"Bisogna abituarsi a voler bene a questi pareggi dell’Inter dove non sai bene cosa hai perso e cosa guadagnato". Lo scrive Mario Sconcerti sul Corriere della Sera commentando il 2-2 tra i nerazzurri e il Parma. "L’Inter ha problemi di velocità di pensiero, sbaglia molto perché ha tanti giocatori ottimi ma non fuori serie, ed è chiamata a giocare per quello che non è. Ha una difesa in linea in difficoltà perenne sugli avversari veloci che le passano alle spalle. I gol che prende sono spesso simili. Ma questo è un ragionamento di fondo che non è il più corretto adesso. Primo, perché in casa con il Parma devi vincere, anche male, ma riuscirci. Secondo perché non è più così. Fateci caso. In questa Italia immersa nel virus, l’unico linguaggio che non è cambiato è quello del calcio. Continuiamo a parlare di schemi, di spazio, profondità, marcature preventive, come se non stesse accadendo niente. Il calcio è l’unica fotografia di una realtà che non c’è più. Discutiamo allenatori, arbitri, Var, centravanti, restiamo fuori dal mondo ed è anche una fortuna che ci aiuta. Ma non possiamo applicare i giudizi del calcio normale a questo tipo di calcio. Perché per esempio il Parma non giocava in trasferta e l’Inter non giocava in casa. Perché ci si allena quando si può, tra un isolamento volontario e l’altro. Perché quando sei vicino a un compagno non sai come trattarlo, se da amico o da untore. Questo per tutti i giorni della settimana. Se il calcio è davvero un gioco di concentrazione, di carica, di entusiasmo, oggi non c’è più né concentrazione né entusiasmo. C’è diffidenza, paura verso l’altro che pure è obbligato a starti vicino".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 01 novembre 2020 alle 11:24 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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