Derby d'Italia alle porte. L'attesa, quasi finita, è tutta sugli spalti, dove circa 56 mila persone potranno finalmente tornare ad incitare le due più grandi rivali, due anni dopo l'ultima volta in presenza. A parlarne è Sandro Veronesi, tifoso bianconero, che a Tuttosport ha espresso così le sue sensazioni pre-match.
Quello di domani, al Meazza, sarà il 242° incontro tra Inter e Juve. Ne ricorda uno in particolare?  
"Ne porto tanti nel cuore. Sicuramente è impossibile dimenticare come nell’Aprile 2018 Higuain ribaltò la partita all’89’. Fino a quell’istante era stato forse tra i peggiori in campo. Addirittura mi sembra colpevole di un gol sbagliato. Alla fine salva tutto".
Nel 1967 Gianni Brera definisce la partite tra le due squadre 'Il Derby d’Italia'. È ancora attuale come pensiero?  
"Se l’ha detto Brera non c’è autorevolezza per contraddirlo (sorride ndr). L’affermazione in ogni caso ha valenza, anche, sociale. Al tempo Juve e Inter erano le uniche due mai retrocesse in Serie B. Quelle con il maggior numero di vittorie e rispettivamente in mano agli Agnelli e Moratti, da sempre agli antipodi. È chiaro che le cose siano un po’ cambiate. Per me significherà sempre lo scontro tra due anime opposte. Due pensieri diversi che sul campo danno il meglio di loro. Quindi sì, domani si terrà il Derby d’Italia".
Ha citato l’Inter dei Moratti e la Juventus degli Agnelli. Un pezzo di storia. Cosa ne rimane?  
"La Juve è la Juve ed è ancora degli Agnelli - sotto ogni punto di vista. L’Inter ha perso di italianità. La squadra bianconera conserva la tradizione. Di contro, Moratti ha compiuto un passo di danza fatale: i nerazzurri sono diventati di tutti, tranne che dei tifosi. Credo che le proprietà debbano essere parte integrante della squadra. Grazie al passaggio di Marotta e Conte ci sono riusciti, ma è evidente che ci sia stata un’influenza bianconera. La pazza Inter non esiste più". 












Sezione: Rassegna / Data: Sab 23 ottobre 2021 alle 13:37
Autore: Egle Patanè
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