosi scudo della scusa del Fair Play Finanziario, una baggianata colossale che non vedrà probabilmente mai la luce, a meno che la UEFA sia davvero disposta a correre il rischio di vedere la sua competizione più importante disputata da Catania, Napoli, West Bromwich Albion, Malaga ecc., dal momento che i Top Teams sono tutti in una situazione non facile nei confronti delle banche e che una esclusione di questi porterebbe via parecchio lustro e - soprattutto - soldi alla board europea.
Questa non è la chiusura di un ciclo, semplicemente questi sei anni sono stati una bella parentesi di un ventennio di vacche magrissime sotto la guida di un tifoso (irrazionale come tutti i tifosi) e non di un presidente".
Alessandro
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