L'analisi di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera è tutta incentrata sul coronavirus e sui casi che hanno colpito Daniele Rugani e Manolo Gabbiadini. "Nelle tante parole dei giorni scorsi c’eravamo soprattutto dimenticati i giocatori - scrive nell'editoriale -. Siamo culturalmente abituati a non considerarli in questi contesti. È colpa dell’oscurità del tifo per cui un giocatore ha esistenza solo quando è dentro i colori della squadra. Infatti quando s’infortuna, anche gravemente, la prima cosa che viene detta non è quanto soffra o come stia davvero in un letto di ospedale, ma quante partite dovrà saltare. Quando tornerà a essere usabile. Il calciatore, il campione in genere, non ha una vita propria. È a nostra disposizione. La sua corsa è un gioco di ruoli che noi gli attribuiamo. È come a noi serve che sia. Buono, cattivo, leale o mercenario. Non avevamo pensato potesse avere come noi paura del contagio ogni volta che chiudeva la porta di uno spogliatoio".

Deciso l'attacco all'Uefa e a chi ha deciso di giocare ancora a porte aperte determinate partite. "Oggi sembra uno spettacolo irresponsabile il tripudio di gente a Liverpool per la partita con l’Atletico. Cinquantamila persone insieme, 3 mila in viaggio da una Spagna con l’identico problema italiano, solo fermo a 10 giorni fa. Dal chiuso delle nostre case quel grande ballo di felicità sembrava quasi l’energia del male. Qualcosa da commiserare prima che da rimpiangere".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 13 marzo 2020 alle 10:25
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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