"C'è stata ieri la chiusura del cerchio: è crisi profonda, e anche l'ultimo appiglio di speranza per la volata finale in Campionato si è sciolta come neve al sole con la débacle di Parma, emblema del momento probabilmente più buio dell'ultimo quinquennio Nerazzurro.
Le sensazioni che oggi, tutti Noi Tifosi Interisti, stiamo provando erano forse state ormai dimenticate, abbandonate in un lontano ricordo che gli esaltanti trionfi recenti stavano pian piano facendo svanire.
E invece il calcio, che in molti continuano a considerare scientificamente inesatto, talvolta segue logiche più banali di quanto crediamo, proseguendo la sua strada che inesorabilmente ci ricorda che ogni ciclo è destinato, prima o poi, ad esaurirsi.
Odio seguire la filosofia dei 'luoghi comuni', ma oggi è inevitabile prenderne atto: anche la Pazza Inter più vincente di sempre (e di ogni altra squadra in Italia), formata da calciatori formidabili, da uomini veri dal Cuore Nerazzurro, un gruppo capace di risvegliare emozioni orami perdute, di unire generazioni di Tifosi, di abbattere records e smentire statistiche, ha esaurito la sua lunga corsa ed è giunta, forse, al capolinea.
So che quanto appena detto autosmentisce le mie teorie degli ultimi articoli, ma anche un 'Interista Nel Cuore' come me deve prima o poi arrendersi alla realtà delle cose: l'Inter, dispiace dirlo, è spompata, svuotata e frastornata.
Il sottile equilibrio psicofisico sul quale Mr. Leonardo era riuscito a costruire la lunga rimonta è definitivamente svanito con la sconfitta del Derby, un incidente molto più pesante di quanto noi tutti potessimo immaginare.
È in quell'occasione che le sicurezze della squadra sono state pesantemente minate, gli entusiasmi placati, la fiducia nell'allenatore (il maggior colpevole della sconfitta) compromessa.
È stato il momento della svolta: dal poter aspirare ad un Triblete-bis, all'oblio. Una vittoria sui rossoneri avrebbe riportato l'Inter in testa alla classifica, probabilmente evitato le figuracce di Champions e sicuramente alimentato il fuoco che saldamente aveva tenuto insieme questo Gruppo, quello dell'ambizione, della voglia di vincere, e che oggi si sta lentamente affievolendo.
Adesso saranno tutti pronti ad attaccare, a puntare il dito, a criticare, finendo per sparlare e prodigarsi nei soliti ragionamenti privi di senso: quello che gli altri non riescono a capire è che l'Inter non può esser semplicemente equiparata a tutte le altre.
Quello Nerazzurro è un mondo complesso, basato su logicità che soltanto chi ne fa parte può riuscire a comprendere. Visto da fuori può sembrare banale, ma non lo è.
Tutti i soprusi sofferti con "Calciopoli", gli attacchi ingiustificati dei media (il buon vecchio rumore dei nemici), le stagioni deludenti, le sconfitte dolorose, hanno permesso ai Nerazzurri di crearsi una corazza quasi infrangibile che li ha poi portati alle vittorie di questi anni (che non sono vittorie normali come qualcuno vuol far credere, ma autentici primati difficilmente ripetibili), e che non potrà essere abbatuta da una sfortunata stagione da "zero tiutli" (anche se la Coppa Italia può essere ancora conquistata, e il Mondiale per Club è già in saccoccia, ma qualcuna sembra puntualmente dimenticarsene): l'Armata Nerazzurra sta soltanto perdendo qualche pezzo, (anche i guerrieri più grandi e coraggiosi devono arrendersi al'inesorabile trascorrere degli anni), sta cercando nuovi stimoli, qualche giovane leva che ne rinvigorisca il potenziale, ed un nuovo grande condottiero.
La società dovrà esser brava a rinforzare questa corazza e ad investire sensatamente sul mercato: non serve rifondare, ma soltanto ringiovanire, rinfoltire la rosa con un paio di colpi giusti (magari anche sacrificando qualche big).
Tornando a parma, non ho ben compreso le esclusioni dei vari Maicon, Thiago Motta, Milito e Sneijder. Nella partita decisiva per le sorti dello Scudetto, il pacifista Leo si mette a fare il sergente di ferro?
Essere un bravo allenatore significa anche saper analizzare bene le situazioni ed i momenti delicati: privarsi di quattro campioni per 'scelta tecnica' significa semplicemente non capire nulla di calcio o non saper gestire il gruppo comportandosi da bambino ripiccoso, finendo poi tra l'altro per tirarsi la zappa sui piedi da solo.
Comunque sia, onore al parma che ha ben affrontato la gara di ieri al Tardini ed onore anche ai Nostri Ragazzi che si sono impegnati per novanta minuti, arrendendosi soltanto alla stanchezza e alla sfortuna (al primo turo in porta gli emiliani hanno segnato).
Adesso non resta che onorare gli ultimi impegni e portare a termine degnamente la stagione.
Dal prossimo anno, poi, riprendere la strada ancora ferma a Madrid".

Gianni

Sezione: Visti da Voi / Data: Dom 17 aprile 2011 alle 18:27
Autore: Redazione FcInterNews
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