Saranno 300 i tifosi nerazzurri che partiranno per Wolfsburg dall'Italia, ma l'Inter troverà un nutrito gruppo di supporter direttamente in terra tedesca: i cosiddetti italianen. "A Wolfsburg ci sono oltre 260 aziende con titolari italiani, che danno lavoro a circa 1.400 persone - spiega Tuttosport -. Solo la metà è legata alla cucina italiana. Molte piccole e medie imprese lavorano nell'indotto della Casa automobilistica: costruiscono pezzi per le auto o per i macchinari. Il borgo del lupo, questa la traduzione letterale di Wolfsburg, è da 50 anni la patria di una delle più numerose comunità italiane in Germania. A partire dagli Anni '60, dopo i primi accordi di collaborazione tra i governi italiano e tedesco, in migliaia hanno lasciato nella penisola paesi e affetti per venire a costruire il miracolo economico tedesco, e la loro stessa sopravvivenza. Molti di loro atterrarono sul pianeta Wolfsburg e contribuirono a creare il successo del marchio tedesco nel mondo. Quelli che un tempo erano indicati e "marchiati" come Spaghettifresser o Itaka oggi sono parte integrante del tessuto sociale della città e per questo attendono con grande entusiasmo la partita di domani sera tra la squadra di Hecking e quella di Mancini. Una partita che per alcuni italiani avrà un significa extrasportivo, visto che la Volkswagen Arena sorge sulla Berlin Brücke, dove agli inizi degli anni '60 era stata costruita la baraccopoli che accoglieva i Gastarbeiter (lavoratori ospiti) italiani, che era più simile a un lager. Gli operai dovevano pagare 30 euro al mese di pigione, circa 12 ore di paga, comprensiva di un pasto preparato nella cucina della baraccopoli, voluta e controllata dalla Volkswagen, che era circondata da un recinto con tanto di filo spinato e guardie di sorveglianza, la polizia di fabbrica, e cani da guardia. Insomma, un posto dove non c'era spazio per la dignità umana e dove molti nostri connazionali hanno vissuto drammi personali e dovuto sopportare più di una difficoltà ed umiliazione". 

 

 
 

Sezione: Rassegna / Data: Mer 11 marzo 2015 alle 12:00 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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